Ogni tessuto nel suo coprire trasforma e rivela una nuova forma, una nuova semantica dello spazio che crea un confronto, un paragone irregolare con il paesaggio e con il resto dell’architettura. I velati oggetti ci svelano l’incapacità della visione che compone meccanismi visivi di conoscenza e riviviscenza.
Sto parlando delle opere di Christo e Jeanne Claude che hanno fatto del “pacco” il loro linguaggio espressivo, sconvolgendo con questi la logica della fruizione, votata normalmente al mostrare, privilegiando così l’esaltazione del nascondimento come elogio di una bellezza insita nella forma.
Enormi bozzetti, progetti, prove, oggetti impacchettati sono esposti fino al prossimo 8 Gennaio presso il Palazzo Reale di Palermo in una mostra che raccoglie la collezione monografica dei due artisti appartenente al famoso imprenditore Reinhold Wurth, detentore della storica casa produttrice di avvitatori e trapani.
Di grande impatto le fotografie che documentano le land-artistiche azioni sul paesaggio: tra le più celebri, l’impacchettamento del Reichstag a Berlino (nella foto in basso) o delle isole nella costa di Miami, gli splendidi bozzetti a pastelli per l’intervento sul Museo Wurth o l’irreverente raccolta di riviste impacchettate con pvc, accostati ad oggetti di ogni tipo come sedie, tavoli o barili, avvolti nel tessuto e fermati con spago.
Lo stesso Christo ha presenziato l’opening lo scorso 8 Luglio, occasione per ricordare la moglie recentemente scomparsa con cui ha realizzato per quasi 50 anni le sue spettacolari imprese che lo hanno (e li hanno) resi famosi in tutto il mondo, segnando una tappa importante nella storia delle arti figurative.
Vicini alla conclusione dell’evento, si può certamente affermare il successo della mostra grazie non solo alla scelta delle opere presenti, ma anche alla cura dell’allestimento ed alla splendida sede espositiva. Giuseppe Mendolia Calella