Grunge is Dead

grunge is dead, luiza samanda turrini

 (english version below)

MODA/ARTE

 

Nel corso di una puntata di M.O.D.A., Achille Bonito Oliva ha affermato che la moda e l’arte non potranno mai essere considerati omologhi, dal momento che l’arte serve per rivelare l’essere umano, mentre la moda serve per nasconderlo. Per quanto sostanzialmente d’accordo, noi pensiamo che l’arte e la moda abbiano una mappatura interstiziale che si trovi spesso a coincidere.

Soprattutto ora, che lo spirito dei tempi si inchina all’effimero e alle leggi del mercato.

Come l’arte, anche la moda è un sistema significante di segni, spesso convergente in orizzonti di disturbo e scandalo. La moda ha a che fare con la corporeità e la sessualità, e l’arte se ne occupa spesso e volentieri. A cicli alternati, l’arte assume l’artificio come proprio paradigma. Per buona parte della storia dell’arte, i vestiti sono stati minuziosamente rappresentati come parte dell’identità dei loro proprietari, e soprattutto, per noi posteri, come spie eccellenti dello Zeitgeist. Come dissociare la robe à la française e le parrucche incipriate dall’idea del Settecento? La tournure e il busto dall’Ottocento vittoriano? I pantaloni a zampa e le piume di pavone dallo shift fra gli anni Sessanta e gli anni Settanta? Le spalline armatura e i rossetti fucsia dagli anni Ottanta?

Gli esempi potrebbero essere infiniti, tutti ad attestare che la moda concorre all’adempimento di una delle funzioni più alte dell’arte, la preservazione della memoria.

Nel tempo velocizzato degli ultimi cinquant’anni del millennio scorso, le mode e gli stili si sono succeduti a ritmi vertiginosi.

 

 

I HATE MYSELF AND I WANT TO DIE1

 

Nella primissima parte degli anni Novanta, ecco il grunge.

Figlio autistico del punk, ha la sua stessa rabbia, ma la incanala in traiettorie implosive. Nonostante la sporcizia, ha lo stupendo odore della bellezza e della gioventù. Le sue maglie a righe sono per tradizione quelle dei galeotti e dei corsari. Le sue camicie scozzesi sono la divisa del white trash, la classe operaia dei bianchi perdenti. Vincere/perdere, le categorie sociali imperanti e più esportate dell’America, verranno invalidate proprio dall’icona del grunge.

Ma che cosa voleva di più? Era giovane, bello, aveva fatto il disco epocale della sua generazione e tutti lo veneravano.”

Eh già. Ricchissimo, famoso, poteva avere tutto, droghe e donne di lusso. E poi aveva una figlia piccola meravigliosa.

Come ha potuto farlo?”

Nessuno riuscì a spiegarselo. Come tutte le volte, il grande Mistero Doloroso del suicidio è rimasto impenetrabile.

Kurt Cobain è stato la Marilyn Monroe degli anni Novanta.

La spia che c’era qualcosa di terribilmente sbagliato proprio nel cuore del Grande Sogno.

Kurt e Marilyn.

Entrambi di una bellezza mozzafiato. Persi dentro ai loro paradisi artificiali. Uno dilaniato da dolori di stomaco, l’altra con problemi di cistifellea. Tutti sognavano di avere una vita come la loro, e loro si sono ammazzati.

 

 

CHI HA UCCISO LAURA PALMER?

 

La corona da reginetta di bellezza di Courtney Love è stata usurpata a Laura Palmer, e le camicie a scacchi di suo marito sono le stesse indossate dagli abitanti di Twin Peaks.

Fucili, animali impagliati, dolci pieni di zucchero.

La morte di Laura Palmer è l’epilogo dei ripetuti stupri del padre. L’incesto sta alla base della storia di una delle canzoni più potenti della temperie grunge, Alive dei Pearl Jam. Il terzo disco dei Nirvana si intitola Incesticide.

Ma ciò che accomuna in maniera più forte Twin Peaks al grunge è la rivelazione dell’orrore che si nasconde dietro a tutto ciò che sembra perfetto, dal paesino di montagna da cartolina, fino alle vette del successo.

Il gusto del perturbante, l’eccesso, e l’esito di morte.

È meglio bruciare in fretta, che dissolversi lentamente, ha scritto Kurt Cobain nell’ultima lettera. Fuoco cammina con me, diceva il demone Bob.

