Mia recensione d'estetica alla mostra d'arte contemporanea Lo sguardo ondoso attorno al monumento - Hannes Egger e Rebecca Agnes (Krasnojarsk "Book Fair 2014", 31 Ottobre - 4 Novembre)
L’artista Rebecca Agnes porta una video-proiezione, chiamata I was here. In questa, noi riconosciamo le ambientazioni fantastiche, prese da più racconti. Qualcosa che valga solo nella nostra immaginazione. I racconti citati da Rebecca Agnes sono molto famosi, e selezionati da lei secondo il proprio “gusto”, di lettrice. Noi arriveremo a “fare i turisti”, fra le terre immaginarie. Pare la dimostrazione del nostro impulso a ricordare, un po’ ingenuamente, che eravamo stati innanzi a qualcosa, nell’orizzonte. Lo stesso può accadere per il monumento, o ciascun palazzo di tipo storico.
Nella video-proiezione di Rebecca Agnes, la linea dell’orizzonte si percepisce come “mossa”. Proprio in mezzo al mare, l’uomo pare continuamente “sballottato”. Nell’immaginazione, la mente va sempre “alla deriva” della realtà. Il naufrago desidera almeno un appiglio, che crescerà (risalendo dagli abissi). Così Rebecca Agnes insiste a mostrare gli elementi pseudo-vegetali. E’ la linea d’orizzonte “nell’intrico” d’uno “sballottamento”. Nel mare, l’isola funge virtualmente da sua “chioma”. Il tipico monumento può “soffrire” la calca dei turisti. Così si favorirà la percezione più “ingenua” della cartolina, tradendo il gusto iniziale per l’avventura (con tutta l’imprevedibilità della sua immaginazione).
Lo scrittore Alfred De Vigny ci narra d’un giovane uomo, che provò ad educarsi leggendo le Meditazioni del filosofo Cartesio. Egli prese una palla, immaginando d’essere assorto “nel sogno ad occhi aperti” della scienza. Per Cartesio, le idee si percepivano in modo chiaro e distinto. Una palla sembrerebbe la metafora del pensiero scientifico. Lì, tutta l’imperfezione degli angoli (complice la loro delimitazione) è mancante. Invece, il centro diventa ideale (raccolte in se stesso tutte le proprie proiezioni, grazie ai raggi). Secondo il filosofo Gaston Bachelard, il pensiero scientifico non è banalmente chiaro e distinto. La palla avrebbe i suoi raggi a sprofondare. E’ sufficiente immaginare che il centro funga solo da prerequisito.
Rebecca Agnes ci mostra una cornice, in cui molti luoghi fluttuano (per la loro sovrapposizione). Quelli esistono solo virtualmente (nel romanzo d’un famoso scrittore). La sovrapposizione fra i luoghi si farà percepire dal suo “montaggio a scatti”. Lo stesso accade se vogliamo stampare una serie di cartoline, dopo un classico tour. La video-installazione ci aiuta a percepire quanto noi siamo sempre “immersi” nella lettura (fra le vicende d’un romanzo). Forse, si potrà citare la “spumosa monumentalità” del vecchio zootropio. Agli albori del cinema, tutte le immagini parevano virtualmente scattate dentro una “palla di cristallo” (la quale permettesse all’intero racconto il suo ritorno “alla superficie”). Molti monumenti di Rebecca Agnes funzionerebbero come una “manovella” per le cartoline d’uno “zootropio turistico”: le torri, le colline, i palazzi ecc… Quelli lasciano che la nostra immaginazione sia illuminata, sopra la corrente d’uno sfondo indistinto, blu per le onde del mare (dove la “palla” della schiuma si percepirà nel suo zampillio).
L’artista Hannes Egger ama lavorare a collage, usati giornali d’architettura che poi sono ridisegnati. A Krasnojarsk egli realizza una pianta della città. Stampata o disegnata, questa sarà appesa (sul muro o sul tavolo). Lì, un chiodo marcherà la posizione del Krasnojarsk Museum Center. I visitatori dell’esibizione Lo sguardo ondoso attorno al monumento sono invitati a fare lo stesso. Essi marcheranno con un chiodo la loro casa, oppure un luogo di provenienza indiretta (come il parking dell’automobile, la stazione ferroviaria, l’aeroporto ecc…). Sarà un modo per far crescere la città di Krasnojarsk, virtualmente. Tutti i chiodi si congiungeranno assieme. Hannes Egger inoltre avrà programmato una performance. Girando per le strade di Krasnojarsk, egli raccoglierà le sue “impressioni”, pure materialmente (tramite qualche oggetto, d’una certa rilevanza: la pietra d’un sentiero, l’acqua del fiume, il ferro del capannone abbandonato ecc…, che saranno a loro volta contrassegnati, da un chiodo, nella mappa al museo).
