Atterrati a Mosca con la prospettiva di vendere un’innovativa applicazione per telefoni cellulari a dei magnati russi, i due giovani programmatori Sean e Ben scoprono che un collega svedese si è appropriato dell’idea e ha concluso l’affare prima di loro. Per consolarsi, decidono di passare la serata in uno dei locali più glamour della capitale, dove stringono amicizia con due turiste americane. Fra una vodka e l’altra, all’improvviso la città viene paralizzata da un gigantesco black out e dal cielo cominciano a scendere degli strani fasci di luce. Una volta toccata la terra, questi bagliori si fanno invisibili e iniziano a disintegrare uno ad uno tutti gli umani che si trovano di fronte, seminando in tutta la città panico e distruzione. (fonte: MYmovies.it)
Nella desolazione e nello scazzo estivo ho recuperato questo film dal catalogo Netflix.
L’Ora Nera, uscito diversi mesi fa e bocciato praticamente da tutti i recensori di cui mi fido.
Perché l’ho visto?
Autolesionismo?
Voglia di trash?
No, probabilmente perché la forza della pubblicità negativa funziona più o meno come quella dei feedback positivi.
Inoltre, avendo zero aspettative, non potevo rimanere deluso.
E alla fine L’Ora Nera, baraccone con diversi buchi logici nella trama, e vagamente WTF, mi ha divertito.
Anche perché il regista, Chris Gorak, ha perlomeno tentato di inserire degli elementi di originalità nella trita e ritrita trama dell’invasione aliena.
Essendo una produzione a metà tra USA e Russia, si parte dall’insolita ambientazione: Mosca.
A parte qualche film di spionaggio, non credo di aver mai visto un film girato a Mosca.
Purtroppo la capitale russa è quella moderna, non troppo distinguibile da una qualunque metropoli occidentale, ma comunque portatrice di quel minimo esotismo che la discosta dai soliti scenari newyorchesi o californiani. Questo se si fa finta di non vedere fast food e negozi di lusso praticamente ovunque, come se fossimo a Manhattan…
Anche la natura degli alieni è singolare, nel loro essere composti di campi energetici, e quindi invulnerabili a quasi tutte le armi convenzionali. Purtroppo questo ottimo spunto prende una piega diversa col procedere del film, ma il tentativo di svecchiare il cliché degli alieni invasori rimane comunque notevole.
Purtroppo gli “eroi” del film sono i soliti ragazzotti giovani e dinamici, che nella bisogna si scoprono grandi combattenti, atleti, coraggiosi ed esperti di armi e di scienza.
Il che purtroppo conferma il trend del cinema moderno, ossia la scelta di protagonisti sui 18-25 anni, bellocci, in cui gli spettatori più giovani possano identificarsi. Come se poi esistessero solo loro, tra i pubblico pagante.
Quello che di buono c’è ne L’Ora Nera si perde dunque in un cast moscio e prevedibile, e in un finale già visto mille volte.
Tuttavia, lo ripeto, a me il film non è spiaciuto del tutto. Anzi, l’ho trovato divertente, e non in senso necessariamente “scemo”.
Dai vari concept art pubblicati in rete si intuisce che poteva essere molto, molto meglio. Ma, tanto per cambiare, ci siamo dovuti accontentare.
Concept art
(A.G. – Follow me on Twitter)
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