Ferro Freddo

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Premessa: forse vi sto tediando coi tanti making of della saga delle Madri, ma per me è un ottimo modo per focalizzare la scrittura e – soprattutto – per mettere in ordine quelli che saranno poi i credits, le curiosità e le fonti da citare in fase di prefazione e postfazione.

Pochi giorni fa vi ho parlato degli scambiati, dei changeling, e della loro peculiare posizione nelle leggende che riguardano il Piccolo Popolo.
Questo argomento mi permette di lanciare il post di oggi, come un sottile filo d’Arianna che conduce alla faccenda spinosa del cold iron.
Il “ferro freddo”.
Chi ha giocato a Dungeons & Dragons o alla sua versione più completa, Advanced Dungeons & Dragons, si è spesso trovato ad avere a che fare con delle misteriosi armi forgiate – appunto – in cold iron. Esse vengono sempre indicate come ideali per combattere demoni di varie dimensioni, e altre creature legate alla magia nera e alla stregoneria.
Ma questa scelta di gioco ha attinenze col folklore popolare?

Ho posto la domanda agli specialisti di Re:Con (Research & Content Editing), un piccolo ma agguerrito gruppo di consulenti di scrittura, che opera sia per autori italiani che per autori anglofoni.
Il loro lavoro è presto detto: si occupano di fare ricerche storico, culturali, oplologiche, folkloristiche, scientifiche (e chi più ne ha più ne metta) per conto terzi. Ovvero per conto di quegli scrittori/blogger che abbisognano di informazioni particolari ma che non sanno di preciso dove cercare, o che magari non hanno il tempo per farlo.

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Ebbene, i ragazzi di Re:Con hanno trovato ciò che cercavo.
La risposta è sì: il cold iron citato nei giochi di ruolo ha effettive attinenze con la cultura popolare e con l’occultismo.

Il ferro freddo, che però è più opportunamente traducibile col termine “freddo affilato”, era infatti utilizzato sia come arma che come difesa contro streghe, stregoni e demoni.
Si riteneva che fosse in grado di scacciare gli spiriti, ragion per cui i Sassoni non mettevano verghe di ferro incise di rune nei propri cimiteri, perché avrebbero spaventato gli spiriti dei morti.
Secondo il folklore europeo, una strega non può scavalcare il ferro freddo (ovvero il ferro affilato), per cui piazzare una lama di traverso davanti a una porta funziona come protezione.
Per questo motivo in molte vecchie case inglesi si trova un coltello sepolto sotto alla soglia d’ingresso.

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Per motivi affini – e qui torniamo a parlare degli scambiati – era costume appendere delle forbici aperte sopra le culle, per evitare che i bambini venissero rapiti dalle fate e sostituiti con dei Changeling. Aiutava anche il fatto che le forbici in ferro potessero essere disposte a mo’ di croce.
Tra l’altro da questa usanza deriva anche il celeberrimo ferro di cavallo affisso sui muri e sulle porte di case e cascine, ritenuto un potente amuleto per allontanare gli spiriti maligni.

A distanza di qualche secolo, c’era ancora chi credeva nei poteri taumaturgici del ferro. Per esempio Franz Anton Mesmer, padre del cosiddetto mesmerismo e precursore dell’ipnosi. Secondo lui, medico e filosofo, il ferro era un ottimo conduttore del magnetismo animale, e quindi in grado di curare diverse malattie tramite il presunto riequilibrio delle energie vitali.

Grazie di nuovo ai ragazzi di Re:Con (mettete un like alla loro pagina e segnatevi il nome, nel caso doveste avere bisogno) e a Giordano Efrodini e Marina Belli, che mi hanno dato un’ulteriore mano in questa piccola ricerca.

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