Nessuno può fermarlo – The Blob

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La leggenda vuole che il blob sia il parto della mente di un professore di lettere della Northwestern University, che immaginò una forma di vita extraterrestre in grado di assorbire gli esseri viventi con cui entra in contatto, per poi consumarli e assimilarli. Irving Milgate – questo è il suo nome – regalò l’idea a un suo amico produttore di Philadelphia, proprietario della Valley Forge Films. Nacque così la sceneggiatura di The Molten Meteor, in seguito ribattezzato The Glob e infine The Blob.
Era il 1958 e nasceva uno dei capisaldi del fantahorror, che aveva per protagonista un giovane di belle speranze: Steve McQueen.

Una creatura extraterrestre precipita in una regione americana trasportata da una meteora. Informe o simile ad una ameba gelatinosa, “Blob” ha bisogno di energia e calore, e vive fagocitando i malcapitati che le si parano avanti. E mano a mano che fagocita carne umana, cresce di dimensioni, fino a minacciare un’intera cittadina. Il giovane Steve Andrews e la sua ragazza Jane Martin, che hanno intuito il pericolo, riescono avventurosamente ad allertare gli increduli poliziotti mentre il mostro sta minacciando la folla assiepata in un cinematografo. (Fonte: MyMovies)

The Blob è uno dei film di cui consiglio la visione – o più probabilmente la seconda visione – per Halloween 2015.
Come ho già detto siamo nel campo del fantahorror e non nell’horror puro, ma le classificazioni rigorose lasciano il tempo che trovano.
In realtà il film di Irvin Yeaworth, così come il pregevole remake di Chuck Russell (1988), ha tutti gli elementi che funzionano a meraviglia in una storia del brivido.
Siamo nella provincia americana, con tutte le classiche istituzioni locali: il vagabondo, i fidanzatini collegiali, il dottore del paese, i poliziotti dalla mentalità ottusa, gli eroi improvvisati, il diner, la sala cinematografica old style.

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Nel 1957 il villain della pellicola era una novità assoluta. Sebbene il cinema di fantascienza fosse molto attivo nel proporre minacce aliene di ogni genere e tipo, una creatura come il blob rappresentava un inusuale tocco di originalità, pareggiato negli anni successivi da Caltiki (1959). Solo La cosa da un altro mondo (1951) ha preceduto il film di Yeaworth in quanto a impatto nell’immaginario dei fans.

Il remake del 1988, rivelatosi un flop in termini di incassi, ebbe invece un buon riscontro nei passaggi televisivi italiani, grazie al suo inserimento nel ciclo Notte Horror.
Sebbene non sia paragonabile al film originale, il nuovo blob è una bella giostra, un b-movie notturno e fedele alla pellicola del 1957, ma capace di inserire qualche essenziale variante. La principale riguarda la natura del Blob, che da mostro alieno diventa una creatura concepita in laboratorio, per la guerra batteriologica.

Ci sono anche delle analisi sociologiche a dir poco azzardate riguardo ai due film. Il primo, secondo la professoressa Jacqueline Foertsch, sarebbe un “warning” contro il mostro comunista, vuoi perché il blob originale è di colore rosso, vuoi perché è una creatura informe che ingloba e assorbe ogni cosa, annullando l’individualità.
Il remake, sempre secondo la Foertsch, rappresenta (rappresenterebbe) un monito contro l’AIDS, che negli anni ’80 era una vera e propria piaga. Il nuovo blob è infatti di colore grigio-malaticcio e – a differenza dell’originale – usa dei tentacoli che potrebbero essere delle rappresentazioni falliche (quante volte avete sentito questa storia?). Non solo: il blob del 1988 si ingrandisce cibandosi, espandendosi così alla stregua di un contagio.

Per me il blob resta soltanto uno splendido mostro che, come accade solo ai cult, si presta alle interpretazioni più strane e stravaganti. E va bene anche così. Ben vengano queste discussioni.

Entrambi sono ottimi entry movies per la Notte delle Streghe.

Una scena del remake.

Una scena del remake.


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