Nemo: Le Rose di Berlino
di Alan Moore e Kevin O’Neill
Bao editore
56 pagine a colori, 13 euro (copertina rigida), 4,32 euro (versione Kindle ebook)
Sinossi
Sedici anni fa, la famigerata piratessa scientifica Janni Nemo si è addentrata nell’Antartide per affrontare l’eredità delle imprese del padre, e ne è scappata a fatica, salvando solo il Nautilus e la propria stessa vita. Nel 1941, con la figlia ormai parte della famiglia del guerriero dell’aria Jean Robur, i corsari di Janni non hanno molti contatti con il giullaresco dittatore Adenoid Hynkel. Ma quando apprende che i suoi cari sono imprigionati nell’incubo che è diventata Berlino, non può evitare di intervenire personalmente. Dovrà affrontare mostri, criminali e leggende, compreso quel che resta degli “Eroi del crepuscolo”, controparte teutonica della Lega di Mina Murray. Alla fine del periglioso percorso, però, la attende qualcosa di molto più pericoloso e raccapricciante…
Commento
Le Rose di Berlino è la graphic novel che più attendevo in questi ultimi mesi.
La saga di Alan Moore sugli “straordinari gentiluomi” è quanto di più elegante, maturo e affascinante possa offrire il mondo del fumetto moderno. Tra alti e bassi, la saga si mantiene su un livello medio molto alto, dipanandosi su una timeline di oltre cent’anni, con personaggi ricorrenti e altri che sono protagonisti di alcuni singoli volumi.
La Rose di Berlino è ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale. Si tratta tuttavia di un conflitto assai diverso da quello che conosciamo noi.
Moore ha trasformato la Germania nazista in uno stato governato da dittatori, scienziati folli e metaumani pescati soprattutto dal cinema espressionista tedesco degli anni ’20.
Così Hitler diventa Hynkel (il tiranno interpretato da Chaplin ne Il Grande Dittatore). La sua corte è composta dal dottor Mabuse, dal dottor Caligari, dal folle scienziato Rotwang. Quest’ultimo ha trasformato Berlino in una metropoli meccanica, identica a quella Metropolis descritta nell’omonimo film di Fritz Lang. Dalla medesima pellicola abbiamo anche Maria, la donna-robot, ennesimo membro della squadra degli “Eroi del crepuscolo” al servizio di Hynkel.
Lo scenario è dunque di primissima qualità, affascinante, oscuro, distopico. C’è qualcosa di Kim Newman, in questo ripescaggio di personaggi proto-storici per una storia di pura fantascienza dieselpunk. Le premesse sono dunque ottime e fanno venire l’acquolina in bocca, tavola dopo tavola.
Tuttavia Le Rose di Berlino è una graphic novel deludente.
Deludente perché è maledettamente breve.
In poco più di cinquanta pagine Alan Moore brucia – letteralmente – tutta l’ottima carne messa sul fuoco. I personaggi hanno le loro quattro o cinque tavole di gloria. protagonisti a parte, ma non di più.
Questo è un peccato, perché da uno spunto del genere sarebbe potuta tranquillamente nascere una graphic novel di cento pagine abbondanti, con maggiore soddisfazione per i lettori e per i fan della saga in questione.
Attenzione: non sto bocciando Le Rose di Berlino. Qualitativamente siamo comunque su livelli molto buoni. Però la soddisfazione è dimezzata, un po’ come le dimensioni di questo volumetto, che a mio parere poteva essere sviluppato con più calma e con ritmi meno sincopati.
Resta comunque un acquisto consigliato, magari in versione digitale, considerando che il prezzo sul Kindle Store è più che onesto.
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