Rudy Cremonini - Enrico Pitzianti, YIA | recensione di Andrea Lacarpia

 

Rudy Cremonini e Enrico Pitzianti, YIA

Milano, Glenda Cinquegrana The Studio

 

Uno dei più criticati aspetti dell'arte contemporanea, in particolare dal pubblico di non addetti ai lavori, è l'aura d’inavvicinabilità e di ermetica chiusura in se stesse, tipica della gran parte delle gallerie. Alcuni spazi espositivi, per ovviare a tale diffidenza del pubblico, tendono semplicemente ad abbassare il livello delle proposte, facendo credere che sia arte ciò che arte non è. Lo spazio di Glenda Cinquegrana è una soluzione differente e funzionale, nella quale i visitatori sono accolti in un luogo accogliente, sito al secondo piano di un edificio d'epoca nel centro storico milanese, al quale si accede dopo aver percorso un pittoresco dedalo di scale tipiche della “Vecchia Milano”. La qualità della proposta resta di buon livello, ma viene dato modo di osservare le opere con calma, in un ambiente riservato, magari seduti su una poltrona sfogliando cataloghi e riviste. La mostra di Cremonini e Pitzianti, entrambi residenti a Bologna, è la prima di una serie di bipersonali di giovani artisti che The Studio presenterà al pubblico nei prossimi mesi. Ciò che emerge subito è la consonanza cromatica dei due artisti, entrambi amanti della semplificazione dei toni, ridotti al bianco e nero, con qualche leggera variazione nel caso di Cremonini. L'atmosfera delle opere di entrambi gli artisti è misteriosa, intrisa di presenze provenienti da un tempo indefinito, suggerite e mai dichiarate. Rudy Cremonini presenta degli eleganti dipinti ad olio, rappresentanti delle figure dalle masse sapientemente semplificate e fortemente plastiche. I soggetti sono vicini alla tematica principale sviluppata dall'artista negli ultimi anni: la costrizione della libertà individuale in una forma imposta dalla società, una costante di ogni epoca perpetuata con dei mezzi quali i rituali collettivi della religione o con l'ausilio dell'istruzione pubblica. Dai dipinti esposti emergono: una coppia di bambini che sembrano partecipare ad una lezione scolastica, un bonsai costretto a crescere in una dimensione ridotta che non gli appartiene, un fantasmatico kimono giapponese che riporta alla concezione della bellezza come costrizione delle forme spontanee in uno schema artificiale, un gruppo di uccelli imbalsamati e infine un dipinto dalla pittura più sfaldata, molto efficace, nel quale il soggetto si perde in un'onirica miscela di forme. Il collage è invece la tecnica utilizzata da Pitzianti, che espone una serie di piccole opere composte da assemblaggi di ritagli provenienti da materiale fotografico e pubblicitario dagli anni cinquanta ai settanta, nei quali prevale un bianco e nero particolarmente contrastato. Gli accostamenti d’immagini sono liberi, senza intenti narrativi, e in ciò le composizioni di Pitzianti ricordano i collage dadaisti, ai quali l'artista sembra apertamente ispirarsi. Attraverso nuovi accostamenti, le immagini scelte dall'artista perdono la propria funzione originaria per assumere nuovi e inediti significati. La sperimentazione nel linguaggio e l'austerità formale degli anni venti sembrano permeare l'intera mostra, che unisce due artisti dai percorsi e temi nettamente differenti, ma con una simile semplicità formale. L'accostamento degli asettici collage di Pitzianti, legati alla relatività delle forme del linguaggio, con le suggestioni pittoriche di Cremonini, più narrative e inerenti alla sfera sociale dell'uomo, suggerisce che le diverse tendenze del contemporaneo possono anche convivere nella stessa mostra, in un proficuo colloquio che valorizza le differenze e crea inedite e inaspettate connessioni.

 

 

Info:

Dal 10 febbraio  2012 al 30 marzo 2012

Rudy Cremonini – Enrico Pitzianti, YIA

Glenda Cinquegrana The Studio

Via F. Sforza 49 I - Milano

Orario d’apertura: dal martedì al sabato 15,00 – 19,00, negli altri orari su appuntamento.

www.glendacinquegrana.com – info@glendacinquegrana.com

Tel +39 02 89695586

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