Poche domande, semplici e dirette, per conoscere un artista.
Questa settimana è la volta di Salvatore Alessi.
Da dove vieni?
Sono nato in Sicilia, nell'entroterra più depresso e proprio per questo più violento e selvaggio. Sono un quarantenne vissuto in diverse realtà culturali: ho studiato scenografia a Palermo e poi ho cominciato a lavorare a Roma con la storica galleria "Il Polittico" per approdare, infine, a realtà internazionali in America e in Europa. La mia formazione è eclettica, da bambino studiavo la storia dell'arte e parallelamente il cinema in tutte le sue varianti. Queste mie grandi passioni si sono poi successivamente fuse nel mio lavoro pittorico.
Cosa fai?
Cerco di fare il pittore. Amo l'odore dell'olio e la fragranza della trementina, lo scoppiettio del colore denso che si stende e viaggia. Tutto questo crea un mondo stratificato che diventa tattile, che respira e si fa respirare.
Dove stai andando?
La mia ricerca è in continua trasformazione come tutte le ricerche. Partendo dall'iperrealismo gradualmente sono passato ad una ricerca più personale che includeva la mia percezione del mondo cercando di far vivere diverse visioni con diverse materie nella stessa immagine.
Cosa vuoi?
Con le mie opere principalmente cerco di mettere alla prova me stesso e l'idea che ho della realtà. Cerco di raccontare un'idea che ho di esistenza non censurando gli aspetti più scomodi e più ostici di essa. Spero sempre che i miei dipinti possano trasmettere tutto questo, bellezza e orrore, armonia e disordine. In ogni caso io ho dato quello che potevo e comunque mi sono esposto; e questo, che piaccia o no, spero si espliciti.
Copertine settimanali di Lobodilattice a cura di Alex Urso