Ne ho accennato già altre volte: i livelli di aggressività del Web stanno andando molto oltre il lecito.
Basta accedere a un qualunque social network per essere travolti da un’onda di rabbia, di malcontento e di ignoranza feroce. Onda che deborda di settore in settore, non risparmiando niente e nessuno. Gli aggressivi-ossessivi riescono a saltare dalle bacheche in cui si parla di politica a quelle in cui si discute di musica, di libri o di viaggi.
Gli aggressivi-ossessivi sono tuttologi che portano avanti le loro cause con basi logiche risibili. Di solito fanno riferimento a mere simpatie personali. Nella maggior parte dei casi sono manipolati – più o meno consciamente – da sedicenti guru. Demagoghi, sobillatori di folle, arringatori, finti moralisti: la Rete ne è piena. Del resto questo è il loro momento.
Affrontare la vita con rabbia è devastante per chi lo fa ma soprattutto per chi la subisce.
Più gli aggressivi-ossessivi sono numerosi, più creano un ambiente incline allo scontro, piuttosto che al confronto. Ed è proprio ciò che sta accadendo.
Del resto è sempre stato più facile distruggere che non costruire.
Per questi motivi sono da sempre contrario ai movimenti populisti, a chi si associa dietro bandiere “-anti” qualcosa: antipolitica, antisistema, anticasta.
Se è diritto di tutti esprimere indignazione per qualcosa che non funziona, dovrebbe anche essere dovere civico non criminalizzare intere categorie sociali.
Trovo insopportabili le generalizzazioni del genere “i politici fanno schifo”, oppure “i giornalisti sono tutti sciacalli” e altre simili. “Tutti rubano” è una delle banalità più usate nei discorsi da bar, e anche una delle più stupide.
Senza voler fare moralismo, alcune delle peggiori cose del secolo scorso sono nate su queste dicerie popolari. C’era chi accusava gli ebrei di manipolare la finanza mondiale, ma anche di rubare i bambini per sacrificarli in chissà quali rituali.
Oppure vogliamo ricordare tutti i discorsi allarmisti (e totalmente irreali) riguardanti la disgregazione sociale, nel caso fossero passate le leggi sul divorzio, sull’eutanasia, sulle coppie di fatto? E purtroppo molte di queste panzane resistono ancora oggi, a dispetto del calendario che indica il 2015 come corrente anno.
Un’altra cosa spaventosa degli aggressivi-ossessivi è la fortezza di ignoranza o, peggio ancora, di disinformazione dentro quale si arroccano.
Essi non tollerano dialogo perché hanno una verità unica a cui credere ciecamente. Una verità spesso nemmeno di loro concezione, bensì inculcata dal manipolatore di turno. Non sto parlando solo di grandi sistemi: certi meccanismi funzionano anche nel piccolo, tra piccoli gruppi sociali, dove stiamo tornando a logiche sempre più tribali.
Delle dinamiche di internet abbiamo ahimè già detto.
Il più volte si tratta di individui senza nessuna reale percezione del mondo, e quindi ben felice di abbracciare la visione altrui, che offre un nemico a cui addossare le colpe di tutto ciò che non funziona.
A chi volesse farsi un’idea di come certe dinamiche possono portare a danni irreversibili, consiglio di recuperare il film del 2008, L’Onda, di Dennis Galsen.
In un liceo tedesco il professor Wenger decide di intraprendere un esperimento con la sua classe: ricreare una sorta di movimento autoritario, l’Onda, nel contesto della classe medesima. L’intento di Wenger è didattico: mostrare agli alunni come nasce una deriva dittatoriale può essere più efficace che con fargli leggere un libro sul nazismo.
Purtroppo alcuni ragazzi prendono con eccessivo entusiasmo quella che è a tutti gli effetti una finzione da gioco di ruolo, e trasformano l’Onda in qualcosa di reale e concreto, che si diffonde fuori dai confini scolastici, coinvolgendo altri “adepti” in città.
Il punto di non ritorno viene toccato quando Wenger stesso non riesce a comprendere i pericoli che si nascondono dietro all’esperimento, oramai sfuggitogli di mano.
Quel che non tutti sanno è che L’Onda, che è stato dapprima un romanzo di Todd Strasser, si basa su un fatto reale: un analogo esperimento sociale avvenuto in California, nel 1967: La Terza Onda. Se volete saperne di più, Wikipedia Italia ne parla.
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