Roma, 1938. Gli uomini dell’EPRA lavorano solerti affinché l’italica gioventù possa abbeverarsi dei sacri ideali littori. In realtà, il loro ufficio ha una funzione ancora più importante: è una facciata dietro a cui si cela un laboratorio segreto. Sta prendendo forma un progetto che ha la benedizione del Duce in persona. Il valoroso Primo Cossi si sottopone a un esperimento destinato a trasformarlo nel perfetto esemplare di supersoldato fascista. Ma qualcosa va storto. Primo si risveglia nel 1969, in tempo per diventare protagonista occulto di una delle stagioni più nere della storia italiana. Un’ombra che si allunga fino ai giorni nostri.
Com’è il refrain? “I supereroi non appartengono alla nostra cultura“.
Eppure c’è che ha provato a smentire questo luogo comune.
I risultati sono difficili da interpretare, ma è stato importante (anzi, fondamentale) violare il tabù.
Prima di noi, crew di 2MM, è arrivato Primo Cossi, il supereroe del Duce.
Correva l’anno 2011 quando Edizioni BD lanciò sul mercato questo volume autoconclusivo, scritto e disegnato dal duo Marco Rizzo/Lelio Bonaccorso.
Un fumetto supereroistico, non solo pensato e realizzato da italiani, bensì anche ambientato (prevalentemente) nel nostro paese.
La strizzata d’occhio iniziale è palese, ma gustosa: se Capitan America è nato dal siero del supersoldato, Primo Cossi, il campione del fascismo, è nato grazie agli esperimenti degli scienziati di Mussolini.
Votato alla causa del mascellone, Cossi si troverà però restare ibernato fino ai tardi anni ’60, periodo in cui si risveglierà giusto in tempo per essere reclutato da ambigui personaggi. Ed è così che Cossi entra – come super-sicario – nelle pagine più cupe e vili della Storia italiana, dal terrorismo nero in poi.
Sarebbe dunque più corretto affermare che il primo supereroe italiano è in realtà un supercriminale, o qualcosa che si avvicina parecchio a tale definizione.
L’opera di Rizzo/Bonaccorso non si rivolge affatto a un pubblico di nostalgici di destra, anzi. Primo è una forza della natura, ma è un uomo violento, che lavora – spesso controvoglia – per personaggi moralmente disgustosi. C’è qualcosa di grottesco in tutta questa graphic novel, che approccia il tema supereroistico con un cinismo – quello sì – tipicamente italiano.
Negli anni scorsi avevo letto un’intervista di Rizzo, in cui si ventilava un seguito di Primo, ma la cui realizzazione sarebbe stata vincolata alle vendite del volume-pilota. Sono passati ben cinque anni e non c’è più traccia di questo progetto, perciò immagino che il fumetto sia stato recepito in malomodo, proprio per il ritornello “i supereroi non appartengono alla nostra cultura“.
Peccato, perché tutto funzionava, in questo approccio di Rizzo/Bonaccorso, e i possibili sviluppi nel contesto sociale e storico erano interessantissimi.
Ve lo immaginate Primo Cossi comprato da un rampante partito creato da un noto magnate italiano delle telecomunicazioni?
O mandato in Libia per tutelare il regime di Gheddafi in chiave pro-Italia?
Ma probabilmente non vedremo nulla di tutto ciò.
Il consiglio comunque è di leggere almeno il primo volume, che tra l’altro su Amazon viene venduto a un prezzo decisamente abbordabile.
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