 

 

GRUNGE IS DEAD…

 

Good sister bad sister

Better burn that dress sister

The Hole

 

 

Il progetto di Omar Nardi scompagina le regole di moda, arte e mercato. Al vincolo e alla sicurezza di una boutique in pianta stabile, il giovane designer emiliano preferisce abbracciare un’idea di instabilità e nomadismo. Le sue collezioni vengono presentate in gallerie d’arte e spazi off, in città di volta in volta diverse. Rimangono allestite per un mese, due, tre al massimo. Appaiono e scompaiono, come una star in tournè.

Dell’universo della moda, Nardi evidenzia un tratto considerato accessorio nel cancan delle produzioni e degli showroom, ovvero la parte concettuale delle collezioni. Lo spazio deputato a boutique si trasforma in contenitore onirico, per dare forma al mondo che sta dietro ai vestiti. Ma soprattutto diventa un crocevia in cui si intersecano forme d’arte molteplici, dall’installazione, alla performance di musica o teatro, alla fotografia e alla video arte, fino alla convivialità e all’arte della conversazione. Nell’atelier nomadico di Omar Nardi, l’unica cosa che conta è la bellezza.

 

 

I’M MISS WORLD, SOMEBODY KILLED ME

 

Una bellezza sciancata, quella del grunge. Sporcata. Nascosta. Dissonante. Sulla stessa falsariga dell’estetica giapponese e belga. Nella collezione primavera/estate 2011 di Omar Nardi il grunge e il mondo spettrale di Twin Peaks vengono rivisitati mediante vestiti decostruiti, che occultano la figura, e lasciano trapelare solo la perfezione dei corpi. Il grunge viene riproposto tramite un’etica do it yourself, che prende centinaia di t-shirt bianche e le riassembla fino ad ottenere veri e propri virtuosismi di sartoria. Le magliette si trasformano in trench, pellicce, giacche. I fuseaux presi dall’underwear maschile sono una citazione delle mise del leader dei Nirvana, che spesso si presentava sul palco in pigiama. I bianchi lacerti di tessuto richiamano alla mente l’universo di spiriti di Twin Peaks. Il bianco e il nero sono gli stessi colori delle due Logge che fanno da confine tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, come pure è a motivi bianchi e neri il pavimento della Loggia Nera.

 

 

HEART-SHAPED BOX

 

Lo spazio della galleria/atelier ospita un'istallazione, che intende riprodurre la stanza da letto di un adolescente asociale. All'inizio degli anni Novanta, il luogo di non-aggregazione o di aggregazione molecolare della camera privata sostituisce i tradizionali setting della gioventù: i bar degli anni Sessanta, le discoteche e le piazze dei Settanta, le case occupate degli Ottanta. Alle pareti di questo bozzolo vengono affissi trofei di peluche, che alludono ad una dimensione di infanzia perpetua e agli animali impagliati dell’albergo di Twin Peaks Great Northern. Oltre agli animali, piccole immagini in cornice, per rispecchiare gli universi di Lynch e del grunge gli uni negli altri. Un primo piano di Kurt virato in blu e il viso di Laura Palmer avvolta nel suo sudario di plastica. Laura con la coroncina da beauty-queen e la copertina di Live Trough This. Bob e Cooper che urlano, Kurt e Frances che sbadigliano. Kurt che sfoggia la maglia che da il titolo alla mostra, Ronette Pulanski in cammino sulle rotaie e una teoria di farfalle puntate con gli spilli. Come nel video di Heart Shaped Box, in cui delle farfalle blu, simbolo dell'anima, volano di fronte ad una grande croce in un campo di papaveri. Sospeso al crocefisso, l'alter-ego di Kurt Cobain, un Babbo Natale macilento, decrepito e triste.

 

Allo stesso video e al finale di Fuoco Cammina con Me si ispira formalmente la performance prevista per l'inaugurazione, I'm You. Laura Palmer giace nel letto, vegliata da Bob, mentre Kurt Cobain si nasconde nell'armadio aggrappandosi al suo vecchio orsetto di pezza. Soltanto uno dei due riuscirà a salvarsi.

 

 

PERSONA

 

Le maschere di Omar Nardi sono oggetti dalla duplice essenza. Possono essere manipolate e trasformarsi in cappelli punk ornati da spille di sicurezza, o diventare cappucci integrali che separano dall’esterno, raccontando di deprivazione sensoriale e di cancellazione dell’identità. Oggetti di chiusura patologica, cecità, incomunicabilità. Queste maschere citano i défilé di Margiela e Watanabe, ma anche le performance estreme di Rudolf Schwarzkogler, fino a sfiorare un’altra estetica, entrata da poco nel sentire comune. L’estetica politica del potere, applicata a chi viene imprigionato, sottoposto a tortura, condannato a morte.

