Poche domande, semplici e dirette, per conoscere un artista.
Questa settimana è la volta di Dario Maglionico.
Da dove vieni?
Sono nato a Napoli nel 1986. La mia formazione è scientifica, dopo il diploma ho conseguito la laurea specialistica in Ingegneria Biomedica presso il Politecnico di Milano. Da sempre al percorso di studi ho affiancato la pratica pittorica e il disegno. Ora vivo e lavoro a Milano.
Cosa fai?
Dipingo. È il tempo che dedico a me stesso. Mi piace regalare ad ogni passaggio il suo spazio e vivere il processo che porta al risultato finale. Non vivo la furia creativa come un getto irrefrenabile ma piuttosto come un flusso che rallenta e accelera adattandosi al corso degli eventi necessari alla realizzazione del lavoro. Il lavoro si evolve, non è mai fermo sull’idea iniziale, ad un certo punto è finito. Prevalentemente osservo e scelgo.
Dove stai andando?
Non mi interessa dove sto andando, non cerco di forzare l’attenzione altrove, mi interessa il presente. Ora dedico più tempo ad osservare il buio, mi permette di guardare la luce in disparte, lo vedo come un invito a chiedermi dove sono.
Cosa vuoi?
Sulla tela cerco un’evasione momentanea, una soggettiva e mutevole percezione dello spazio e del tempo, la realtà reputo sia una creazione arbitraria della mente. Viviamo in modo fugace, lasciando nel flusso tracce di vita. Con la mia pittura tento di fermare questo flusso. Nella sospensione metto in dubbio la nostra conoscenza e cerco di indagare metaforicamente nuovi luoghi della coscienza. Gli interni e le figure che ritraggo sono ciò che sono stato o potrei essere e la pittura è il mezzo più spontaneo che ho per cristallizzarlo e analizzarlo.
Copertine settimanali di Lobodilattice a cura di Alex Urso