Non starò qui a spiegarvi il perché e il per come: vi basti sapere che nel mio futuro ci sono due strade percorribili.
La prima è quella della disoccupazione.
La seconda è quella del freelance.
Al momento ho un lavoro alle dipendenze, ma sono già parzialmente un freelance, visto che il lavoro di scrittore e blogger impegna molto del mio presunto tempo libero, ed è fonte di un piccolo reddito. Visto che il mio impiego primario è a dir poco a rischio, e nel 2017 potrebbe risultare del tutto compromesso, sto pianificando di diventare un freelance a tempo pieno. Questo vuol dire che alla scrittura di narrativa dovrò affiancare un’attività parallela, cosa che tra l’altro farei anche volentieri. La prospettiva mi spaventa? Non molto.
Chi non risica non rosica, si sa. Inoltre diventare padrone del mio destino è pur sempre preferibile al lavorare alle dipendenze di gente poco riconoscente. Ma gli impieghi freelance sono rischiosi. Mi basta l’esperienza fatta finora per impormi un piccolo regolamento da seguire assolutamente.
Le regole del freelance
- Fatevi pagare. Non lavorate gratuitamente, se non in rarissimi casi (in test per clienti importanti, per esempio). Piuttosto applicate degli sconti alle vostre tariffe, accettati buoni regalo o beni materiali ma, appunto, fatevi pagare. Non create precedenti pericolosi…
- Siate ordinati. Procuratevi un’agenda. Sì, parlo proprio di quelle cartacee, da affiancare alle app per i vostri cellulari. Segnate appuntamenti, scadenze, programmi, ripartizioni del lavoro. Essere ordinati è essenziale per non trovarvi con l’acqua alla gola, o per dimenticare cose importanti. Ordine, in questo caso, è sinonimo di organizzazione.
- Abbiate delle buone vetrine. Non fate conto totalmente sul passaparola dei clienti soddisfatti. Createvi un’immagine pubblica elegante, professionale, funzionale. Dovrebbero bastarvi un sito (o un blog ben tenuto), i canonici profili social media, un curriculum professionale (o artistico) aggiornato e funzionale a far capire le vostre reali competenze.
- Tenete una corretta fiscalità. Che poi sapete tutti cos’è la burocrazia italiana, tra tasse, partite IVA, gabelle varie, utenze da pagare etc. In questo senso l’unico consiglio sensato è: prendete un commercialista. Non fidatevi dello zio pensionato che fa il volontario alle ACLI, o del sito internet che consiglia questo e quello. Ripeto: rivolgetevi a un professionista del settore.
- Siate versatili, ma non tuttologi. Se siete autori potete imparare a lavorare anche come editor, come blogger commerciali, come esperti di comunicazione. Ci sta, anzi, vi arricchisce (non solo economicamente). Tuttavia non siate confusionari. Non proponetevi come grafici, come imbianchini e come riparatori di ombrelli. Oppure fatelo, ma tenendo ben distinti i vari profili lavorativi.
- Staccate. Imponetevi delle pause per ricaricare, per riposare. Coltivate delle passioni che vi permettano di staccare dal vostro lavoro per qualche ora ogni settimana. Non trascurate l’idea di fare esercizio fisico (buona parte dei lavori da freelance sono sedentari). Andate in bicicletta, camminate, correte… compratevi un cane. Non diventate il vostro lavoro, per quanto esso possa piacervi.
(A.G. – Follow me on Twitter)
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