Esteticamente, torna la fenomenologia dello zampillio. Il chiodo è sempre battuto. Nel contempo, la parete (di pietra o di legno) si scrosterà. Ma sulla mappa di Hannes Egger i chiodi sono collegati, da un filo che virtualmente si “sballotti” sull’orizzonte “oleoso” d’una visita al museo. Spesso si chiede all’opera d’arte di farsi ammirare, quasi rallentando il nostro vissuto. Il museo si percepirà in via “oleosa”? Certamente le opere d’arte devono “risalire in superficie”, come il classico monumento, preservando una cultura del passato. Qui i chiodi di Hannes Egger si collegano al “fulcro” Krasnojarsk Museum Center. Guardati dall’alto, essi quasi ricostruiranno una crepa, nella “superficie emergente” di sé. E’ la stessa configurazione d’una fontanella, dove la memoria dei vari visitatori (chiamati a contrassegnare le proprie dimore, più o meno dirette) “zampilli”.
Per il filosofo Gilles Deleuze, una molteplicità si dà avendo molte parti. Là, i limiti richiamano le pieghe (in diversi modi di configurazione). Ogni “increspatura” che determina il mondo (pure nel piano spirituale, fra i sentimenti, le parole e le idee…ad esempio!) virtualmente si percepisce “nell’imbuto” di se stessa. La materia, che è infinitamente divisibile, ha un movimento continuo, ma curvando a spirale. Ciò avviene perché tutte le parti del mondo, percepite nel loro piegarsi (a vicenda), alla fine formeranno molti vortici in rilievo. Nella città contemporanea, la gente si muove in via “nomadistica”. Noi frequentiamo più palazzi e case. Le rotte degli autobus o della metropolitana sono veloci, ma abbastanza ripetitive (così da girare intorno a sé).
A Krasnojarsk, l’artista Hannes Egger invita ad installare molti chiodi, i quali alla fine si congiungeranno assieme. Ciascuno di quelli identifica la provenienza dei visitatori, nel museo. Così, il tessuto urbano di Krasnojarsk letteralmente curverà “nell’imbuto” di se stesso. Noi vedremo il continuo svilupparsi delle strade (attraverso un filo colorato), nel proprio “irradiarsi”. Il Krasnojarsk Museum Center diventerà il “fulcro” del nostro bisogno ad abitare, contro il nomadismo della vita, nella città contemporanea. Hannes Egger lascia che i visitatori virtualmente si costruiscano una nuova casa. Il chiodo delimitante il Krasnojarsk Museum Center diventerà un “fulcro” sopra tutta la “monumentalità” dei ricordi personali, in maniera non meramente ornamentale. Con l’installazione di Hannes Egger, il nomadismo della vita nella città contemporanea si farà virtualmente percepire nel suo “cavalcarsi”. Basterà inserire i diversi chiodi. Così noi penseremo che tutti i monumenti abbiano la stessa base d’un cavallone, nel “mare” delle strade “erranti” (mentre il nostro vissuto è socialmente “caotico”).
THE WAVING LOOK AROUND A MONUMENT
(translated by Paolo Meneghetti)
Artist Rebecca Agnes presents a video-projection, called I was here. It shows to us fantasy settings from different novels: they are places that exist only in our imagination. The novels mentioned by Rebecca Agnes are very famous, according to her personal “taste”, as a reader. Like in the tour, we will do an imaginary visit between these lands. That’s recalls our naive impulse to record our presence in front of particular places, on the horizon. Something that happens for a monument, or every historical buildings.
In the video-projection of Rebecca Agnes, the horizon is perceived in a “blurry” way. Exactly in the middle of the sea, man seems continually “moved from pillar to post”. In the imagination, the mind always “drifts away” of the reality. A castaway wants at least one handhold, which will grow (emerging from the abyss). So Rebecca Agnes persists to show the pseudo-vegetable elements. That’s the horizon “in the maze” of a “welter”. Inside the sea, an island functions virtually as its “foliage”. The typical monument can “suffer” the “crowd” of tourists. So, the perception more “naïve” about a postcard will be favourite, betraying the initial taste for an adventure (together all the unpredictability of its imagination).
