XXI Supercoppa

Boston 2010

Di Boston 2010: XXI Supercoppa ne parlavo qualche giorno fa, presentando il mio più recente racconto, La Finale.
Spulciando i miei archivi mi sono ricordato di avergli dedicato un articolo nel lontano 2009, sul vecchio e defunto blog. Approfitto dell’occasione per riproporlo qui, nel caso qualcuno di voi fosse interessato a questo genere di storie, che tra l’altro ultimamente sono più difficili da trovare. L’idea dello sport violento e mortale sembra aver ceduto il passo ai racconti in cui sono i reality show distopici a trasformarsi in spettacoli di morte.
In effetti ci sarebbe da discutere su quanto reality ed eventi sportivi siano oramai vicini a un punto di convergenza (commenti in diretta sui social, riprese negli spogliatoi etc), ma questo è un altro discorso…

È il 31 dicembre del 2010. Tra poche ore, comincia la finalissima di palla ovale tra la squadra dei San Francisco Prospectors e quella dei Minuteman del New England. T. K. Mann, asso dei Prospectors, si sta preparando negli spogliatoi. A 34 anni si sente vecchio, e il suo sanguinario rivale, Harv Matision, ha giurato di fargli la pelle… Perchè nel 2010 il football americano, che già oggi è uno degli sport più violenti che esistano, si è trasformato in uno scontro tra gladiatori. Gli atleti scendono in campo corazzati come guerrieri medioevali, armati di clave, giavellotti, pugnali, carabine, e la partita, anziché allo stadio, si svolge in un quartiere urbano, sgomberati per l’occasione e disseminato di telecamere. Tutto è pronto per la XXI Supercoppa. Ma mentre assistiamo, ora per ora, alla cronaca della truce battaglia, una serie di flash-back altrettanto drammatici ci rivela a poco a poco perchè questa particolare Supercoppa sia diversa da tutte le altre. Ci sono misteriosi retroscena, strane interferenze, ciniche macchinazioni, dietro la grande partita. E T. K. Mann, eroe al tramonto, ha ancora parecchie carte da giocare: prima fra tutte quella della vendetta.

Ricordo che parliamo di un romanzo del 1976, scritto probabilmente a ruota del successo del film Rollerball, vero e proprio cult della fantascienza distopica.
La tematica trattata dall’autore, Gary K. Wolf, è tipica dei racconti di questo particolarissimo filone: l’eroe al tramonto che si ribella al Sistema. Quello stesso Sistema che per anni ha foraggiato, fungendo da moderno gladiatore per uno Stato violento e repressivo.
Il romanzo (breve) di Wolf è ben scritto, intrigante, e bilancia le parti sportive con quelle di world building “sociale”. Dovreste trovarlo facilmente nell’usato, a pochissimi euro. Fateci un pensierino.

Le olimpiadi della follia

Colgo l’occasione per ricordarvi un secondo Urania a tema sport + distopia. Si tratta del numero 993, Le Olimpiadi della Follia. Una raccolta di racconti curata da Isaac Asimov, alcuni dei quali veramente graziosi.

L’idea è stata naturalmente di Asimov, che comparando le Olimpiadi antiche con le moderne ha visto come la “nobile tradizione” presenti oggi vistose crepe, pericolose incrinature, attraverso le quali si va introducendo un futuro di follia. Con i suoi collaboratori Greenberg & Waugh, Asimov ha quindi passato in rassegna la fantascienza “olimpionica” degli ultimi 20 anni ed ha articolato questa inquietante raccolta premettendovi una sua introduzione. Tra le firme riunite nel volume figurano quelle di Bob Shaw, Jack Vance, Robert Sheckley, Mike Resnick, Arthur C. Clarke e Alan Dean Foster.

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