Lasciando perdere le sfighe personali, di cui mai quanto quest’anno ho fatto il pieno (ma di cui suppongo non vi interessi granché), oserei dire che il 2015 è stato un anno brutto per parecchi motivi.
Salto a piè pari le considerazioni di natura politica (in Italia governo e opposizione fanno senso quasi in egual maniera) e geopolitica (il terrorismo, chi lo nutre, chi lo finanzia etc), e passo a cose un po’ più inerenti agli argomenti di cui mi occupo spesso qui su Plutonia Experiment.
Ecco, a mio parere una delle cose peggiori dell’anno che va a chiudersi è il dilagare ossessivo del fenomeno della disinformazione pilotata, del complottismo e della credulità popolare.
A cementare le tribù del Web “è la combinazione di una vastissima quantità di contenuti, molto eterogenei, accettati senza controllo e senza mediazione”, rileva Quattrociocchi.
“A farla da padrone – osserva – è la tendenza a prendere per buono solo ciò che è affine alle proprie credenze”, una tendenza che gli esperti definiscono ‘pregiudizio di conferma’. In più i complottisti della rete hanno l’abitudine di rilanciare le notizie ‘gradite’ senza verificarle: un comportamento che i ricercatori chiamano ‘analfabetismo funzionale’, inteso come incapacità di capire un testo.
(…)
Ci sono utenti della rete che rilanciano, senza controllarle, le informazioni che confermano il proprio punto di vista. Sui social media trovano facilmente chi la pensa come loro e solo con questi si confrontano. Una volta formata la tribù, al suo interno ogni membro “piano piano – osserva il ricercatore – tende a prendere la strada del personaggio e diventa uno stereotipo”.
Il resto dell’articolo pubblicato dall’ANSA potete leggerlo qui.
Chiunque navighi su Facebook per più di mezzora al giorno può verificare questo fenomeno e può confermare che è in un crescendo virale – anzi, pandemico – senza precedenti.
Se un tempo il complottismo era il terreno di scontro di poche menti agitate, ora esso è alla portata di tutti, e viene quindi strumentalizzato per scopi politici ed economici.
Anzi, non si tratta più soltanto di complottismo, bensì dello sdoganamento delle pseudoscienze, delle ideologie razziste, xenofobe ed estremiste (comprese quelle alimentari – non me ne vogliano gli amici vegani moderati, ma ho conosciuto dei vostri “colleghi” che farebbero invidia ai jihadisti dell’ISIS).
Tutto ciò va di pari passo con l’analfabetismo dell’utente medio di Facebook (o del Web, in generale).
Ci sarebbero molte cose da dire in merito a questo fenomeno, ma io mi limito soltanto a fare una considerazione generale: questo andazzo mi fa fottutamente paura.
E – vedrete – il 2016 sarà peggio.
(A.G. – Follow me on Twitter)
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