Proprio per essere specchio del mondo, anche nei suoi riflessi infernali, per le sue caratteristiche di pulizia, essenzialità, complessità, per il suo non essere mai accomodante, la collezione Grunge is Dead di Omar Nardi è molto più vicina all’universo dell’arte che a quello del fashion-system.

 


 

 

1) Questo era il titolo che Cobain avrebbe voluto dare al suo ultimo album. Alla fine è prevalsa l’opinione dei discografici, e il disco si è intitolato In Utero.

 

 ENGLISH VERSION:

FASHION/ART

 

During an episode of M.O.D.A., Achille Bonito Oliva said that art and fashion could never be considered homologous, because art is used to reveal human beings, whereas fashion is used to hide them. Even though we basically agree with him, we also think that art and fashion have an interstitial mapping which often makes them coincide.

 

This happens especially now that the spirit of the times tends to the ephemeral and to the laws of market.

 

Like art, also fashion is a significant system of signs, often converging in horizons of disturbance and scandal. Fashion has to do with sexuality and embodiment, and also art deals with them frequently. In alternate cycles, art assumes artifice as its own paradigm. For a good deal of the history of art, clothes have been represented as part of their owners’ identity, but most of all, for posterity, as excellent symptoms of specific Zeitgeists. How can we dissociate the robe à la française and powdered wigs from the idea of the Eighteenth Century? The tournure and the corset from the Victorian age? The flares and the peacock feathers from the shift between the Sixties and the Seventies? The armoured padded shoulders and fuchsia lipsticks from the Eighties?

The examples could be infinite, all to demonstrate that fashion concurs in the attainment of one of the highest functions of art, which is the preservation of memory.

 

In the quickened time of the last five decades, fashions and styles have been followed one by another, according to a vertiginous rhythm.

 

I HATE MYSELF AND I WANT TO DIE1

 

In the very first part of the Nineties, here comes Grunge. The autistic son of Punk, it has the same rage, but it channels it in implosive trajectories. Notwithstanding the dirt, Grunge has the splendid smell of beauty and youth. Its black and white striped shirts are traditionally the ones of jailbirds and pirates. Its chequered shirts are the uniform of white trash, the working class of white losers. Losing/winning, the prevailing and most exported American social categories were invalidated by the Grunge icon himself.

 

What the hell could he want more? He was young, handsome, he had created the epoch-making record of his generation, and everybody venerated him.”

 

That’s it! Rich, famous, he could have anything, luxury drugs and women. He also had a gorgeous little girl.

How could he do it??”

 

Nobody could explain it.

As usually, the Painful Mystery of Suicide remains impenetrable.

Kurt Cobain was the Marilyn Monroe of the Nineties.

The sign that there was something terribly wrong in the very heart of the Great Dream.

Kurt and Marilyn. Both of a breathtaking beauty. Lost in their artificial paradises. One torn apart by stomach aches, the other with gall bladder disease. Everybody dreamed to have a life like theirs, and they killed themselves.

 

WHO KILLED LAURA PALMER?

 

Courtney Love’s beauty-queen crown was usurped from Laura Palmer, and the chequered shirts of her husband are the same worn by Twin Peaks characters.

Guns, stuffed animals, pies full of sugar.

Laura Palmer’s death is the epilogue of the serial rapes by her father. The incest is at the basis of one of the most powerful grunge songs, Alive by the Pearl Jam. Incesticide is the third album by Nirvana.

But the element combing Grunge and Twin Peaks in the strongest way is the revelation of the horror hiding in everything supposed to be perfect, from the post-card mountain town, to the apex of success.

The taste for the uncanny, the excess, the outcome of death.

It’s better to burn than fade away, wrote Kurt Cobain in his last letter.

Fire walk with me, said Bob the demon.

 

 

GRUNGE IS DEAD

 

 

Good sister bad sister

Better burn that dress sister

The Hole

 

Omar Nardi’s project unsettles the rules of fashion, art and market. To the limits and the safety of a permanent boutique, the young Italian designer prefers to embrace an idea of instability and nomadism. Omar Nardi’s collections are presented in art galleries and off-places, every time in a different city. They remain on exhibition for one month, two, three at the utmost. They appear and disappear, as a star on tour.

