Rudy Cremonini, un giorno per non dimenticare.

La vita la vediamo a memoria. Questo il titolo della mostra inaugurata lo scorso 22 Gennaio presso il Museo Ebraico di Bologna e che vede l’artista Rudy Cremonini alle prese con una memoria che spesso per noi non c’è più.

Il giorno della memoria è stato istituito nel 2000 con una legge che potesse impedire a tutti di rimuovere ciò che è stato e ciò che si spera non vi sarà più nella storia. Un giorno che pare buttarci ogni anno indietro nel tempo almeno per un momento, un giorno che ad ognuno di noi, serve per “espiare” in qualche modo una colpa che anche inconsciamente tutti noi possediamo.

Il Museo Ebraico di Bologna ha inaugurato dunque, una mostra per ricordare.

Nella stanza della Shoah un nastro bianco incollato sul pavimento da un nome a chi un nome non lo possiede più. Una lunga serie di nomi pare quasi inseguirci, e i volti di Cremonini, volti evanescenti a metà  tra un mondo reale e un mondo che non c’è più, danno almeno per un momento una identità a tali nomi.

L’artista utilizza una serie di vecchie valigie di cartone su cui vengono dipinti dei volti spesso quasi consumati dal tempo. Un tempo che trascorre inesorabilmente  spesso portando via con se molte cose come orme sulla sabbia, ma altre volte lasciandole impresse come un marchio indelebile in ciascuno di noi; tempo che consuma i volti e i corpi, ma non di certo la memoria di ognuno di noi. Quello di Rudy Cremonini è, infatti, un tentativo di dare una propria memoria ad una storia che altrimenti spesso si rischia di dimenticare, perché in fondo: Meditate che questo è stato. Questo vi comando”. (P. Levi)

 

Martina Adamuccio

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