The Dead (recensione)

The Dead
dei fratelli Ford
2011, UK

Posso capire e anche condividere tutti quelli che, alla notizia dell'uscita di un nuovo film di zombie, mugugnano imprecano e bestemmiano.
Negli ultimi anni, ossia da quando i ritornanti romeriani sono tornati di moda, i cinema sono stati invasi da ciarpame senza alcuna valenza estetica, in primis tutta l'insopportabile saga di Resident Evil (primo capitolo a parte).
La figura più malinconica e meno cool del cinema horror moderno è stata trasformata in un'icona glam di videogiochi e videoclip. Perfino gli scrittori ci hanno messo del loro, sperimentando improponibili mash up (qualcuno ha detto Orgoglio e Pregiudizio zombie?).
Tutto ciò è male, molto male.
Perché gli zombie sono una cosa seria.
I fratelli Ford questo concetto l'hanno metabolizzato.


The Dead ci presenta un dato di fatto: nel mondo si sta diffondendo un virus che fa resuscitare i morti. Essi sono lenti, stupidi e hanno un unico scopo: cibarsi dei vivi. Il loro morso è infetto, quindi la propagazione del morbo è a diffusione rapida.
A quanto pare l'epidemia ha il suo focolaio maggiore in Africa. Il film si apre con gli americani che evacuano le ultime ambasciate, lasciando il Continente Nero al suo destino. Un aereo cade poco dopo il decollo. L'unico sopravvissuto, il tenente dell'Air Force Brian Murphy, si trova disperso in una zona rurale letteralmente invasa dagli zombie.
Quel poco che rimane delle truppe governative sta ripiegando verso il confine, anche se la mancanza di coordinamento, di strutture e di materiali pesa come una condanna su tutti loro.
Al tenente Murphy non resta altro che incamminarsi da solo verso una possibile salvezza, come un novello Ulisse. Strada facendo unirà le sue forze con un disertore locale, il sergente Daniel Dembele, che ha lasciato la sua compagnia per cercare di raggiungere il figlio.

The Dead non è un film perfetto. Innanzitutto è un po' lento e ripetitivo. Mancano i guizzi geniali e le location sono troppo simili l'una all'altra. Però è un film serio e girato con evidente rispetto del trema trattato.
Gli zombie di questa pellicola sono lenti proprio come quelli inventati da papà Romero. Presi singolarmente sono quasi inoffensivi. Il fatto è però che l'epidemia si è così diffusa che essi sono oramai ovunque. A me hanno ricordato le zanzare d'estate: impossibile trovare un riparo dove essere del tutto al sicuro dai loro attacchi.
Fermarsi in un posto per più di pochi minuti è letale: si rischia di venire circondati dai ritornanti che sbucano dalla savana, dai villaggi abbandonati, dalle dune del deserto.
Il viaggio dei due soldati sarà un incubo a occhi aperti – visto che dormire è pericoloso – non privo di momenti di alta poetica horror, abbondantemente foraggiata dagli splendidi paesaggi africani.

I fratelli Ford sembrano citare Fulci in quanto a fotografica, riportando il mito degli zombie nelle loro terre d'origine, quel Continente Nero che esportò il Vudù nei Caraibi e quindi altrove. C'è molta atmosfera horror anni '80 in questo film: cupa disperazione, la sopracitata poetica, gli eroi senza speranza. Niente affatto trascurabile nemmeno il rimando al colonialismo e allo sfruttamento dell'Africa da parte degli occidentali, anche se i due registi evitano la demagogia più smaccata.
Peccato per gli ultimi minuti, un po' troppo affrettati, gettati lì con troppa fretta, mentre nel resto del film i fratelli Ford si sono concessi ritmi lenti più che mai consoni alle atmosfere africane.
Comunque sia The Dead è una delle migliori pellicole zombesche degli ultimi anni e tanto mi basta.

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La recensione di Germano.

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