Criteri e responsabilità al Padiglione Italia



Finalmente dal magma putrido delle polemiche sulla Biennale e sul Padiglione Italia di Sgarbi sbocciano due riflessioni che, con esiti opposti, forniscono motivazioni ed argomenti nel merito. Due artisti come Jannis Kounellis e Luca Vitone, appartenenti a generazioni, linguaggi e sensibilità diverse ritengono di dover parlare, non per schierarsi ma per ragionare ad alta voce. Due contributi che cercano di portare il dibattito su di un altro e più profondo livello riassumendo tutto quello che in fondo c'è da dire sulla questione



Vitone rifiuta di rispondere alla chiamata di Sgarbi ma senza entrare nel merito la parte più interessante del suo comunicato è la seguente:  
Senza alcun intento polemico, vorrei rilevare che l’arte contemporanea per il fatto di non avere subito alcuna selezione dal tempo, dalla Storia, richiede un criterio selettivo altamente professionale che implica il rischio dell’errore, l’assunzione della responsabilità dell’arbitrio, conditio sine qua non per la qualifica di critico, curatore, storico dell’arte contemporanea.



Kounellis invece, a margine di altre (noiose) polemiche con Francesco Bonami, dichiara che concederà le proprie opere al Padiglione. Sul Riformista scrive così:

Nella nostra tradizione di tenace protagonismo europeo riteniamo invece, di dover rilanciare ogni giorno l’eredità di chi da secoli, con coraggio e pazienza ha costruito dalle fondamenta il senso culturale e morale del paese, rischiando, da giocatore l’integrità delle forme e dei linguaggi per combattere la battaglia della contemporaneità contro la barbarie della restaurazione.

 

 

Entrambi, in pochi passaggi, riescono ad andare al cuore delle questioni: 1) la professionalità di un critico si misura sulla selettività dei criteri che adotta e 2) l'integrità di un artista si misura sul coraggio con cui si assume rischi e responsabilità. Che altro c'è da aggiungere?

Informazioni su 'Davide W. Pairone'