Anselm Kiefer è a Milano. O sicuramente lo è stato, perchè era presente all’inaugurazione lo scorso sabato nello spazio bianco e incombente della gallerista Lia Rumma in via Stilicone. La Rumma è l’unica gallerista a gestire l’artista tedesco (1945) in Italia, e l’ha portato (non lo vedevamo dai tempi delle Torri costruite appositamente all’Hangar Bicocca, ancora adesso insuperabili in quello spazio) con nuovi lavori nella mostra dal titolo la Mezzaluna fertile. Titolo scritto su un muro al secondo piano, a lato di una tela quasi tridimensionale, fatta fi grigi, di nomi, di materia, e di sensazioni.
E’ raro e speciale vedere i lavori del maestro a Milano, per questo è emozionante quando alle fiere (Art Basel quest’anno aveva dei bei lavori), o in luoghi come Berlino, all’Hamburger Banhof ad esempio, trovi davanti agli occhi le grandi tele materiche, dal grigio dirompente, che richiamano il passato e sensazioni attuali, con una potenza “alla Kiefer”.
A Milano è emozianante, ma, soprattutto se le aspettative sono alte, trattandosi appunto di … Kiefer, un pò deludente, soprattutto l’impatto iniziale. Al piano terreno infatti una grande installazione centrale composta da una vecchia macchina da tipografo (per la stampa insomma) con grandi rotoli di ferro fatti di piccole foto in bianco e nero, srotolate sul suolo della galleria. Queste piccole foto vengono riprese sui muri laterali, in grandi dimensioni, stampate su foglio e su ferro. Quasi delle solide pellicole cinematografiche, senza senso. Bello il lavoro al secondo piano, la Mezzaluna, appunto.
Kiefer è comunque da vedere, con rispetto, e mezzo occhio chiuso al piano terreno.