Arte contemporanea, specchio del nostro tempo.
Forma di ribellione, socializzazione, attivazione della mente e delle mani.
Chi dice che l’arte ora non è più arte, dovrebbe passare da Palazzo Reale, che per la prima volta ospita la mostra del Premio Rothschild: diciotto giovani artisti a 360°, carichi di entusiasmo e creatività, espongono, propongono, ci fanno gustare le loro opere straordinariamente vivaci, originali e dense di espressioni e significati. Il tutto ci travolge, quasi emergesse una preponderante voglia di rompere gli schemi e creare particolari connessioni tra la realtà e il sostrato dell’immaginario.
Il viaggio di questa splendida esposizione si compone di cinque tappe, ciascuna delle quali ospita differenti opere di pittura, scultura, fotografia, installazione e arte digitale.
L’impatto è da subito forte ed espressivo, in quanto le sale che ospitano la mostra corrispondono agli storici appartamenti di Palazzo Reale, perciò si crea un contrasto culturale molto stimolante tra il neoclassicismo dei decori e degli arredamenti, tripudio di un’epoca di sfarzo, e le opere esposte, emblemi della linearità e dell’interpretativismo dell’arte contemporanea.
Su quest’onda, possiamo dal principio concepire come in questa rassegna, ci si proietti verso una concezione dell’arte quale concatenazione di passato e presente, poiché nonostante le palesi differenze stilistiche, tutto si aggancia e il passato offre una cornice per l’arte attuale.
Tanti artisti, tante opere che ci parlano di aspetti e momenti differenti della socialità;
nella prima stanza, si passa dall’ “Orchard” di Christian Tripodina, una teca in vetro contenente piume, cocci, rami quasi fossero ossa e ossa vere, il tutto volto a creare un ponte tra realtà quotidiana e i prodigi religiosi spesso sottovalutati, con l’idea quindi di filtrare lo spazio attribuendo importanza all’elemento irrazionale, al “Landscape project” di Margherita Moscardini, che componendo un mosaico con i vetri comuni trovati per le vie della centro, forma una mappa che identifichi la città, senza tralasciare l’opera di Maria Domenica Rapicavoli, che con un’installazione video “A dirti la verità” e con due foto di grandi dimensioni, una sui tetti e l’altra sui dorsi degli schedari di un archivio, ci presenta la situazione di una realtà contrastante come quella di Corleone.
Nella seconda stanza, prevale una sensazione di staticità e di “analisi” sulle situazioni sociali, attraverso i due video di Anna Franceschini (uno rappresentante un mantello stellato che si gonfia e l’altro due spazio orizzontali che vibrano), i 12 disegni dei due artisti del Barbara Guerrieri group, tutti su sfondo giallo, rappresentano in matita diversi momenti di aggregazione, tutti rinchiusi in “gabbie” rosse realizzate con lo spray, i 9 scatti fotografici in bianco e nero di Cleo Fariselli che raffigurano stelle in modo quasi scientifico, e due installazioni, una di Nicola Martini,poggiata sul pavimento ci da un senso di vischiosità fermo immagine del movimento, l’altra di Ludovica Carbotta rappresenta una sorta di pozzo in legno, che in realtà è una perfetta riproduzione della cupola del Guareschi.
La terza stanza ci offre tra scorci di totale stupore e originalità pura, grazie alle due opere di Giulio Delvè: la prima “Speakeasy”, è un’installazione di tubi e bottiglie contenenti alcolici, poste in versione flebo, mentre la seconda “Hotel Tritone” è una stupefacente installazione composta da quattro ombrelloni colorati che ruotano grazie ad un motore. La sensazione che traspare dalle opere di Delvè è di totale passaggio, movimento, leggerezza; è come se riuscisse a riprodurre la velocità dei tempi che contraddistinguono il nostro periodo.
La quarta sala, ospita ancora una volta sia Cleo Fariselli con un’altra opera fotografica, questa volta di grandi dimensioni, appesa a parete e rappresentante ancora le stelle, ma contestualizzate nel cielo e con la presenza sia di una luna luminosa che di un lampione, sia gli artisti del Barbara Guerrieri group, che propongono attraverso quattro video animati, dei momenti di gioco e socializzazione.
Spettacolare è il “Belvedere” di Renato Leotta, una fontana composta di mattoni di cotto, che riproduce un affioramento spontaneo sorgivo, ed interessanti sono le due opere di Danilo Correale, “Picket flags” (bandiere colorate su aste sottili) ed “Eternal flame”, video rappresentante una fiamma fissa.
Infine, nell’ultima stanza, ecco i due dittici di Caterina Nelli: il primo è formato da due tavole, una a tinta unita mentre l’altra è un puzzle di tante foto in bianco e nero, tutte raffiguranti diversi momenti di vita notturna. Interessante dal punto di vista empatico, in quanto è in qualche modo una foto generale su un tipo di realtà che quotidianamente tutti i giovani vivono; il secondo è una foto in primo piano di donna e sul pavimento di fronte, una serie di quadretti in tinta unita olio su tela, impilati l’uno sull’altro.
D’impatto è il video animato di Rita Casdia che attraverso dei personaggi di plastilina che cambiano forma, riesce a tracciare uno spaccato sui veloci mutamenti contemporanei e bello è l’accostamento di Luan Bajraktari del suo “National Hero” rappresentante scarponi fatti in gesso nero e di “Topi”, un pallone di ceramica lucida.
Da vedere inoltre sono le sculture in legno di Santo Tolone, le tele di Alek O, e le scritture su carta bianca di Riccardo Giacconi.
Una mostra che abbraccia tanti momenti, tanti modi, tante concezioni.
Un tuffo in mille sfaccettature e mille forme diverse, tutte da vivere ed interpretare.
INFO MOSTRA:
Titolo: Premio Ariane de Rothschild 2011. Alla scoperta dei giovani artisti italiani
Curatori: Laura Barreca, Marcello Smarrelli
Promotori: Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, Fondazione Ariane de Rothschild, Parigi
Sede della mostra: Palazzo Reale, Milano
Inaugurazione ad inviti: 5 aprile 2011
Periodo della mostra: dal 6 aprile al 1 maggio 2011
Orari: lunedì 14.30_19.30 | da martedì a domenica 9.30_19.30 | giovedì e
sabato 9.30_22.30
Ingresso: libero
Organizzazione: Civita
Informazioni aggiuntive sul Premio: www.adrprize.com