In the fashion universe, Nardi highlights a feature considered as incidental in the brouhaha of productions and showrooms, the conceptual part of collections. The place chosen as the boutique transforms itself into an oneiric container, to shape the world behind the clothes. This place becomes a crossroads in which many forms of art meet: installation, musical or theatre performance, photography, video-art, conviviality and the art of conversation. In Omar Nardi’s nomadic atelier the only thing that matters is beauty.

 

I’M MISS WORLD, SOMEBODY KILLED ME

 

A crippled type of beauty, the one of Grunge. Mucked up. Dissonant. Along the lines of the Japanese and Belgian aesthetics. In Omar Nardi’s spring-summer 2011 collection, Grunge and the spectral world of Twin Peaks are revisited through deconstructed clothes, which hide the figure, and let out only the perfection of bodies. Grunge is re-proposed through a do-it-yourself ethics, taking hundreds of t-shirts and reassembling them till obtaining virtuosities of tailoring. The t-shirts are transformed into trenches, furs, blazers and jackets. The underwear leggings are a quotation of Kurt’s outfits, who used to go on stage wearing pyjamas. The white pieces of fabric refer to the Twin Peaks’ universe of ghosts. Black and white are the colours of the two Lodges, boundaries between the worlds of living and dead. Also the Black Lodges floor is in a black and white pattern.

 

HEART-SHAPED BOX

 

The gallery/atelier hosts an installation which wants to reproduce the room of an asocial teen-ager. At the beginning of the Nineties, the place of introversion or molecular aggregation of the private room replaced the traditional settings of youth: the bars of the Sixties, the discos and the streets of the Seventies, the squats of the Eighties. On the walls of this cocoon there are plush-trophies, which hint at a dimension of never-ending childhood and at the stuffed animals in the Great Northern hotel of Twin Peaks. Besides the trophies, there are also little framed images, to mirror the universes of Lynch and of Grunge one in the other. A turned-blue close-up of Kurt Cobain, and the face of Laura Palmer, wrapped in her shroud of plastic. Laura and her beauty-queen crown and the cover of Live Through This. Bob and Cooper screaming, Kurt and Frances yawning. Kurt wearing the shirt which gives the title to the exhibition, Ronette Pulanski walking on the rails, a series of pinned butterflies. Just like in the video-clip of Heart-Shaped Box, in which blue butterflies – a symbol of the soul - fly in front of a great cross in a field of poppies. Hanging down the cross, there is the alter-ego of Kurt Cobain, a sad, scrawny and decrepit Santa Claus.

Also the performance I’m You, planned for the opening, is inspired by the same video-clip and by the final part of Fire Walk With Me. Laura Palmer lies in the bed, watched over by Bob, while Kurt is hiding in the wardrobe, grasping his old teddy bear. Only one of them will be saved.

 

PERSONA

 

Omar Nardi’s masks are objects with a double essence. They can be manipulated and transformed into punk hats adorned by safety pins, or they can become integral hoods, which separate the body from the outside, telling about sensorial deprivation and identity erasure. They are objects of pathological closedown, blindness, incommunicability. These masks quote Margiela and Watanabe’s fashion-shows, but also the extreme performances of Rudolf Schwartzkogler, reaching also another kind of aesthetics, which came into the public mood a short time ago: the political aesthetics of power, applied to people who undergo imprisonment, torture, death penalty. Because it is a mirror to the world, even in its infernal reflections , for its cleanliness, essentiality, complexity, for its lack of accommodativeness, Omar Nardi’s collection Grunge is Dead… is closer to the universe of art than to the fashion-system.

 

1)This is the title which Kurt Cobain wanted to put on his last album. But in the end the opinion of the producers had prevailed, and the title of this album was In Utero.

