Jessica Jones è una “supereroina” dell’Universo Marvel, forse tra le meno adatte a comparire nelle trasposizioni cinematografiche degli Avengers (e dintorni), ma straordinaria come potenziale protagonista di un telefilm stand-alone.
Magari un serial in cui i “super” hanno un basso profilo, senza tute sgargianti e alieni, ma anche senza tradire le basi lanciate da Avengers 1, a cui tutta la produzione cine-televisiva della Marvel si aggancia.
Magari un serial che può piacere anche a chi di solito evita come la peste tutto ciò che ha lontanamente a che fare con gli eroi con superpoteri.
Ed ecco che tutti questi magari si concretizzano nella stagione 1 di Marvel’s Jessica Jones, prodotto e distribuito da Netflix.
Indubbiamente una delle cose più belle che mi è capitato di vedere – televisivamente parlano, ma non solo – negli ultimi 5/6 anni.
La New York in cui si aggira l’investigatrice privata Jessica Jones è livida e noir. Non è la Grande Mela amata dai turisti, ma quell’altra città, fatta di microcriminali, di negozietti luridi, di pub dove la gente perde le nottate a bere e a guardare il baseball, respirando odore di piscio e di birra.
È una città che vive di riflesso la comparsa, datata oramai tre anni addietro, dei supertizi che hanno difeso l’umanità contro un’invasione di mostri spaziali (o qualcosa del genere). Non che se ne parli tanto, nei locali di Downtown e di Brooklyn.
Da quel momento però i metaumani – persone dotate di “poteri” o di “talenti” – sono sbucati qua e là, un po’ ovunque nei cinque distretti. Pochi di loro hanno tendenze eroiche, qualcuno è decisamente orientato verso il crimine.
Kilgrave è uno di essi.
Il suo potere è quello di influenzare la mente umana utilizzando solamente la voce.
Se Kilgrave dice “salta”, tu salti. Anche da un palazzo di venti piani.
Se Kilgrave ti ordina di rivelargli i tuoi segreti più inconfessabili, tu lo fai.
Kilgrave è un sociopatico che però ama la bella vita, e le belle donne.
Il suo potere gli permette di avere entrambe le cose, facilmente.
Nemmeno gli altri metaumani possono resistere ai comandi di Kilgrave. Ed è così che, per un breve ma “significativo” lasso di tempo, il nostro super-sociopatico ha soggiogato ai suoi ordini Jessica Jones, una donna forte (anche in senso “marvelliano”), ma uscita psicologicamente provata da quel periodo di schiavitù sessuale.
Jessica credeva di essersi liberata del suo aguzzino.
Lo credeva morto.
Invece Kilgrave è tornato, e vuole lei.
Questa, molto per sommi capi, è la trama della stagione 1 di Jessica Jones.
Un serial noir coi superpoteri.
Un gran lavoro, con una cura certosina della fotografia, dei personaggi, degli agganci futuri ad altre saghe Netflix/Marvel (DareDevil, Iron Fist e soprattutto Luke Cage, che fa da importante comprimario già in questa season 1 di JJ).
Jessica è interpretata da una Krysten Ritter in stato di grazia. Si è calata alla perfezione nei panni di uno dei super “minori” di casa Marvel, dandole uno spessore assoluto e trasformandola in un’icona trasversale.
Non è da meno David Tennant, nel ruolo di un Kilgrave che si candida al ruolo di miglior “cattivo” marvelliano comparso finora sullo schermo. Con buona pace del pittoresco Loki che viene preso a ceffone nel primo Avengers.
Sei i film dei “supertizi in costume” si rivolgono a un pubblico che, in mancanza di termini più adatti, definirei senza età, i serial come JJ appagano senz’altro che cerca dei prodotti che coniughino delle atmosfere dure, mature, a storie di superpoteri.
Il che, come è dimostrato da tempo da alcune collane fumettistiche Marvel e DC, è assolutamente possibile e auspicabile.
Neflix ha grandi progetti per i vigilanti dell’universo degli Avengers e degli X-Men. Se le cose andranno per il verso giusto, fra un paio di anni vedremo un serial sui Difensori, che sarà probabilmente una sorta di versione adulta e noir dei Vendicatori che spopolano sul grande schermo.
Nel mentre è giunta la lieta notizia che Jessica Jones è stata confermata per una seconda stagione, il che lascia ampi margini di speranza per avere nuove emozioni forti, con un livello qualitativo davvero molto alto.
(A.G. – Follow me on Twitter)
Segui la pagina Facebook di Plutonia Experiment
Archiviato in:fumetti, recensione, recensioni, serial tv