L’ 11 ottobre è uscito nelle librerie il nuovo Farinotti, il 2013. Non potevo non parlarne, e, per non farlo totalmente io … di seguito da Repubblica.it di Silvana Mazzocchi
“Decine di migliaia di film classificati e raccontati seppure in poche righe. Nato nel 1980, oggi è alla diciassettesima edizione, la summa dei titoli arrivati nelle sale italiane.
I film ci sono tutti, vecchi, nuovi e di ogni genere; decine di migliaia classificati e raccontati, seppure in poche righe. Sono le pellicole distribuite in Italia: western, thriller, commedie, fantascienza, azione e cinema d’autore, dai grandi classici agli ultimi arrivati al botteghino. E, per ciascun film, oltre alla regia, agli attori, alla durata e all’anno di realizzazione, un giudizio espresso con un numero di stellette che tiene conto, in modo calibrato, dell’accoglienza del pubblico e del parere della critica. E’ Il Farinotti, non l’unico, ma certamente il Dizionario specifico più antico in circolazione (nato nel 1980, esce ora la diciassettesima edizione). Una sorta di bibbia completa, una summa dei titoli arrivati nelle sale, compilata con la collaborazione del sito Mymovies da Pino Farinotti, divenuto nel tempo docente e autore di libri di successo, ma rimasto fedele alla sua creatura che ideò oltre trent’anni fa e che ormai firma insieme con sua figlia Rossella.
Oggi Il Farinotti conta più di 2500 pagine e classifica trentacinquemila film mentre, quando uscì per la prima volta (a dispense nel 1980), i titoli erano poco più di ventimila.
Ma al di là dei numeri, sebbene la loro impennata fotografi l’impresa meglio di ogni commento, Il Farinotti 2013, appena arrivato in libreria per Newton&Compton, rinnova il suo interesse grazie alla completezza e attualità: è stato aggiornato con i film appena presentati alla 69°mostra di Venezia e, forte della sinergia con Mymovies, rende accessibili online una serie di contenuti speciali, come locandine, fotografie dai set e schede ulteriori che arricchiscono il volume e ne rendono l’uso più appetibile.
Strumento di conoscenza e di memoria per addetti ai lavori, ma anche per chiunque ami il cinema o voglia soltanto documentarsi per meglio poter scegliere fra i film proposti in tv o dal mercato dei Dvd e affini, Il Dizionario è prezioso anche per chi non dovesse condividerne i criteri di classificazione e di giudizio che, come sottolinea lo stesso Pino Farinotti, sono formulati soprattutto “dalla parte del pubblico”. Il risultato, oggi come ieri, è garantito.
Il Farinotti è giunto ormai alla XVII edizione, lei è stato un pioniere di questa sorta di summa cinematografica. Come le è venuta l’idea?
“Il Dizionario di tutti i film, è il primo e il più completo. E’ un dato oggettivo. Ha preceduto i concorrenti di molti anni. Lavoravo alla Rusconi, come responsabile dei programmi di Antenna nord, poi Italia Uno, e scrivevo su alcune testate. L’idea mi venne dalla consultazione di vari dizionari parziali. Rilevai il numero dei film arrivati in Italia, circa 22mila e calcolai il numero di battute congruo per comporre una scheda che contenesse le informazioni necessarie. Regia e cast, attori, Paese e anno di produzione, soggetto e breve critica. Il capo della Rusconi era Edilio, editore illuminato. Andai da lui e gli esposi l’idea. Mi fece qualche domanda opportuna, naturalmente mi ero preparato delle schede campione. Rusconi ne fu entusiasta. Mi domandò se fossi sicuro di poter contenere tutto il dizionario in un solo volume. Gli risposi che il volume sarebbe stato corposo, ma i film ci stavano. L’editore, uomo colto e pragmatico, ritenne che l’idea fosse davvero buona e che valesse la pena farla fruttare. Così decise che il “Farinotti” dovesse essere distribuito a dispense, in edicola, con grande tiratura. Si partì da una prima uscita di centomila copie. Alla fine i 22mila film erano raccolti in quattro volumi con una rilegatura elegante. Era il 1980. Io ero… molto giovane”.
Secondo quali criteri vengono classificati i film? Ci sono proprio tutti? Quali le tecniche per garantire gli aggiornamenti?
“Il criterio sono le stellette, da una a cinque. Il problema sono i generi. Nel senso che non esistono film più diversi di Via col vento e Otto e mezzo, giusto per un esempio. Eppure entrambi presentano 5 stelle. E’ l’eterno nodo “critica-pubblico. Sono due film straordinari, uno da pubblico e l’altro da critica. Insomma occorre una mediazione. Tenendo presente un paio di assunti: niente è più discrezionale del cinema. Io amo Via col vento, così come Otto e mezzo. La corrente critica prevalente depenna il film hollywoodiano da tutte le classifiche. … chissà perché. Questa mia posizione è la ragione della didascalia che riguarda il “Farinotti”: dalla parte del pubblico. Sì, i film ci sono tutti, quelli usciti nelle sale. Ed è un valore aggiuntivo rispetto ai concorrenti che riportano solo una selezione dei film. Per l’aggiornamento il Dizionario si vale del sito Mymovies, leader in Italia, che offre davvero tutto”.
Lei è stato nominato “Benemerito della cultura” dal Presidente della Repubblica. Quale posto occupa il Cinema nel nostro Paese?
“Ringrazio del promemoria “benemerito”. Cito un passaggio della motivazione “… per la sua attività di enciclopedista, saggista e narratore…”. Ecco, narratore. Ormai da molti anni la parte maggiore del mio impegno è la narrativa: ho firmato bestseller tradotti nel mondo che hanno ottenuto premi importanti. Tuttavia continuo ad essere considerato “quello del dizionario”. Da quattro edizioni il Farinotti è firmato anche da mia figlia Rossella, ormai decisamente all’altezza, col vantaggio di non avere certi miei pregiudizi da… altra generazione, diciamo così. Il cinema italiano? Certo da noi occupa molto spazio, e ottiene giudizi lusinghieri, ma da se stesso. Nel mondo siamo ormai declassati. E pensare che eravamo i più bravi. Michael Mann, presidente delle giuria a Venezia ci ha tacciati di provincialismo. E’ così: non otteniamo uno dei tre maggiori riconoscimenti (Oscar, Leone di Venezia, Palma di Cannes) da tempi lontanissimi. (Ultimo Leone, Così ridevano 1998 di Amelio; ultimo Oscar, La vita è bella 1999 di Benigni; ultima Palma La stanza del figlio 2001 Moretti. ). Il nostro è prevalentemente il cinema del pozzo nero e del degrado… quello di Palermo, quello di Napoli, quello morale e fisico. Non basta per tornare nel consesso del cinema del mondo. Anche se i talenti li avremmo, ma impegnati su storie “etniche”, che non hanno un destino, altrove”.
il primo ad averlo …