Imbratto Keith Haring perché la sua è lingua viva?
Sono vandali quelli che hanno dissacrato un murales di Keith Haring patrimonio artistico protetto?
Il fatto è avvenuto nel nord di Melbourne.
In Australia resisteva,uno dei soli trentuno murales dall’artista di fama mondiale Keith Haring, intatto per più di 30 anni.
Questo fino a Sabato scorso, quando a Collingwood ci si è trovati davanti al graffito uno “scarabocchio” nero, il nome di “Keith Renks”ed un cuore di amore.
Keith Haring, artista americano e attivista sociale, è stato un artista fondamentale per la mia formazione, la connotazione “politica” del suo lavoro l’ho sempre sentita molto vicino alla mia idea dell’arte prima di tutto come linguaggio.
Morto nel 1990 per AIDS, il lavoro imbrattato risale ad una visita fugace a Melbourne nel 1984, dipinse il murales sulla parete dell’allora Collingwood Technical College, uno dei soli 31 murales noti di Haring in tutto il mondo.
Frank Cotela stava guidando su Johnston St Sabato mattina, è stato il primo a scoprire il danno.
“Mi ricordo quando ci ha lavorato nel 1984, non è mai veramente stato etichettato dai ragazzi come semplicemente graffito, è davvero un gesto deludente per la nostra comunità”.
Intanto sui social si è scatenato il dibattito, appassionati Graffiti via Instagram discutono sui danni, qualcuno loda i vandali per il loro “lavoro eccellente”.
Altri hanno condannato il crimine, ma si sono trovate risposte come “nah è dolce il problema, si risolverà in poche settimane”.
Il murales è stato aggiunto al Victorian Heritage Register nel 2004.
Appena 18 mesi fa, è stato presentato al pubblico dopo essere stato riportato al suo antico splendore da Arts Victoria.
Cosa aggiungere?
L’azione è certamente di una certa ambiguità, un graffito elevato ad arte è esentato dall’interazione linguistica dei graffitari vivi?
Forse il graffito ha perso la sua carica propulsiva proprio perché con Haring è passato dalle strade alle gallerie divenendo genere di mercato?
Difficile sbrogliare la matassa ma emetto la mia sentenza personale, quella scritta sentenzia la vita del linguaggio di Haring tra i graffitari contemporanei, forse una provocazione, ma una provocazione che ne omaggia l’immensità della sintesi linguistica.