Un paio di giorni fa mi è capitato di leggere e condividere – sia concettualmente che fisicamente – questo articolo. Dategli un’occhiata, ne vale la pena.
Fatto? OK.
Come ho già detto, faccio miei i concetti dell’autrice al 100%.
Scaricare copie pirata di un ebook equivale a rubare. Senza giri di parole. Farlo quando un ebook costa un euro o due è da pezzenti. Farlo con l’ebook di un autore che apprezzate è proprio da stronzi.
Sono cose che ci siamo già detti, via, inutile ripeterle. Se ami un artista puoi sostenere il suo lavoro in un modo molto semplice: pagando ciò che produce.
Ma poi succede che alla mia condivisione di quell’articolo arriva il commento di chi dice “ehi!, questo è il futuro baby!“. Il bellissimo futuro/presente dove tutto si condivide, dove tutto è gratis. “E comunque“, insiste mr. Futuro, “regalare la tua arte ti frutta un sacco di karma positivo e di visibilità. Quindi ringrazia chi ruba i tuoi ebook, i tuoi mp3 etc etc.”
No?
No.
Cazzate.
Lo strumento della promozione gratuita è un ottimo sistema per promuovere il proprio lavoro e per ringraziare i lettori più fedeli, è vero. Infatti io ne faccio un largo utilizzo.
Ma sta al singolo autore gestire i propri regali.
Perché ciò che scrive è di sua proprietà. Esattamente come lo è la pizza cucinata dal pizzaiolo del vostro quartiere, per dire. Che in qualche occasione può regalarne una oppure scontarla a prezzi ridottissimi, ma che mai si sognerebbe di cucinare sempre gratuitamente.
Con buona pace del tanto karma positivo che ne guadagnarebbe.
Amatissimo, ma poverissimo. Ecco come sarebbe il nostro pizzaiolo a costo zero. Tanto che finirebbe presto i soldi per pagare gli ingredienti, il forno e i l’affitto del suo localino, col solo risultato di chiudere baracca e burattini, per andare a fare un lavoro meno karmico e più fruttuoso.
Sapete, di soli non complimenti non si vive.
Si potrebbe obiettare che l’arte e l’intrattenimento offrono prodotti diversi dalla pizza. Che un musicista e un autore dovrebbero essere tanto bravi da convincere i loro fan a fare donazioni gratuite per ciò che regalano.
Si, ma in quale realtà alternativa? In quale mondo ideale accade tutto ciò?
Per un tentativo che va a buon fine, ce ne sono almeno novantanove che falliscono miseramente. Artisti che cercano di instaurare un mercato spontaneo col proprio pubblico ce ne sono sempre stati e ci sono ancora: io ti regalo il mio prodotto e tu mi paghi quanto ritieni giusto. Fichissimo, spettacolare… ma quante volte funziona?
Questa magica empatia mi pare molto, molto lontana dal nascere spontanea e dal diffondersi.
Al contrario, il tanto straparlare di condivisioni gratuite e di libero scambio di software (e non solo di software, se poi vogliamo considerare mp3, film ed ebook come tali) mi sembra piuttosto affine a una concezione molto superficiale del mondo.
Un mondo dove non si ha più la percezione del lavoro altrui, dove si sfrutta ciò che si trova, senza pensare che qualcuno quel qualcosa l’ha costruito, spesso con fatica e per quattro soldi.
Non siamo lontani dal concetto dell’imbecille che butta le cartacce per strada (al posto che in un cestino), perché tanto c’è qualcuno che le raccoglierà. “In fondo è il suo lavoro, no?”
E comunque, una pizza e un ebook saranno pure diversi, ma le bollette che devo pagare per non finire a vivere sotto un ponte non hanno particolari discriminanti, riguardo alla fonte dei soldi utilizzati per pagarle.
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(A.G. – Follow me on Twitter)
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