A colloquio con Angelo Raffaele Villani, architetto e curatore che ha fondato a Taranto la nuova galleria "Rossocontemporaneo"

 

Taranto, la città dei Due Mari, si arricchisce di una nuova galleria, in pieno centro storico. E' "Rossocontemporaneo", spazio espositivo dedicato all'arte contemporanea, ai talenti artistici emergenti pugliesi e al design. 

Ecco come Angelo Raffaele Villani, il fondatore, ha risposto alle domande del cronista:

 

Com'è nata l'idea di fondare una galleria d'arte contemporanea a Taranto, città in cui, per motivi politici, l'economia è ferma?

Mi fa piacere dell’impostazione di questa prima domanda. Evidentemente, sottolineare che l’economia del territorio sia ferma per motivi politici, senza alcuna polemica, risulta lapalissiano. Un territorio ancorato ad un’industria pesante, che nel corso degli ultimi cinquanta anni è risultata la vera morte della città e della provincia, sia dal punto di vista economico e sia socio-ambientale. Ma, in sostanza, è la politica che ha negato alternative possibili di sviluppo, siamo franchi. Partiamo da qui.

In genere, per carattere, non amo le cose semplici. Quindi: lanciamo il sasso in uno stagno, sfidiamo il territorio. Sarebbe interessante se tutti i “figli emigranti” di questa terra tornassero ad affermare in loco le proprie esperienze, mettendole al servizio della collettività.

Penso che Taranto abbia bisogno di una svolta vera, concreta, di scelte forti e coraggiose, per potersi risollevare da uno status morente e di stallo, e probabilmente, partire dall’idea chiara di “affermazione del Bello”, mi è sembrata cosa buona e giusta. Da qui nasce la mia azzardata idea.

Il recupero del valore di “Bellezza”, nella sua accezione più ampia, intervenendo tecnicamente su tutte le possibili emergenze del nostro ricco territorio (natura, clima, patrimonio artistico ed architettonico, tradizioni) sarebbe la giusta strada da percorrere a livello istituzionale, di concerto con l’interlocutore privato.

 

Qual è il tuo background artistico? Quali sono gli artisti contemporanei e non, che preferisci?

Domanda ardua da rispondere, perché sarebbero molti i nomi. Tra gli artisti non contemporanei, potrei sconfinare in un passato remoto, fino a ripescare nel surrealismo cinquecentesco dell’arte fiamminga di Bosch? Surrealismo ancora nella visionarietà di un ben più recente Salvador Dalì, ma anche Magritte. O ancora, non potrei non menzionare un genio della comunicazione come Andy Warhol, uno dei padri della Pop Art, anche per ovvi personali interessi multidisciplinari; fino a pescare nei prodromi dell’arte da strada di Jean-Michel Basquiat.

Tra i contemporanei, davvero non saprei. Come dicevo, sono tanti i nomi di mio gradimento. Tra gli italiani, il tanto discusso Cattelan, sicuramente: ottimo mix tra idea d’artista ed imprenditore comunicatore. Stesso mix valga per Damien Hirst. Poi tanta street art, Bansky il nome più rappresentativo, ma anche gli italiani Blu, Ericailcane, ecc. Come spesso ripeto, forse sarà ormai un po' modaiola, ma leggo ancora nella street art una buona dose di passione autentica, amore, vitalità, nell'arte contemporanea più istituzionale spesso desueta.

Ci parli delle tue esperienze precedenti, come fondatore delle due gallerie dell’Atelier 777 Contemporary Art a Pescara, e dell’ OpificioCreativo in Puglia?

Sono trascorsi ormai più di dieci anni da quando iniziai concretamente ad affacciarmi al mondo dell’arte contemporanea, prima con esperienze da artista, e subito dopo come curatore ed organizzatore di eventi.

Tante situazioni differenti, delle quali certamente non rinnego nulla: anzi. Penso che questa personale metamorfosi sia stata utile per capire molti particolari, tante sfaccettature di questo mondo complesso.

