Alice Attanasio, Panopticon | Andrea Lacarpia

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Alice Attanasio, Panopticon 

di Andrea Lacarpia


La Galleria Maelstrom è situata in un tranquillo vicolo, nel cuore dell’elegante quartiere milanese storicamente collegato all’arte per la presenza dell’Accademia di Belle Arti di Brera, e sta facendo parlare molto di sé per essere una delle poche nuove gallerie che punta con coraggio e determinazione esclusivamente su giovani artisti, scommettendo con entusiasmo sul talento di nuovi artisti dal linguaggio in evoluzione.

Raggiungere lo spazio espositivo a piedi può essere molto piacevole, circondati da edifici storici e negozietti che sembrano dei cabinets de curiosités d’altri tempi, fino ad arrivare al grazioso cortile dove è situata la galleria.

L’atmosfera rilassata e a “misura d’uomo” del quartiere Brera si riflette anche all’interno della Galleria Maelstrom, dove si viene accolti con cordialità.

Lo spazio espositivo suddiviso in più sale raccoglie una mostra eterogenea per la varietà dei mezzi utilizzati dall’artista, ma nello stesso tempo coerente nella leggerezza formale dell’insieme.

Nella prima sala sono esposte delle opere pittoriche in cui è chiara la volontà dell’artista di semplificare la rappresentazione della figura umana al punto da azzerare gli aspetti più materici della grammatica pittorica, operando una sorta di purificazione massima dell’immagine, accentuata dalla scelta di rappresentare soggetti infantili, ingenuamente puri e immersi in uno spazio completamente bianco.

Oltre alle opere pittoriche su carta e su tela è presente un polittico di piccoli light box: delicati disegni su carta retroilluminati, una sorta di ulteriore semplificazione dell’immagine, che qui risulta più efficace rispetto ai dipinti.

Di seguito troviamo le sculture, dove dei cuori sintetici ci riportano all’essenza del discorso concettuale dell’artista, già affiorato nella sua precedente personale “Medication”: la ricerca di una medicina universale che possa curarci dal male di vivere del mondo attuale, un ospedale che sia un paese dei balocchi pieno di leccornie che rendano più dolci le brutture della vita.

E appunto di dolci caramelle inglobate in resina sono costituite le ultime opere presentate nel percorso della mostra: anche qui light box retroilluminati, in cui dolci di vari colori vanno a formare una croce, giocando efficacemente sull’ambivalenza medica e spirituale di tale simbolo.

Infine, proiettato sulla parete dell’ultima sala espositiva, troviamo un video in cui si svolge una storia che è una sorta di favola simbolica sulla contrapposizione del bene e del male, dove la protagonista è la stessa Alice Attanasio.

Nel complesso la mostra riflette il recente interesse dell’artista per i testi di René Guénon, scrittore vissuto tra il 1800 e il 1900, impegnato nell’individuazione della base comune della spiritualità universale fusa in un concetto metafisico di Tradizione.

Il ritorno dell’interesse generale nei riguardi della tradizione simbolico - spirituale sta emergendo sempre più nell’arte contemporanea, ma la ricerca dell’archetipo interiore, che anima la ricerca di molti giovani artisti, in Alice Attanasio sembra tramutarsi in un’analisi più leggera e scanzonata, scevra da pesanti costruzioni intellettuali.

 

IMMAGINI:

 

INFO MOSTRA: 

Dal 19 gennaio 2011 al 5 marzo 2011

Alice Attanasio – Panopticon

a cura di Emanuele Beluffi

Maelstrom Art Gallery

Via Ciovasso, 17 - Milano

www.maelstromart.it – info@maelstromart.it

Tel +39 02 72001392

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