Mimmo Paladino e le sue sculture //// al Museo delle Ceramiche di Faenza

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Sono cento le opere del maestro campano esposte in un ricco percorso all’interno del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Sculture, installazioni e lastre in ceramica, per consacrare il rapporto di Mimmo Paladino (Benevento, 1948) con la città e con la Bottega Gatti. In mostra i capolavori di una vita e opere realizzate ad hoc, dai primi Testimoni in pietra (già esposti alla XLIII Biennale di Venezia nel 1988) fino a nuovi Dormienti inediti.

 Paladino realizza sculture già dagli anni ottanta, e dal 1993 inizia la collaborazione con la Bottega Gatti a Faenza, luogo storico frequentato anche dai futuristi, in cui il maestro ha realizzato la maggior parte dei suoi lavori. Oggi si possono contemplare in un unicum all’interno del Mic dove, dallo scorso maggio fino a ottobre 2012,  convivono opere note e opere nuove, inedite, distribuite dall’artista tra interno ed esterno, e realizzate con materiali diversi, dal legno alla terracotta, dal vetro agli smalti, dall’argilla agli ossidi, e, naturalmente, la ceramica. Ecco che sfilano, rigorosi ed eleganti, i busti primitivi di Paladino, con elementi racchiusi come in una sacra nicchia; poi il Treno(2007), una struttura orizzontale in ferro con inseriti resti ancestrali, elementi di guerre e battaglie passate, e che termina con due Dormienti in ferro; o il grande Elmo, davanti al quale lo spettatore è costretto a fermarsi, per l’incombenza dell’opera e la sua simbologia. E ancora la Meridiana (1983), un corpo da contemplare abbassando lo sguardo, come con gli altri toccanti Dormienti, alcuni realizzati ex novo: la figura non è riconoscibile perché scomposta in elementi appoggiati a una lastra di ferro, come un braccio, una gamba, alcune tegole, perché per Paladino ciò che conta è la materia, sia quella plasmabile che quella incontrollabile, che restituisce un “senso antico” alle cose.  Nel cortile esterno c’è la Torre (2005), un’opera di grandi dimensioni (cm 400x500di diametro) come i tre Dischi in terracotta, ossidi e smalti. Tra le nuove realizzazioni si distinguono le lastre in ceramica della suite Faenza disposte sulla parete incorniciate dal ferro, come eleganti tele dipinte, ma fatte di materia viva. E ancora le Sfere, o i Vasi alchemici, arrotondati e disegnati ognuno con figure e colori diversi, legate da un costante primitivismo. Dopo Enzo Cucchi e Sandro Chia, Mimmo Paladino  è il terzo artista della Transavanguardia a esporre in un percorso dedicato alla scultura iniziato nel 2010 al Mic. Ad affiancare l’esposizione, a cura della direttrice del Museo Claudia Casali, un catalogo generale che contiene anche opere non presenti in mostra, come la Porta di Lampedusa, rivestita in ceramica, nel finale.

Informazioni su 'Rossella Farinotti'