Arte è cibo? Per Celant forse troppo.
Torno sul caso Celant, dopo avere letto un articolo riguardante il suo compenso su il giornale dell'Arte-The Art Newspaper, Inglese, dove si appunta che Germano Celant sia il curatore indipendente più pagato al mondo, con la cifra che oramai conosciamo tutti di € 750.000 per l'Expo 2015 di Milano
The Art Newspaper, freddamente ha esaminato il compensodi circa 40 curatori internazionali e di biennali; il risultato comparativo della ricerca è inquietante, in media un curatore internazionale guadagna un sesto della cifra che intascherà Celant.
Nonostante il super compenso, la mostra di Celant, appare anche dal punto di vista curatoriale debole, prevede di esplorare il rapporto tra cibo e arte nel mese di maggio.
La difesa di Celant e del suo team sono i tre anni di lavoro e che parte del denaro servirà per pagare otto assistenti.
"I suoi compiti comprendono lo sviluppare l'esperienza del visitatore e la selezione delle opere in gallerie in Italia e all'estero." Si dice, insomma un commissario tecnico di una nazionale di calcio, a questo si è ridotto il ruolo di un curatore d'arte contemporanea?
Sempre comparando:
I curatori della Biennale di Venezia guadagnano circa 90.000 € l'anno; la tassa totale varia da circa € 120.000 a € 180.000, in base alla quantità di tempo che devono preparare.
Il curatore della Biennale di Gwangju? Tra € 100.000 e € 150.000.
Lo stipendio per il direttore artistico di Documenta?
Più o meno equivalente a quella di un professore universitario di ruolo € 2.012 al mese, dice Roger Buergel, che ha co-organizzato la mostra con sede a Kassel nel 2007.
Insomma le 750mila euro, più Iva, per 30 mesi di lavoro in Italia creano gastrointeriti ma all'estero sono incomprensibili, come tante nostre deformazioni di un mercato fondato sull'inconsapevole contrinbuente.
Non sarà che forse oltre al tetto sugli stipendi dei manager, andrebbero discussi e normatizzati i valori minimi e massimi di compenso a un curatore d'arte contemporanea?
A proposito, come mai i curatori non passano mai per un regolare concorso pubblico ed aperto di selezione?
Proprio loro che nel nome del mercato selezionano gli artisti...
A proposito, cosa diceva Tremonti il 14 Ottobre del 2010? "Con la cultura non si mangia, di cultura non si vive, vado alla buvette a farmi un panino alla cultura, e comincio dalla Divina Commedia".