Dimentica il mio nome
di Zerocalcare
Bao Publishing
235 pagine, 18 euro (cartaceo) o 5.76 euro (formato ebook)
Sinossi
Quando l'ultimo pezzo della sua infanzia se ne va, Zerocalcare scopre cose sulla propria famiglia che non aveva mai neanche lontanamente sospettato. Diviso tra il rassicurante torpore dell'innocenza giovanile e l'incapacità di sfuggire al controllo sempre più opprimente della società, dovrà capire da dove viene veramente, prima di rendersi conto di dove sta andando. A metà tra fatti realmente accaduti e invenzione, Dimentica il mio nome è un piccolo gioiello narrativo, la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, di un talento puro e innegabile. (Dalla quarta di copertina).
Commento
Zerocalcare è il fumettista italiano che sta stracciando ogni record di vendita.
Ogni sua nuova uscita riesce a "mettere sotto" quasi tutti i big proposti dalla grande editoria, sia quelli con un serio pedigree (Follett, Eco, King) che i fenomeni da baraccone che le CE nostrane ci spacciano per scrittori (Volo, Veronesi e altri).
Ogni sua nuova uscita riesce a "mettere sotto" quasi tutti i big proposti dalla grande editoria, sia quelli con un serio pedigree (Follett, Eco, King) che i fenomeni da baraccone che le CE nostrane ci spacciano per scrittori (Volo, Veronesi e altri).
Il motivo di tale successo - del tutto meritato - sta nella semplicità in cui Zerocalcare racconta storie di vita comune, attraverso l'immaginario di noi, ex ragazzi cresciuti tra gli anni '80 e '90.
Se in passato l'autore ha giocato più sull'aspetto umoristico di questo meccanismo - seppur senza mai rinunciare a una chiave di lettura più malinconica - con Dimentica il mio nome fa senz'altro un ulteriore salto di qualità.
Il lettore non pensi di approcciarsi a questo volume col solo intento di farsi delle grasse risate.
L'impianto comico/ironico è presente e funziona, ma Zerocalcare ci offre, attraverso un lungo percorso autobiografico, dei ragionamenti non banali sull'elaborazione del lutto, su come percepiamo la nostra famiglia (ignorandone l'importanza finché non succede qualcosa di brutto) e sul perché molti di noi fingono di essere refrattari al dolore.
L'impianto comico/ironico è presente e funziona, ma Zerocalcare ci offre, attraverso un lungo percorso autobiografico, dei ragionamenti non banali sull'elaborazione del lutto, su come percepiamo la nostra famiglia (ignorandone l'importanza finché non succede qualcosa di brutto) e sul perché molti di noi fingono di essere refrattari al dolore.
Dimentica il mio nome è un volume che non può essere letto senza immedesimarsi in uno o più passaggi.
Essendo Zerocalcare "uno di noi", è facile rispecchiarsi negli episodi di vita vissuta che racconta, senza lanciarsi in elaborate dissertazioni per sollecitare la lacrima facile. Al contrario, l'autore riesce a fare leva su certe emozioni giocando su un flusso di pensiero sincero, spesso spietato, ma molto umano.
Essendo Zerocalcare "uno di noi", è facile rispecchiarsi negli episodi di vita vissuta che racconta, senza lanciarsi in elaborate dissertazioni per sollecitare la lacrima facile. Al contrario, l'autore riesce a fare leva su certe emozioni giocando su un flusso di pensiero sincero, spesso spietato, ma molto umano.
Si parte dal dolore causato dalla perdita di nonna Huguette, e si va a esplorare quel complesso passaggio da "ragazzo" (termine che in Italia può adattarsi anche ai quarantacinquenni) ad "adulto".
Passaggio che inevitabilmente ha come tramite un lutto, o comunque uno di quei rari eventi su cui nessuno di noi ha il potere di cambiare le cose.
Passaggio che inevitabilmente ha come tramite un lutto, o comunque uno di quei rari eventi su cui nessuno di noi ha il potere di cambiare le cose.
Graphic novel molto bella, ai livelli del miglior Calcare.