L’esperienza di Atelier777 Contemporary Art, a Pescara, è stata vivacissima e stimolante. Dal 2005 al 2010, una trentina di mostre, tra personali e collettive, nelle quali si proposero circa cinquanta artisti, provenienti dalle diverse regioni d’Italia, ma anche attualmente operanti all’estero. Fin dagli inizi, ci si propose l’obiettivo primario di promuovere la giovane arte contemporanea italiana, certi del fermento

innovativo che questo sottobosco ricco potesse rappresentare. Non nascondo che molti artisti, in erba, li ho visti davvero nascere, nel senso artistico del termine, ed ora il loro presenziare in mostre ed appuntamenti importanti, in Italia e non, mi rende orgoglioso.

Come struttura organizzativa, Atelier777, in quegli anni, ha collaborato con giovani e noti critici nazionali, nonché con realtà istituzionali, come il Museo Casa natale G. D’Annunzio a Pescara, ad esempio, organizzando eventi al suo interno.

Nel 2009, Atelier777 entrava nel circuito nazionale AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani), in occasione della 5° Edizione della “Giornata del Contemporaneo Italiana”.

Per ciò che concerne l’esperienza di OpificioCreativo, si parte proprio dal 2010, con un’associazione culturale che intendeva esportare, sul territorio pugliese, le esperienze e i contatti acquisiti negli anni di attività della Galleria Atelier777. Tre, le mostre al suo attivo. Di particolare interesse, il riuscito contest street art di UNDERPASS, nel tarantino, che vide il coinvolgimento di oltre 40 noti writers provenienti dalle diverse regioni d’Italia.

Sempre con OpificioCreativo, l’idea d’istituire un MUSEO territoriale delle ARTI CONTEMPORANEE (MACO’), a sud-est della Provincia di Taranto e precisamente nell’Unione dei Comuni denominata “Unione dei Comuni delle Terre del Mare e del Sole”. Il progetto MACO’, quale “distretto culturale”, avrebbe coinvolto i Comuni a sud-est della provincia ionica e precisante: Leporano, Pulsano, Lizzano, Fragagnano, Torricella, Maruggio, Avetrana, anche per assonanze territoriali e posizionamento strategico sul territorio, costituendo un percorso itinerante a sud-est del Capoluogo. Un progetto ambizioso, forse anche troppo per le consuetudini locali, e che vedeva coinvolti, in qualità di enti patrocinanti, Regione Puglia, Provincia di Taranto, Unione dei Comuni “delle Terre del Mare e del Sole” e Comune di Lizzano (Ta), in qualità di Capofila del Progetto.

La galleria Rossocontemporaneo è improntata sulla valorizzazione degli artisti pugliesi emergenti, hai una preferenza tra le varie correnti dell'arte contemporanea?

Sì, certamente.

ROSSOCONTEMPORANEO punta sulla valorizzazione del fare arte in Puglia e dell’arte pugliese fuori regione.

Il coinvolgimento degli artisti locali, che conferma un senso di appartenenza al territorio, dovrebbe essere prassi abituale ovunque, senza cadere in chiare pratiche di provincialismo.

Per ciò che concerne le preferenze personali tra le diverse correnti artistiche contemporanee, da sempre ho amato il mondo variopinto e leggero della Pop Art, il fascino e la freschezza dei contemporanei sviluppi della Street Art.

Come mai hai scelto questo nome per la tua galleria?

ROSSOCONTEMPORANEO è una parola composta. Sull’aggettivo “Contemporaneo” non penso possano sussistere dubbi interpretativi, derivando esso dalla necessità di rappresentare, possibilmente, ciò che di più attuale il mondo variegato della creatività possa raccontare. Il sostantivo “Rosso” è chiaramente un colore, il colore per eccellenza. Un colore che è sinonimo di forza, energia, passione, vivacità, ma anche lotta, sacrificio.

Ho sempre pensato, fin da subito, che il connubio tra i due termini fosse rappresentativo di uno stile di vita (e non esclusivamente personale, ma condivisibile dai più) e al tempo stesso palesasse una precisa direzione di operatività e di ricerca.

