Inaugura lunedì 19 maggio la personale milanese di Shanti Ranchetti, nuovo appuntamento allo Spazio Labrouge di via G. Meda 45 dopo la mostra SIAL dei Parasite 2.0.
Allegorica |“La sola cosa che si possiede è l’amore che si dà”, Isabel Allende. L’allegoria dell’amore vero, quello della donna. Un amore universale: l’amore di madre, l’amore fraterno, l’amicizia profonda, l’amore passionale. Di questo tratta Allegorica, prima personale di Shanti Ranchetti a Milano, che esordisce allo spazio labRouge. Allegorica rappresenta un percorso complesso, sofferto, ma dall’esito positivo, iniziato con il progetto dell’artista milanese – ma veneta d’adozione – e la curatrice Rossella Farinotti con la mostra Sante & Profane nel 2012 (Spazio XYZ, Treviso) e che prosegue da allora, anche con una tappa a Berlino con la collettiva Into the darkness alla galleria Cell 69 (2012). Un percorso in cui protagonista è la donna. Una donna universale che, con l’occhio, il pensiero e la mano di Shanti, interagisce con le sofferenze, le paure e i momenti buoni condivisi da tutti. Attraverso il suo stile pittorico minuzioso, con dettagli di timbro tardo medievale, come l’utilizzo della foglia d’oro, o il recupero di antiche cornici di formati diversi, o ancora gli elementi fondamentali della sua poetica come la forte simbologia – il melograno, il papavero, le farfalle, il cuore sacro … – il cartiglio, il collage, il preciso uso del colore – sempre uniforme e vivo -, Shanti rappresenta una donna che “non rimpiange nulla” (Je ne regrette rien), anche dopo aver ceduto a tentazioni umane, come debolezze quotidiane, o tormentate passioni, o ancora la paura di invecchiare. Una donna che sta male, ma senza vergogna, perché si mostra al pubblico; una donna che in fondo ogni giorno rinasce, come un seme che germoglia. Una donna da scoprire, per riflettere un po’ anche su noi stessi, maschi o femmine, perché Allegorica riunisce un pensiero universale attraverso un sentimento reale: l’amore. “L’amore? Non so. Se include tutto, anche le contraddizioni e i superamenti di sé stessi, le aberrazioni e l’indicibile, allora sì, vada per l’amore. Altrimenti, no.” Frida Khalo.
Il suo unico punto forza era il viso
Il giorno in cui mi arresi a me stessa