 

CITAZIONI:

 

"Where we're from, the birds sing a pretty song and there's always music in the air."  -The LMFAP

 

Viviamo in un posto dove gli uccelli cantano un grazioso motivo, e c'è sempre tanta musica nell'aria. (Nano, Twin Peaks )

 

Put on my best Sunday dress, I walk straight into this mess of mine, Watching you burn, Watching you burn(The Hole, Best Sunday Dress)

 

Ho indossato il mio vestito della domenica, il più bello di tutti, sono andata dritta dentro al mio delirio, guardandoti mentre bruciavi, guardandoti mentre bruciavi (The Hole, Best Sunday Dress)

 

"Through the darkness of future past, the magician longs to see, one chance out between two worlds... fire, walk with me".(Bob, Twin Peaks)

 

Nell'oscurità di un futuro passato il mago desidera vedere. Non esiste che un'opportunità tra questo mondo e l'altro. Fuoco, cammina con me". (Bob, Twin Peaks)

 

Let the sun climb, oh, burn ‘way my mask (Last Exit, Pearl Jam)

 

Lascia che il sole salga, che bruci la mia maschera (Last Exit, Pearl Jam)

 

Come, downset in mud, soaked in bleach, As I want you to be, As a trend, as a friend, as an old memory _And I swear that I do not have a gun, No, I don’t have a gun (Come As You Are, Nirvana)

 

Vieni, immerso nel fango, impregnato di candeggina, Come voglio che tu sia, Come una moda, come un amico, come un vecchio ricordo. E ti giuro che non ho una pistola. Giuro che non ho una pistola. (Come As You Are, Nirvana)

 

There is a sadness in this world, for we are ignorant of many things. Yes, we are ignorant of many beautiful things - things like the truth. So sadness, in our ignorance, is very real. The tears are real. What is this thing called a tear? There are even tiny ducts - tear ducts - to produce these tears should the sadness occur. Then the day when the sadness comes - then we ask: "Will this sadness which makes me cry - will this sadness that makes my heart cry out - will it ever end?" The answer, of course, is yes. One day the sadness will end. The Log Lady: [introduction]

 

C'è una certa tristezza in questo mondo, poiché ignoriamo molte cose. Sì, ignoriamo molte belle cose. Cose come la verità. Pertanto, la tristezza della nostra ignoranza è molto reale. Le lacrime sono vere. Che cosa sono le lacrime? Ci sono persino piccoli condotti, i condotti lacrimali, per produrre queste lacrime, in caso di tristezza. Poi, il giorno in cui la tristezza ci colpisce, ci chiediamo: "Chissà se questa tristezza, che mi fa piangere, chissà se questa tristezza che mi spezza il cuore avrà mai fine?" La risposta, ovviamente, è sì. Un giorno, la tristezza avrà fine. ( Signora Ceppo, Twin Peaks)

 

Look on the bright side is suicide, lost eyesight I'm on your side, angel left wing, right wing, broken wing. (Milk It, Nirvana)

 

Guarda verso il lato luminoso, c'è il suicidio, Perduta la vista, io sono dalla tua parte, Angelo, ala sinistra, ala destra, ala rotta. (Milk It, Nirvana)

 

He has ribbons in his hair, and lipstick was everywhere, You look good in my dress, you look good in my dress, My beautiful son my beautiful son (My Beautiful Son, The Hole)

 

Lui aveva nastri fra i capelli, e c’era rossetto dappertutto. Stai bene con il mio vestito, mio bellissimo figlio. (My Beautiful Son, The Hole)

 

He would say, "Would you like to play with fire, little boy?" (Leland Palmer, Twin Peaks)

 

E allora mi chiese: vuoi giocare col fuoco, ragazzino? (Leland Palmer, Twin Peaks)

 

 

I don't know why I'd rather be dead than cool, every line ends in rhyme, less is more, love is blind, Stay away, give an inch, take a smile, fashion shits, fashion style, Throw it out and keep it in, have to have poison skin. (Stay away, Nirvana)

 

Non so perché preferirei essere morto piuttosto che essere figo, Tutti i versi finiscono in rima, Meno è più, L’amore è cieco, Stai lontano, Dammi un dito, Sorridi, Merde alla moda, stile alla moda, Tiralo fuori e tienilo dentro, Devo avere la pelle velenosa (Stay away, Nirvana)

 

"Catch you with my Death Bag". You may think I've gone insane. But I promise... I will kill again! (Bob, Twin Peaks )

Ti catturerò con il mio sacco mortale". Tu penserai che io sia impazzito. Ma ti faccio una promessa... tornerò ad uccidere ancora! (Bob, Twin Peaks)

 

Log Lady: One day my log will have something to say about this. My log saw something that night.
Dale Cooper: Really. What did it see?
Log Lady: Ask it.

 

Signora Ceppo: Un giorno il mio ceppo avrà da dire la sua su questa storia. Il mio ceppo ha visto qualcosa l'altra notte.
Dale Cooper: Davvero? Cosa ha visto?
Signora Ceppo: Glielo chieda.

 

 

 

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