Writer Alfred De Vigny told us about a young man, who tried to educate himself reading the Meditations of René Descartes. He took a ball and he imagined to be absorbed in the “daydreams” of the science. According to Descartes, the ideas were perceived in a way clear and distinct. A ball would seem the metaphor of the scientific thinking: There, all the imperfect corners (complicit their delimitations) are lacking. Instead, the centre will become ideal (gathering on itself all its projections, by the radii). According to Gaston Bachelard, the scientific thinking is not banally clear and distinct. The ball would have its radii in sinking. It’s enough to imagine that the centre is only a prerequisite.
Rebecca Agnes shows to us a cornice, where many places flow (in their superimposition). These exist only virtually (in the romance of a famous writer). The superimposition between the places is perceived in its “snap-mounting”. That will be as if we would print a series of postcards, after a typical tour. The video-installation helps us to perceive how we are always “immersed” in reading (between the plots of a romance). Maybe, we could mention a “foamy monumentality” of the old zootrope. At the beginning of cinematography, all the images seemed virtually “shot” inside “a crystal ball” (which could allow the entire plot its return “to surface”). Some monuments of Rebecca would functions as “a crank handle” for the postcards in a “tourist zootrope”: the towers, the hills, the palaces etc… These allow our imagination to be illuminated, over the flowing of an indistinct background, blue as the waves of sea (where the “ball” of the foam will be perceived on its springing).
Artist Hannes Egger loves to work with collages, using newspapers of architecture, and re-drawing on them. In Krasnoyarsk, Hannes Egger will realize a map of the city. Printed or drawn, that will be hang up (on a wall or on a table). There, a nail will mark the position of Krasnoyarsk Museum Center. The visitors of the show The waving look around a monument are invited to repeat the Hanne’s action. They will mark their houses, or the indirect places from which they arrive (as a parking lot, the railway station, the airport etc…). That will be a way to allow Krasnoyarsk city to grow, virtually. All the nails will be connected each other. Hannes Egger moreover will plan a performance. Moving around for the city of Krasnoyarsk, he will collect his “impressions”, even and materially (through some objects, which have a good importance: the stone in a path, the river’s water, the iron from an abandoned hangar etc..., which will be in turn marked, by a nail, on the map in the museum).
Aesthetically, here the phenomenology of gush returns. A nail is always beated. In the same time, its wall (by stone or wood) will strip away. However in the map of Hannes Egger the nails are connected, with a thread that virtually is “moved from pillar to post” on the “oily” horizon of visiting a museum. Often we request that the art work can be admired, almost allowing our living to slow down. Will be the museum perceived in an “oily” way? Certainly art works have to “emerge in surface”, like the typical monument, preserving one culture from the past. Here the nails of Hannes Egger are connected to the “fulcrum” of Krasnoyarsk Museum Center. Watching them from on high, these almost rebuild a crack, in the “emerging surface” of itself. That’s the same configuration of a little fountain, where the memory of different visitors (called to mark their dwelling, more or less directly) “gushes”.
According to Gilles Deleuze’s philosophy, the multiplicity is something that has so many parts, where the limits recall the folds (in different way of a configuration). Every “pleating” which determine the world (also on its spiritual case: between the feelings, the words and the ideas… for example!) virtually is perceived in the “funnel” of itself. The matter, which is infinitely divisible, has a continuous motion, but in spiral curving. That happens because all the parts of world, perceived in their folding up (each other), finally form many vortices in relief. In the contemporary city, people move in a “nomadic” way. We frequent more houses and palaces. The routes of bus and subway are fast, but quite repetitive (so to turn around themselves).
In Krasnoyarsk, Hannes Egger invites to install many nails, that finally will be connected each other. All of them mark the origin of visitors, in the museum. So, the urban fabric of Krasnoyarsk literally will be bent “in the funnel” of itself. We will see the continuous development of streets (through a coloured thread), in its “radiating”. The Krasnoyarsk Museum Center will become the “fulcrum” of our need to dwelling, against the nomadism of contemporary living in a city. Hannes Egger allows all the visitors to virtually build a new house. The nail about Krasnoyarsk Museum Center will become a “fulcrum” above all the “monumentality” of personal memories, in a not merely ornamental way. The nomadism of contemporary living in a big city, in Hannes Egger’s installation, could be perceived virtually “riding” it. We only will have to insert the different nails. So, we would think that all the monuments will have the same base of a comber, in the “sea” of wandering streets (while our living is socially “chaotic”).