Tris italiano: Vergnani, Siena, Mana

tris d'assi

There’s a man goin’ ’round takin’ names.
An’ he decides who to free and who to blame.

… Cantava Johnny Cash.
Io non ho tale presunzione, ma questo passaggio di The Man comes around mi serve per lanciare un nuovo articolo di segnalazioni libresche.
E i nomi li faccio per davvero – direttamente nel titolo dell’articolo – per consigliarvi tre letture ideali per Halloween 2015, anche se non i tutti i casi si tratta di horror classico.
Ma va bene così, credetemi.

Lovecraft’s Innsmouth

Lovecraft's Innsmouth

Di Claudio Vergnani

«A volte ci si muove in un territorio vago», disse il professo­re. «Pieno di nebbia. Una nebbia fitta, che rende ciechi, che as­sorbe ogni rumore e fa perdere l’orientamento. Ecco, a Inn­smouth noi ci muoviamo in quella nebbia. Non sappiamo niente di ciò che vi si nasconde dentro. Intuiamo qualcosa. E quel qualcosa intuisce a sua volta la nostra presenza.» Prese la saliera e la posizionò a capotavola. «Questi siamo noi», spiegò. «Per trovare ciò che cerchiamo dobbiamo avanzare in quella foschia.» Spostò la saliera in avanti. Poi mise un bicchiere nel centro. «Questa è Innsmouth. Quella vera. È tutto ciò che noi possiamo vedere. Ma è anche ciò che gli altri possono vedere.» Posizio­nò il con­tenitore del pepe all’altro capo della tavola. «Ecco, questi sono… loro. Noi avanziamo in mezzo alla nebbia, verso Innsmouth. Ma naturalmente così facendo po­tremmo finire per segnalare la nostra posizione. Allora forse sarebbe più saggio rimanere fermi.» Riportò la sa­liera al punto di partenza. «Ma anche questa scelta non è priva di pericoli. Rimanendo fermi saremmo un bersaglio facile da inquadrare. E allora forse sarebbero loro ad attraversare quella nebbia per raggiungerci.»
Assistetti inquieto alla marcia del pepe verso di noi.
Scese il silenzio. La superficie del tavolo sembrava vera­mente svaporare in una caligine indistinta. Dovetti sbattere due o tre volte le palpebre per fugare quella sensazione.

Di Vergnani ho parlato moltissimo in questi anni, definendolo una delle voci più mature e interessanti dell’horror italico. Ovviamente la penso ancora così e questo suo romanzo – versione extended di un racconto lungo già uscito qualche mese fa – è davvero imperdibile per gli amanti del genere.
Fondere due personaggi come Claudio e Vergy – già conosciuti nella saga del 18° Vampiro – con le atmosfere lovecraftiane è una pensata geniale. E la storia è tutta da leggere (ci torneremo in fase di recensione).

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Un posto tranquillo per morire

Un posto tranquillo per morire

di Marco Siena

I fratelli Ascari, tre spiantati con un disperato bisogno di guadagnarsi un pasto, accettano un lavoretto presso una festa. Il compito assegnato pare semplice, troppo semplice. E basterebbe davvero poco per non ficcare il naso, portarsi a casa qualche centinaio di euro e tirare avanti ancora un po’. Ma i fratelli Ascari attirano guai come la carta moschicida fa con le mosche…

“Ma quando sei disoccupato, trattato come un paria dalla società e senza un soldo da parte, hai solo due scelte: metterti a rubare o fare come i gatti e cercarti un posto tranquillo per morire.”

Torna Marco Siena, il John Connolly italiano (oramai l’ho soprannominato così, perciò ve lo ripeto ogni volta). Questa volta siamo un passo più in là rispetto all’horror, ossia dalle parti del thriller della provincia italiana. I protagonisti sono irresistibili, quasi tanto la sfortuna che li caratterizza. Il racconto (71 pagine9 si fa leggere al volo ed è spassosissimo.

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Ombre elettriche

Ombre Elettriche

di Davide Mana

L’incartamento ingannevolmente esile odora di muffa.
La copertina reca stampigliato, in nero sbiadito su fondo giallo pallido:

avvertenza: documenti declassificati a livello di sicurezza tre, al fine di fornire l’informazione necessaria ai membri del governo relativamente ai fatti della primavera 2005 – elementi non declassificabili rimossi.

Segue un timbro che riporta due esagrammi dell’I Ching.
Lettore, sappi che da questa strada non si ritorna.
Ora puoi aprire il dossier e cominciare a leggere.

“la gloria non ha significato, e dei fantasmi si occupa l’unità 23”

Racconto singolare e sottilmente inquietante, scritto in forma di rapporto segreto (scelta che si rivela azzeccata) che incrocia paranormale, ghost story, fantapolitica (ma nemmeno poi tanto “fanta”) e horror.
Una delle letture più curiose e riuscite di questi ultimi tempi, in linea con la produzione spesso non convenzionale di un autore colto come Davide Mana.
E viene via al costo di un espresso.

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