Sono appena tornata da Lisbona. E’ una città molto affascinante, senza dubbio magica. Magica per il sapore che traspira in ogni via, in ogni palazzo, in ogni zona, una diversa dall’altra, per stile, per vissuto e per storia. Dai vialoni imperiali, come avenida de Libertade, alla porta del Sol e le sue meravigliose piazze, alla zona popolare e antica di Baixa e del castello, al Bairrio Alto, fino a Belem. Lisbona è un meltin pot di diverse culture che si sono susseguite, lasciando ognuna la sua orma …. dai tocchi arabi, a quelli romani, a quelli cristiani …strade pulite e altre fatiscenti, zone povere, e altre ai passi con la Berlino underground o la Londra trendy, che più siamo abituati a vedere. Negozi davvero old style, lasciati com’erano da generazioni, e poi le vie del Bairrio Alto e del Chiado (le zone trendy, dai bei negozi, baretti, ristorantini); tascas fatiscenti dove mangiare bene a prezzi che noi davvero ci sognamo. E poi il castello di San Jorge, dove si entra in un altro tempo, dove sempre di aver fatto passi indietro nella storia di centinaia di anni. Il tempo a Lisbona infatti si è un po’ fermato. E’ molto avanti per alcuni dettagli anche pratici, dai mezzi, primo fra tutti il mitico tram 28 (quello di Lisbon story) che attraversa la città orizzontalemente, allo spirito easy delle persone …e molto retrò su tante altre cose.
Di arte contemporanea ce n’è poca: un bel museo al Bairrio Alto, dei bei murales che si scoprono qua e la, come il lavoro unito di Os Gemeos (i fratelli brasiliani, tra i più cool della street art) e del nostro Blu e …sopresa, prendendo il tram e rimanendoci sopra più di 40 minuti si arrivca a ovest, in un’”altra Lisbona”, quella portuale, quella chiamata Belem. A Belem le cose da vedere sono poche, e il paesaggio e magico e surreale: il Monastero dos Jeronimos, enorme, elaborato, di un neogotico minuzioso sempre in bilico tra lo sfarzo nei dettagli, e la semplicità reale degli interni, con le tombe di Vasco de Gama (che da li scoprì l’India) e Luis de Camoes, il poeta che li nacque, vanto di Lisbona, insieme all’altro grande personaggio letterario, citato in ogni angolo della città: Pessoa. Oltre al Monastero a Belem, che è rimasta una zona molto portuale, da dove arrivavano tutti, è da vedere la torre, simbolo della città, che si erge sul mare, ed è uno straordinario monumento militare (periodo 1495/1520, sotto il regno di Manuel). E poi l’altro imperdibile protagonista di Belem, insolito in questa parte tra mare e luoghi abbandonati: il Centro Culturale, con il Museo dedicato alla collezione del magnate Josè Berardo, uno dei pochi posti dove l’arte è protagonista. L’edificio, proprio sul fiume Tago a pochi passi dalla torre di Belem, fu costruito nel 1992 dagli architetti Gregotti e Salgado, e dal 2006 è un centro culturale, con spettacoli, scuole, un centro di serigrafia, terrazze e giardini con sculture e appunto una collezione che va da Picasso, Dali, Warhol Mondrian, a opere meravigliose di Minial art (da Frank Stella, a Carl Andre), fino al concettuale di Joseph Kosuth (un’opera importante, che da noi non si era mai vista), fino all’arte povera con i nostri Giovanni Anselmo, Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti e Gilberto Zorio, per fare alcuni nomi, o ancora Vito Acconci e Gina Pane, Bill Viola e Nam June Paik, Land art con Robert Smithson, lavori digitali con Tony Ousler, o Gabriel Orozco …insomma, tante cose da vedere, ma questo nella parte II, perchè Lisbona non si può vedere in un solo blocco…