un ITALIANO per l’OSCAR //// la GRANDE INCERTEZZA

un italiano all'oscar otto e mezzo di fellini labrouge

di Pino Farinotti | Il prossimo 25 settembre la Commissione di Selezione istituita presso l’Anica ufficializzerà il film che sarà chiamato a rappresentare l’Italia ai prossimi Premi Oscar nella categoria Miglior film straniero. I titoli in gara sono sette: La grande bellezza di Paolo Sorrentino; Midway tra la vita e la morte di John Real; Miele di Valeria Golino; Razzabastarda di Alessandro Gassman; Salvo di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia; Viaggio sola di Maria Sole Tognazzi e Viva la libertà di Roberto Andò. Il 16 gennaio saranno designati gli altri film stranieri che faranno parte della cinquina dei candidati per l’Oscar. La grande Serata delle stelle è fissata per il 2 marzo, come di consueto a Los Angeles. Un fulminante promemoria dei titoli italiani in lizza. Della “Grande bellezza” ho già scritto. E’ un ottimo, rutilante affresco romano, con immagini migliori dei contenuti che propone. E’ la solita mancanza endemica del nostro cinema: ottimi autori di linguaggio e immagine e testo inadeguato a sostenerli. “Midway” è firmato da John Real, vero nome Giovanni Marzagalli, siciliano 25enne:quasi un unicum perché non parla (solo) di Sicilia. Il suo film racconta di una giovane coppia, in attesa di un figlio, che trascorre un week end molto misterioso. La “Miele” di Valeria Golino è una donna che “aiuta” i malati terminali verso un suicidio assistito. Gassman scrive, dirige e interpreta (troppi quei tre impegni, per un solo autore) la sua “Razza”, la vicenda di un pusher rumeno, credente e con figlio adorato, nell’ambito dei tossicodipendenti. I soliti argomenti da “cassonetto” italiano.  La problematica di un killer che decide di pentirsi e di risparmiare, a proprio rischio e pericolo, la vittima designata è il tema di “Salvo”. Il “fenomeno” Toni Servillo impugna “Viva la libertà” di Andò, storia di un politico in declino che si rifugia a Parigi. Infine il “Viaggio” della Tognazzi, con Margherita Buy. Prima di scriverne propongo un altro promemoria. Importante, magari… inopportuno: i vincitori italiani dell’Oscar come miglior film straniero

1947 Sciuscià, di De Sica; 1949 Ladri di biciclette, di De Sica; 1956 La strada, di Fellini; 1957 Le notti di Cabiria, di Fellini; 1963 8 e mezzo, di Fellini; 1964 Ieri, oggi, domani, di De Sica; 1970 Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, di Petri; 1972 Il giardino dei Finzi Contini di De Sica; 1974 Amarcord, di Fellini; 1990 Nuovo cinema Paradiso di Tornatore; 1992 Mediterraneo di Salvatores; 1999 La vita è bella di Benigni.

Non sono poi molti e quasi tutti… antichi. Prima considerazione, non vinciamo da 14 anni. Seconda: per attribuire il Leone d’oro di Venezia (dopo 15 anni) c’è voluto un documentario. Altra considerazione: di 12 titoli vincitori 8 appartengono a Fellini e  De Sica. Significa che l’Oscar, quasi sempre, fa le scelte giuste. Infine mi riferisco all’aggettivo di sopra “inopportuno”, perché ancora una volta il confronto fra il nostro cinema di allora e quello di adesso risulta imbarazzante. Trattasi di qualità e di potenza. Nel quadro hollywoodiano il film più accreditato è certo “La grande bellezza”, anche per le sue reminiscenze felliniane. Se devo spendermi, lo faccio per “Viaggio sola”. Irene (Buy) è una donna che dedica la propria vita solo al suo lavoro di ispettrice alberghiera. Non ha marito, figli, amanti. Ha una sorella con la quale ha un rapporto pessimo e due nipotine che non sa come trattare. Passa la vita negli hotel cinquestelle a attribuisce i punteggi, boccia o promuove. E’ temutissima. Il film è solo parzialmente “italiano” , con degli excursus in zone suggestive (Marrakech) o culturalmente leader (Berlino). La Tognazzi ci si intrattiene abbastanza per un breve ma esauriente affondo sulla “etnia” locale. E poi Irene parla tutte le lingue e sa misurarsi con chiunque incontri. Davvero eccellente la Buy, la nostra migliore attrice, brava e bella, e non è così scontato. Per la sua interpretazione ha vinto il David di Donatello (il sesto…).Il film presenta inoltre una scrittura adeguata “cosmopolita”: dunque una citazione anche per gli sceneggiatori Cotroneo e Marciano. E gli attori, tutti, sono condotti benissimo dalla Maria Sole. Dunque, ribadisco, privilegerei questo titolo per la cinquina dell’Oscar. Certo non c’è la potenza dei nostri titoli eroici. Ma c’è qualità, quella sì.

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un italiano all'oscar miele valeria golino con jasmine trinca sul set labrouge

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Pino Farinotti

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