Quale ruolo avrà il design nello spazio espositivo?

Da architetto, quale sono, il design, come la comunicazione creativa, sono state da sempre parte integrante del mio percorso creativo, mi hanno sempre accompagnato e sarà improbabile che nel futuro non siano concretamente presenti. ROSSOCONTEMPORANEO, pertanto, non sarà esclusivamente galleria d’arte contemporanea, bensì un laboratorio di ricerca, un atelier vivo e partecipato, aperto ad operazioni sinergiche su tutto ciò possa essere sinonimo di “creatività”.

Il mio intento è quello di dare spazio e visibilità al “bello” che il contemporaneo esprime: arte, architettura, design, poesia, musica e altro ancora. Un mondo ricco e complesso, dunque.

Qual è la tua opinione sull'attuale sistema dell'arte in Italia?

Immobilismo, incapacità programmatica, mancanza di innovazione, paura di osare lì dove ci sarebbe necessità di reale cambiamento: in breve, il mio pensiero sull’attuale “Sistema Arte” in Italia. Naturalmente, quando si fa riferimento al sistema dell’arte in Italia, ci si riferisce a tutto il complesso sistema, che racchiude arte contemporanea e non, archeologia, beni culturali ed ambientali, politica ed economia.

Mi riallaccio alle parole di un giovane giornalista, Luca Nannipieri, direttore e fondatore del Centro Studi Umanistici dell'Abbazia di Sansavino (Pisa), che nel suo ultimo libro “La bellezza inutile”, descrive […]la bellezza che, in un modo o nell'altro, dietro il mito della conservazione si sta consumando, dimenticata dai

Poteri e dal mondo intero. […][…] per contrastare questo sistema di potere e di gestione dei beni culturali, occorrono persone visionarie, corsare, che rischino, che azzardino […] […] la crisi economica è dura, l'Italia sembra un elefante con le zampe gonfie che non si muove. Nel campo dell'arte, l'elefante non è zoppo: è quasi moribondo. Dunque osate. Gli specialisti dei beni culturali hanno ridotto l'arte a museo e aperitivo. Facciamo laicamente tornare l'arte ad essere, come lo era nella visione cristiana, una forza fondamentale del vivere della gente, una forza generatrice di senso.

I beni culturali sono paralizzati. Mancheranno i soldi, ma non solo. Il vero problema è l'immobilismo culturale, progettuale, creativo, che hanno le strutture chiamate (e pagate) per tutelare e valorizzare le nostre bellezze. Valorizzare? Vi sembra che le soprintendenze, le direzioni generali e regionali dei beni culturali, la struttura ramificata del Mibac, stiano valorizzando il nostro patrimonio?

Valorizzare significa dare vitalità e significato a ciò che si dovrebbe proteggere. Direzioni generali o regionali dei beni culturali e Soprintendenze sono gli organi dello Stato che hanno più bisogno di una profonda ridefinizione perché, così come sono, fanno più danno che benefici. […]

Tutto ciò, naturalmente, valga anche per il contemporaneo.

Anticipazioni sul programma espositivo 2012?

Il programma espositivo 2012, “Taras, tra mito e contemporaneo”, non è annunciato volutamente, anche se le idee sono ben chiare. Non vorrei fare menzione a date o nomi troppo nello specifico. Posso certamente confermare, fino a fine anno, l’organizzazione di altri tre appuntamenti espositivi: un primo appuntamento nel periodo estivo (si tratterà di un mix, tra contest street art ed esposizione pop art), una seconda mostra personale, probabilmente di un noto artista tarantino, ed una collettiva a fine anno, tra video art e concettuale. Un programma quindi, assolutamente variegato, per presentare al pubblico, di volta in volta, ricerche artistiche diverse, tali da fare un punto (seppur sinteticamente) sul fare arte oggi in Italia.

 

"Rossocontemporaneo"

Via Regina Margherita, 40 (Piazza Garibaldi) – Taranto
rossocontemporaneo.wordpress.com

Informazioni su 'Cecilia Pavone'