Succede che sto scrivendo una nuova novel del ciclo letterario Italia Doppelganger, di cui abbiamo a suo tempo parlato qui.
Il titolo è tutto un programma: Die Bibel von den Schatten der Toten (La Bibbia delle Ombre dei Morti). Sì, è un titolo sembra ammiccare a quella roba a la Dan Brown, stratagemma che (spero) mi darà particolare visibilità su Amazon, pur senza rinunciare ai miei consueti contenuti.
In realtà si tratta di una storia che sta all’esatto confine tra l’horror e l’urban fantasy, con sfumature decisamente dark.
Aggiungo anche che ha una trama che sfiora la blasfemia e che, pur godendo dell’etichetta appena citata (Italia Doppelganger) è ambientato in parte a Vienna, complice il mio più viaggio nella capitale asburgica dello scorso gennaio.
Ok, questo post pare fatto apposta per creare hype. Infatti è così. Detto ciò, vediamo di approfittarne per parlare d’altro, pur rimanendo in tema con l’articolo.
Il protagonista di Die Bibel von den Schatten der Toten è un investigatore del paranormale. Figura oramai quasi archetipa, che però io affronto per la prima volta. Nedo Rubens – questo è il suo nome – si avvale di una serie di espedienti “magici” per tutelarsi contro le minacce occulte dell’Inframondo, la dimensione parallela su cui spesso si trova a indagare.
Tale dimensione è una sorta di Limbo, una discarica dei sogni traditi, delle lacrime versate, e delle creature senza più un culto, né fedeli, spazzati via dalle religioni Abramitiche e dall’Età dei Lumi. L’Inframondo è sempre lì, a un passo da noi, invisibile ma pronto a irradiare influenze negative, in grado di mutare una giornata da positiva in negativa o, nei casi peggiori, di far impazzire la gente.
Il concetto di Inframondo l’ho introdotto per la prima volta in Milano Doppelganger. Se volete saperne di più, comprate l’ebook. Costa pochissimo ed è una bella storia.
Sicché il nostro buon Nedo deve tutelarsi, spesso anche difendersi, dalle creature e da tali influenze, che a volte tracimano da una dimensione all’altra. Ciascuno ha il suo metodo per farlo, in questa mia ambientazione urban fantasy, a secondo del gruppo di studio e ricerca di cui fa parte. Il metodo di Nedo consiste nell’utilizzare reliquie cristiane.
Non necessariamente per una questione di fede personale, bensì per il potere di cui esse sono state imbevute in anni e anni di venerazione più o meno sollecitata dalla Chiesa Romana Cattolica. Quindi potremmo parlare di legge del contagio, e di Fede che altera la realtà. Concetti difficili da affrontare, ma divertenti da utilizzare a scopo narrativo.
In fase di documentazione ho scoperto che tali reliquie sono innumerevoli. Si va dalle più famose, quelle ricavate da Gesù e dal suo martirio in croce (corona di spine, sangue, chiodi della croce, sudario) a quelle di Maria e Giuseppe (la cintura della Madonna, l’anello nuziale di Giuseppe, frammenti della tomba di entrambi, etc etc).
Vengono poi le reliquie degli apostoli, costituite soprattutto da ossa e parti dei loro corpi mummificate o comunque ben conservate.
Senza dimenticare le reliquie dei Re Magi, che tra l’altro sono conservate soprattutto a Milano e in quel di Brugherio. Eccellenza lombarda, per così dire.
Seguono le innumerevoli reliquie dei Santi, alcune delle quali davvero strane: dita, lingue, ampolle di sangue, talloni (come per esempio quello di San Rocco a Frigento), ulne, cuori pietrificati, interi corpi incorrotti e chi più ne ha più ne metta.
Ci sono infine quelle legate agli angeli, soprattutto piume. Affascinante settore, quello dell’angelologia.
Se desiderate dare un’occhiata alla lunga lista di reliquie critiane, fate un salto su Wikipedia. La pagina è ben fatta ed è ricca di informazioni bizzarre.
Per il momento è tutto, ma riparleremo presto del making of di questo nuovo romanzo, la cui uscita è prevista fra qualche mese.
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