Zerocalcare: L’Elenco Telefonico degli Accolli

L'elenco telefonico degli accolli

Zerocalcare è un vero caso editoriale, a differenza di tanti altri signori nessuno che sono pompati dalle loro case editrici senza alcun motivo reale.
Negli ultimi anni Michele Rech (vero nome di Zerocalcare), fumettista romano di Rebibbia, ha stracciato tutti i record di vendite, raccogliendo consensi trasversali. Piace a molti, per il suo stile divertente ma non demenziale (solo io odio i vignettisti che risolvono ogni cosa con dissacrazioni, battute triviali e nonsense?), per le sue metafore che appartengono alla vita di tante persone più o meno normali.
Questa settimana è uscito il suo nuovo lavoro, L’Elenco Telefonico degli Accolli, pubblicato come sempre da Bao Publishing.
Entrate in una qualunque libreria e troverete mucchi su mucchi di questo volume, segno che Zerocalcare sta bene e vi saluta tutti.

“L’elenco telefonico degli accolli” è la seconda raccolta delle storie apparse su zerocalcare.it. Dolceamaro, come è nel suo stile più intimo, Zerocalcare si racconta ripercorrendo le storie degli ultimi due anni del blog, tra cui le ormai classiche “Salva ogni cinque minuti”, “Quando muore uno famoso”, “I litigi su internet” e “Il demone della reperibilità”.

Alternando strisce comiche ad altre molto più riflessive, Zerocalcare dimostra una crescente sensibilità artistica e narrativa, uno stile personale, riconoscibilissimo, quasi sempre vincente.
In altre parole: a me piace molto e non l’ho mai nascosto.

Già un paio di anni fa leggevo i commenti di qualche blogger di settore fortemente critico con Rech. L’accusa che gli veniva mossa (e che probabilmente si sente dire ancora oggi) è che è commerciale, che fa leva sui sentimenti semplici dei lettori, raccontando storie di vita vissuta attraverso “i pupazzetti”. Giuro che l’ho sentito definire così, tra l’altro da un blogger che si vanta di avere cultura e sensibilità.

Al di là dei gusti personali – Zerocalcare può piacere o meno – occorrerebbe forse esercitare una critica più obiettiva e meno dettata dalla voglia di apparire radical chic.
Essendo diventato probabilmente l’autore più venduto in Italia insieme a Eco e a Camilleri, Zerocalcare è entrato a far parte di quella categoria di artisti che vanno criticati “perché sì”. O meglio, vanno criticati perché se raccolgono molti consensi da parte del popolo bue, e quindi devono essere per forza modesti e mediocri.

E dire che basterebbe seguire la crescita di Rech per capire che nelle sue strisce c’è un percorso di evoluzione che pare non essere ancora concluso, e di cui lui stesso parla attraverso le storie che disegna (c’è molta autocritica e autoanalisi, soprattutto in quest’ultimo volume).
Si ride, si ride di gusto, ma si va anche oltre, a toccare temi più intimisti e più “elevati”.
Ci sono anche riferimenti e analisi delle dinamiche tra arte, creatività, artisti e Web, con particolare attenzione a tutti quelli che, dall’altra parte dello schermo, sono sempre pronti a giudicare chi cerca di lavorare con passione a una cosa che sa fare bene, salvo poi non muovere mai il culo dalla poltrona per migliorare la loro triste vita.

Con buona pace di chi nelle tavole di Rech vuole vederci solo i pupazzetti.
Poveri imbecilli.


Zerocalcare – “L’elenco telefonico degli accolli”
Bao Publishing


Alex Girola – follow me on Twitter

Segui la pagina Facebook di Plutonia Experiment

Archiviato in:fumetti, recensione

Informazioni su 'Alessandro Girola'