Le città della pittura, Aldo Damioli e Marco Petrus

Si è inaugurata sabato 4 febbraio presso il Serrone della villa Reale a Monza, la mostra “Le città della pittura” con una doppia personale di Aldo Damioli e Marco Petrus. Due visioni delle città uguali e differenti, che paiono camminare su due rette parallele che pur vicine non si incontreranno mai.

Due modi di vedere la città differenti, da cui però, osservando il loro lavoro, prevale una cosa: il senso di appartenenza a cui ci sentiamo legati quando osserviamo una loro città. Che sia una Milano, una New York o una Shangai, le città di Damioli e Petrus ci raccontano una storia, quella della città stessa che stiamo osservando, ma in fondo, anche la storia di ognuno di noi. Perché come Calvino sosteneva nelle sue città invisibili, “la città non dice il suo passato, ma lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole”. Cosi, un profumo lontano e immaginario pare invaderci e avvicinarci a queste città o ai suoi edifici.

I modi di sentire la città di Damioli, sono come visioni romantiche, che inducono a sognare una pace, che solo le sue vedute paiono darci. Una quiete che pare prevenire la tempesta in cui oggi siamo costretti a vivere e dalla quale fuggiamo per ripararci almeno per un piccolo istante, in quella musica di colori che le sue tele sembrano regalarci. Diverso, se non addirittura opposto, il lavoro di Petrus, razionale, schematico, geometricamente perfetto, dove la logica non lascia spazio a sentimenti, se non, a quelli di chi si trova dinanzi al suo lavoro.

Entrambi regalano una emozione in più ai cittadini, alcuni scorci del centro della città che con onore li ha ospitati, per Petrus, e una Villa Reale di Damioli che ci accoglie per una mostra…che il quadro già è.

Martina Adamuccio