Il battello “Triton” va in avaria dopo una tempesta, e così i suoi occupanti si dirigono verso un vicino villaggio, dove due di loro fanno la conoscenza di un bimbo orfano e di una strana storia che racconta di un drago marino. Il mostro esiste davvero e i due marinai lo catturano per portarlo, malgrado l’indignazione di due paleontologi e del bambino stesso, in un circo a Londra.
I paleontologi scoprono però che Gorgo è in realtà un cucciolo, mentre la madre, 3 volte più grande della prole ovvero 60 metri, si sta dirigendo verso la città. A nulla valgono le azioni dell’esercito per fermare il dinosauro, poiché questi è protetto da una sorta di carapace che lo difende anche dai missili. (Fonte: Wikipedia)
Considerando che sto scrivendo una kaiju novel “pura” – a differenza di altri ibridi del passato, come I Robot di La Marmora, mi è parsa una bella idea parlare di alcuni dei film di mostri giganti che maggiormente hanno formato l’immaginario globale.
Godzilla e King Kong sono i più noti, quindi ci sarebbero decine di post a tema da scrivere. Magari ci torneremo in futuro, con un dossier o qualcosa del genere.
Il filone è ricchissimo di titoli, di saghe, che comprendono a loro volta remake, reboot, o perfino versioni realizzati in più paesi diversi, ciascuno con la sua interpretazione di uno specifico kaiju. Tanto per capirci pensate ai Godzilla giapponesi e alle loro controparti americane.
Gorgo – il mostro di cui vi parlo oggi – è forse l’unico esemplare inglese dei film sui kaiju, ed è ancora oggi uno di quelli che preferisco (oltre a essere un piccolo cult). È meno noto dei suoi già citati fratelloni più famosi, ma soltanto perché, a differenza loro, non è diventato un’icona pop. O meglio: lo è diventato, ma prevalentemente in patria, e in parte negli USA.
Gorgo è un film del 1961, girato con l’espediente dell’attore che indossa il costume da mostro, a differenza di altre pellicole che adottavano invece la più famosa stop motion.
Da alcuni dettagli rivelati nella pellicola si può intuire che Gorgo è una sorta di mutazione (estrema) di un’iguanodonte, anche se in realtà condivide ben poche caratteristiche biologiche di questo dinosauro, realmente esistito.
Inizialmente Gorgo fu pensato come un omaggio – o meglio una “occidentalizzazione” di Godzilla, ma poi visse di fama propria.
Curiosamente la produzione aveva pensato di ambientarlo in Australia, ma poi i finanziatori ripiegarono per lo scenario londinese. La motivazione? Semplice: un mostro gigantesco che distrugge una delle città più famose al mondo attira più curiosi che non il medesimo mostro impegnato nell’attacco alle pacifiche coste australiane.
In effetti le passeggiate di Gorgo per le vie della capitale britannica hanno ancora oggi un loro fascino, a dispetto dell’aspetto “gommoso” del kaiju in questione.
Gorgo fu girato per buona parte nelle vere strade londinesi, riprese soprattutto di domenica mattina, quando la città dormiva. Le scene di distruzione vennero invece replicate in studio, tramite modellini in scala. Erano altri tempi, ci si ingegnava.
Di Gorgo è stata realizzata una novelization, a opera di Carson Bingham. Tra il 1961 e il 1965 ne fu tratto anche un fumetto di successo, pubblicato dalla Charlton Comics.
In Italia gira anche un DVD che si spaccia per il sequel, ma che in realtà è soltanto il giapponese Il figlio di Godzilla, distribuito qui da noi col titolo Il ritorno di Gorgo. Va da sé che in questa pellicola non c’è alcuna traccia di Gorgo, perciò statene alla larga.
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