FRAMMENTI DI CITTA’

FRAMMENTI DI CITTA’

 

Bauman scrive: “La vacuità del luogo è negli occhi di chi guarda e nelle gambe o nelle ruote di chi procede. Vuoti sono i luoghi in cui non ci si addentra e in cui la vista di un altro essere umano ci farebbe sentire vulnerabili, a disagio e un po' spaventati” (Z. Bauman, Modernità liquida).

All’interno dei grandi ambienti di Assab One la mostra Frammenti di città propone quattro artisti contemporanei che interpretano, con i loro lavori, spazi urbani. Le differenze geografiche si perdono nell’analisi del luogo in quanto scenografia, supporto spoglio di quell’umanità che lo rende solitamente ambiente vivo e impressionato dall’essere che lo abita.

Eithne Jordan, Giovanni Hänninen, Fausta Squatriti, Loredana Longo, utilizzano come punto di partenza per le loro riflessioni artistiche, la fotografia. Con il mezzo impiegato per illustrare i frammenti di città ritratti, si spiega gran parte della sensazione straniante che suscita l’intera esposizione, poichè “grazie al gioco irrealista con la tecnica e contemporaneamente grazie al suo taglio, la sua immobilità, il suo silenzio, la sua riduzione fenomenologica del movimento, la foto si impone come l’immagine più pura e più artificiale” (J. Baudrillard, L’Echange impossible).

Sulle umide e scrostate pareti di questo edificio industriale appaiono quasi miniature le Street stills di Eithne Jordan. Nei piccoli dipinti dell’artista irlandese la presenza umana può essere solo intuita oppure, quando appare, è solitaria e persa nei contesti malinconici e remoti all’interno dei quali vive. Trovando la giusta distanza, pare di entrare in queste delicate rappresentazioni e di ascoltare il silenzio che le avvolge.

 

Scendendo dalle strette scale del secondo piano due grandi ambienti si riempiono di altri “frammenti”. La presenza umana si fa astratta e artificiosa, quasi un pretesto, per le rappresentazioni di Giovanni Hänninen in Rendering the city. Un vedutismo ultramoderno e svuotato dalla vitalità dell’essere umano: la staticità, pur del movimento, uniforma edifici e persone dando la sensazione di un tempo e uno spazio inesistente e che potrebbe essere di qualsiasi luogo. Cartoline da un presente freddo e cementificato in cui l’uomo non può che essere minuscolo e privo di volto ed espressione, posizionato, più che vivente, nei contesti che dovrebbero appartenergli.

Il respiro e il battito silenzioso dei frammenti di città si fa pesante e concreto nelle opere del ciclo Ascolta il tuo cuore, città di Fausta Squatriti. Scorci impietriti e abbandonati dopo apocalissi immaginarie, in cui i ricordi sono stati segnati dal tempo e racchiusi in asimmetriche bare di legno. Le fotografie sono razionalizzate in forme piatte e geometriche e sintetizzate in oggetti come resti sepolti. Oltre a questi ultimi lavori, dell’artista sono presenti sculture degli anni ‘60 che, con i loro colori e forme, creano un affascinante dialogo e confronto con l’archeologia industriale dell’edificio di via Assab, anch’esso “frammento di città”.

L’ultimo spazio è destinato a Demolition #1 di Loredana Longo, dove scheletri di palazzi si accartocciano e muoiono definitivamente in una nuvola di polvere che inghiottisce i colori dell’unica presenza che li ha sperimentati (l’artista, che diviene squatter). Sequenze di cui si percepisce il rombo frastornante della distruzione fredda di deserti abitativi privi di ricordi che non sono mai stati.

Sono frammenti di città attraverso i quali qualcuno è passato, ha costruito, abita, ma che mancano quasi totalmente, visivamente e a livello di sensazioni, dell’antropologia dello spazio, intesa come impronta e testimonianza umana dei luoghi. In questi lavori l’individuo scompare anche quando, da lontano e indefinito, viene ritratto e lo scenario diventa quello di contesti non (più) vissuti.

 

 

INFO MOSTRA:

Dal 28 ottobre al 25 novembre 2011

Frammenti di città

Assab One

Via Assab, 1 - Milano

www.assab-one.org

Tel +39 02 2828546

 

Informazioni su 'Stefania Nano'