Una notte al cimitero
di Lamberto Bava
Italia, 1987
Sinossi
Cinque ragazzi, dopo aver compiuto un taccheggio in un supermercato, scappano su un furgone e finiscono per rifugiarsi in un luogo lugubre nei pressi di alcuni ruderi. Presto si accorgono che nei paraggi vi è una locanda e decidono di fare una sosta. Qui notano in un angolo una sfera di vetro con all’interno soldi, gioielli e preziosi vari, e il gestore racconta loro una strana storia: quel tesoro sarebbe un premio per chiunque riesca a trascorrere una notte in un terreno sconsacrato.
Sotto la locanda infatti vi è una catacomba, ed i ragazzi decidono di accettare la sfida, anche se è risaputo che da quel luogo tenebroso non è mai tornato indietro nessuno. Nella cripta si apre uno scenario raccapricciante con morti che resuscitano dalle proprie bare, mostri di ogni sorta, monaci impiccati e freak di varia natura. (fonte: Wikipedia)
Commento
Piccolo cult-trash del genere horror italiano, girato negli anni in cui questi si avviava verso la decadenza, per poi svanire e diventare un ricordo sempre più remoto e lontano. Questo è Una Notte al Cimitero, film girato per la TV, nel contesto del progetto Brivido Giallo di Reteitalia.
A guardare il cast, si nota innanzitutto la presenza di un giovanissimo Gianmarco Tognazzi, che probabilmente si vergognerà ancora oggi di aver partecipato a questa pellicola.
Il film è improbabile e ridondante. Per lunghi tratti sembra una parodia di molti stereotipi dell’horror, ma probabilmente l’intento di Lamberto Bava era diverso, ossia quello di realizzare un film serio.
La recitazione è dilettantesca, complice il cast di esordienti molto giovani, tanto che nulla di quanto accade sullo schermo finge di essere plausibile. Partendo dai cinque protagonisti, che si trovano dispersi nella campagna italiana, e finiscono un una taverna settecentesca (!) nei cui sotterranei si celano delle catacombe infestate (!!), nonché gestita da un locandiere con un rubino al posto dell’occhio destro (!!!).
Basta questo enorme WTF?!? per dare l’esatta dimensione di cosa è Una Notte al Cimitero.
I momenti di ridicolo sono abbondanti, anzi, prevalicanti su tutto il resto, e più di una volta ci si chiede come abbia fatto Bava, non certo un pivellino, a realizzare una robaccia del genere.
Eppure…
Eppure Una Notte al Cimitero ha un suo perché. Vuoi per il gusto del trash, solleticato in tutti i 93 minuti del film, vuoi per la sua dimensione da fiaba nera, quasi come una specie di librogame per ragazzini, dove non mancano il tesoro, il labirinto e i mostri che si susseguono senza particolare rigore logico.
Io lo vidi per la prima volta a dodici anni e, in qualche modo, mi conquistò, proprio per il suo essere “quasi fantasy” e intriso di cliché horror, in stile Piccoli Brividi.
Badate bene: io ho superato da tempo la fase della riabilitazione postuma del ciarpame. Ciò che è spazzatura, rimane spazzatura. Però a volte può divertire, ed è proprio ciò che accade con Una notte al cimitero.
La cosa assurda (e anche triste) è che oggi, nel 2014, un film così strampalato e improbabile risulta quasi malinconicamente bello. Un Lamberto Bava manca parecchio alla cinematografia italiana. Anzi, Bava c’è ancora, ma gli è impossibile lavorare a soggetti del genere, tanto che deve accontentarsi di noiosi sceneggiati televisivi come Sei passi nel giallo. Il suo ultimo film è Ghost Son (2006). Una roba che, a confronto, Una Notte al Cimitero assume i contorni del dignitoso.
Ah, io non vi ho detto nulla, ma lo trovate per intero (e in buona qualità) su Youtube.
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