I giganti del mare
di Hoshino Yukinobu
Collana J-Pop, BD edizioni
204 pagine (b/n), 9.90 euro
Sinossi
Yukinobu Hoshino, uno dei massimi esponenti della graphic novel giapponese, mescola fantascienza e romanzo storico in un volume che rivisita il mito di Moby Dick e degli altri leviatani, da sempre protagonisti di leggende e racconti di mare. Un'avventura ricca di pathos che è metafora senza tempo della vita dell'uomo nel suo rapporto con l’immensità della natura. I sentimenti ancestrali evocati da Hoshino si agitano sotto un disegno adulto e raffinato, che gli è valso numerosi riconoscimenti in carriera e un posto di primo piano nel panorama internazionale dei narratori per immagini. (Fonte: Feltrinelli)
Commento
Non sono un grande esperto di manga, ma da quel che ho capito Yukinobu Hoshino è un vero mito in questo campo, anche se pare sia specializzato nella fantascienza pura (se sbaglio correggetemi: ammetto la mia ignoranza in materia). Questa raccolta di cinque racconti a opera della BD edizioni si concentra però su tematiche diverse, che tangono solo in parte il genere science-fiction. Si va dal fumetto di guerra a quello d'avventura, con un paio di inframezzi orientati più sul genere horror, che non stonano nell'insieme. Il minimo comun denominatore è proprio il mare citato nel titolo.
Si parte da una sfida tra sottomarino nel bel mezzo della guerra fredda, con gli americani che mettono alla prova il loro primo u-boat a propulsione atomica, il Nautilus, cercando di attraversare i ghiacci del Polo Nord in immersione totale. A bordo del sottomarino c'è anche un ex comandante della Kriegsmarine tedesca, un uomo provato dalla guerra, e che farà di tutto per evitarne un'altra contro la pericolosa Unione Sovietica.
Il secondo racconto è anche il più breve e ambizioso del volume. Hoshino s'inventa un sequel non ufficiale di Moby Dick, con il capitano Achab naufrago sulle coste giapponesi, ancora ossessionato dalla sua nemesi personale.
Si passa poi a un'avventura horror-archeologica in Amazzonia, tra le rovine di un'antica città, forse Eldorado, che fa gola a molti ma che è difesa da un'incredibile pianta in grado di uccidere chiunque tenti di arraffare l'oro degli olmechi. Come? Non ve lo anticipo...
La quarta storia racconta di un naufragio su una sperduta isola dalle parte del Mar della Siberia, dove i superstiti delle onde scoprono una serie di laboratori sovietici abbandonati, che paiono essere stati assaltati da aggressori feroci e non umani. Dietro il tutto pare esserci un ambizioso quanto folle progetto di manipolazione genetica dell'ex URSS.
Conclude il volume un racconto che narra le gesta del V80, un sottomarino sperimentale costruito dalla Germania nazista, il più veloce e ambizioso di quegli anni. Il V80, dotato dei prodigiosi motori Walter, era in grado di toccare la velocità record di 23 nodi, ossia quasi il doppio di buona parte dei sottomarini di quel periodo. Nel racconto si ipotizza che uno dei sei V80 costruiti nel 1940 venne spedito direttamente nelle acque inglesi per colpire la flotta britannica al cuore. Questo piano coinvolge un luogo molto noto agli amanti del mistero: il lago di Loch Ness che, come vuole la leggenda, sarebbe collegato al mare aperto attraverso un enorme canale sotterraneo.
I giganti del mare soddisfa dunque gli appetiti più diversi, presentando storie ben scritte e disegnate, che difettano forse nella caratterizzazione dei personaggi, per dare la precedenza a una certa puntigliosa ricostruzione storica, tecnica e ambientale. Il volume è molto buono, prezzo compreso. Consigliatissimo a tutti gli amanti delle avventure in mare (e affini).