due mostre in Hangar Bicocca /// i grandi e piccoli oggetti di Wilfredo Prieto e Ilya & Emilia Kabakov con the Happiest Man

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Giovedi 21 giugno l’Hangar Bicocca ha inaugurato 2 mostre. Una giornata simbolica per chiudere la stagione con elegante e grande stile. Grande nel vero senso del termine: non è semplice convivere, forse competere, con le 7 torri di Kiefer  (2004), e dunque lo staff dell’Hangar, con la direttrice artistica Chiara Bertola e come neo consulente il riservato e attento Andrea Lissoni, sta seguendo un percorso chiaro, interessante, in equilibrio tra lo sperimentale e il sicuro, su grandi installazioni.

Due realtà differenti e importanti per cultura e storia si seguono negli spazi dell’Hangar, la prima realizzata dal giovane cubano Wilfredo Prieto, fatta di grandi (addirittura un autobus dell’ATM acceso, o la famosa montagna di paglia dal titolo l’Ago nel pagliaio) e piccole opere in ordine quasi ossessivo; la seconda, di forte impatto e riflessione totalizzante, della storica coppia russa IlYa e Emilia Kabakov, in cui è stata ricostruita una sala cinematografica con grande schermo e poltroncine in legno, affiancata da una piccola casa, ricotruita in ogni minuzioso dettaglio. Il titolo: the Happiest man, ovvero l’Uomo più felice, colui che dalla finestra di casa può vedere, comodamente seduto sul divano, i divertenti e grotteschi film  (per noi che li vediamo oggi) degli anni ’50 dell’Unione Sovietica. Un lavaggio del cervello scelto e completo, direttamente in casa propria.

Questi in breve i 2 mondi che convivono all’Hangar con una terza realtà: la ricca area dedicata al design della casa Moroso che festeggia i suoi 60 anni di vita lasciando libero sfogo al designer Martino Gamper che ha potuto allestire le prime sale dell’Hangar con mobili di design della storica casa.

Da Arte di questo mese “Dopo aver ospitato “grandi vecchi” (da Anselm Kiefer a Christian Boltanski), l’Hangar Bicocca impegna giovani artisti, già attivi e riconosciuti a livello internazionale. La stagione espositiva, curata dalla direttrice artistica Chiara Bertola e dal critico Andrea Lissoni, si evolve in grande stile e con un timbro definito: quello di realizzare grandi e significative installazioni, per una dialettica in tre direzioni, verso  lo spazio, il pubblico, e le opere già esistenti. Wilfredo Prieto crea una grande installazione relazionandosi con il vasto spazio intorno.

Il trentaduenne cubano e il gruppo indiano hanno in comune, anche senza relazionarsi, elementi nell’ azione, nell’atteggiamento e nei materiali. Prieto ha lavorato episodicamente dovunque, in Sudamerica a Cuba, naturalmente, in Argentina, in Messico. E poi in Europa (Parigi, Amsterdam, Barcellona e Italia, dove nel 2007 hapartecipato alla Biennale di Venezia nel padiglione Latino-Italiano) e ancora, negli Stati Uniti e in Canada. L’artista affronta l’Hangar Bicocca con installazioni e opere di natura performativa rivelando una profonda capacità di lettura dello spazio, per creare un dialogo  diretto e fruibile anche dall’utente. Wilfredo Prieto rielabora ad hoc due installazioni già viste in passato, in relazione con nuovi progetti pensati solo per l’Hangar, muovendo dalle navate dove sono presenti le sette torri di Kiefer fino all’esterno. Prieto crea utopie che affrontano e cercano di superare situazioni politiche, sociali e culturali con stile disincantato e indiretto, una formula perfezionata nel suo trascorso con opere come il grafico sul prezzo della benzina, o le bandiere del mondo con soli tre colori. All’Hangar Bicocca connette più lavori, con uno straniamento tra il dentro e il fuori, tra movimento, spazio e suono.

Prieto vuole trasmettere sensazioni, sia con elementi inattesi, che interagendo col pubblico e col contesto intorno. Lissoni sintetizza il progetto con una descrizione: “Prieto elabora ready made giganti, su scala di grandezza dell’Hangar, o più piccoli. Le dimensioni di una moneta o di un autobus. E sarebbe capace di porre un elefante su uno spillo”. Rossella Farinotti

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Wilfredo Prieto

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Ilya & Emilia Kabakov

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Informazioni su 'Rossella Farinotti'