Oggi sono qui per darvi la mia risposta, con tanto di motivazioni, ma anche per ampliare il discorso, prendendolo più nel suo insieme. Qualcuno forse si sentirà chiamato il causa, altri riterranno le mie valutazioni troppo severe o magari banali, ma tant'é. Non si può piacere a tutti. E forse il problema nasce da lì: dalla volontà di alcuni di piacere proprio a tutti. Magari con la speranza che, in futuro, qualcuno se ne ricorderà.
Non vi ammorberò con lunghe discussioni e teorie. Preferisco procedere con un esempio, sperando che la persona coinvolta non si arrabbi più di tanto.
Elvezio Sciallis è uno dei blogger veterani della Rete italiana. Lo definirei un grande vecchio esperto di tutto ciò che vuol dire curare un blog libero, gratuito, indipendente e personale.
Da poche settimane ha dato vita a A rip in the fabric, nato dalle ceneri del glorioso Malpertuis. Si tratta di un blog maturo, serioso, per molti versi intimista.
La cosa buffa, e l'interessato lo sa, è che io non concordo con quasi il 50% delle valutazioni che Elvezio fa riguardo a letteratura, cinema e scrittura. A volte fa delle riflessioni che sono addirittura opposte alle mie. Eppure lo leggo da anni col medesimo interesse e rispetto. Perché è una persona intelligente, il che per me vuol dire molto, perché è preparato, educato anche quando deve esprimere forti polemiche (a differenza di altri troll-blogger che non considero più degni di essere citati).
C'è un motivo in più: non ho MAI avuto l'impressione che Elvezio cercasse di vendermi qualcosa.
Perché il rischio del “consociativismo” è questo. Ci sono posti, angoli di Rete, in cui si annusa subito qualcosa di strano. Blogger che incensano questa o quella casa editrice, altri che fanno mega sponsorizzazioni a mostre di cinema, a festival di letteratura, a concorsi a pagamento.
È un fenomeno che noto spesso quando alcuni blog creano associazioni, circoli culturali, piattaforme comuni. Molte volte va a finire che ci si pone sotto una bandiera senza avere la gentilezza di dichiararlo. Il libero pensiero diventa libero mercato, e all'improvviso ci sono trova davanti a recensioni prone, a mega-spot promozionali, a dubbi bandi per concorsi che chiedono soldi senza offrire nulla di certo in cambio.
In realtà non c'è nulla di male nel fare questo. Il mondo va avanti coi soldi e la Rete dà spazio a iniziative che spesso hanno intenti lodevoli. Quel che non mi piace è mascherare il commercio brandizzato sotto la finta egida di un blog libero e indipendente. Perché sono queste le etichette di cui molti si riempiono la bocca, salvo poi scoprire (e anche abbastanza facilmente, se si è un minimo scafati), che gli sponsor ci sono, eccome.
Come ho già detto il fenomeno riguarda sia i piccoli blog, che magari si “vendono” per avere qualche libro gratis, sia i blog multigestione, le piattaforme, le blogzine e via dicendo. In questo caso ovviamente la cosa dà più fastidio, perché l'utenza è maggiore e nel giochino poco pulito vengono coinvolte più persone.
Ripeto: non c'è nulla di illegale e nemmeno di inopportuno a gestire uno spazio in questo modo. È a me che non va. Se viene tradita la mia fiducia di consumatore/lettore, se ho il sospetto di trovarmi davanti a un'operazione che nasconde scopi marchettari senza dichiararli più o meno apertamente, beh, per me quel blog non esiste più.
Se c'è una cosa di cui posso vantarmi, nel mio piccolo, è la libertà di parlare bene o male di libri ed editori senza dover sottostare a nessun diktat di scuderia. Elogio Edizioni XII per il buon lavoro che sta facendo. Allo stesso modo ho elogiato per mesi Gargoyle, mentre il suo lavoro degli ultimi tempi mi ha lasciato più che perplesso, tranne rari casi. Di Delos, ahimé, non ho mai potuto parlarne bene, perché non mi piace quasi nulla di quel che propone. La politica interna del mio blog è di evitare la negatività, ma ritengo già perfetto poter decidere di non recensire positivamente un libro, se esso non mi è piaciuto, anche se mi è stato regalato dalla casa editrice.
In un mercato più maturo non ci sarebbe bisogno di fare queste distinzioni, né di operare tramite l'instaurazione di rapporti di comodo, che vincolano blog e siti a sponsorizzare questo o quel prodotto senza dichiararlo apertamente. Ma purtroppo siamo qui, e qui per il momento funziona così.
La mia filosofia, d'ora in poi, sarà quella di svincolarsi man mano da ogni collaborazione poco chiara, eccezion fatta tutte quelle spontanee, limpide e genuine che spesso coinvolgono quei colleghi blogger che posso vantarmi di definire amici, nonché persone chiare, oneste e trasparenti.