Lorenzo Di Lucido
Teoria delle catastrofi
mista su tela
140x100 cm
2014
“Se è vero che nell'arte è stato fatto tutto quello che poteva essere fatto, allora possiamo tornare di nuovo dipingere quadri.”
(Ryszard Wozniak)
Non ha mezze misure la pratica artistica di Lorenzo Di Lucido (Penne, 1983), votata con ostinazione al medium pittorico. Immagini dalla forte carica introspettiva caratterizzano la sua ricerca: figure silenziose e sommesse popolano le superfici dei suo dipinti, luoghi da scoprire passo a passo in un percorso interpretativo che annuncia e rifiuta ogni possibilità di lettura.
Contraddistinta dall'uso di tecniche tradizionali (olio su tela), la pratica di Di Lucido è costantemente giocata su un filo sottile, quello che collega astrazione e figurazione. Pur sottratto quasi sempre da un repertorio iconografico preesistente - disegni, fotogrammi cinematografici, immagini d'archivio - ogni soggetto ritratto dall'artista viene infatti reinterpretato attraverso una raffigurazione che ne sfuma o cancella i dettagli, focalizzando l'attenzione su significati specifici che vanno oltre la scena rappresentata. In questo modo il quadro diventa un contenitore di emozioni in divenire, in cui ogni messa a fuoco è ostacolata da un'atmosfera opaca e senza soluzioni definite.
Tra cancellazioni, coperture ed errori (o presunti tali), ogni dipinto si presenta come terreno anonimo, tabula rasa su cui si ammassano i ricordi e costruiscono le storie. La prassi artistica di Di Lucido è per questo caratterizzata da un senso di continua precarietà, che spinge l'osservatore non più ad assumere una posizione cercando una chiave di lettura adeguata, ma a prendere consapevolezza dell'immagine pittorica come immagine “problematica”, la cui interpretazione vive in un limbo irrisolto e si appaga nel dubbio.
Alex Urso