Fabrizio Segaricci - Dormi chè domani arriva presto | recensione di Andrea Lacarpia

 

Guardando l’arte del passato si può costatare un’alternanza di creazioni completamente e orgogliosamente legate alla pura artificialità, spesso intrise di misticismo e mistero, e opere invece più vicine al reale nella sua quotidianità. L’esposizione di Fabrizio Segaricci, ospitata nel bianco e accogliente spazio milanese di Circoloquadro, parla di realtà, senza timore nel restituire alla nostra attenzione quelle immagini che per la loro normale banalità di solito passano inosservate, le quali comunque costituiscono la maggior parte del nostro inconsapevole patrimonio visivo. La dimensione del ricordo, dell’immagine che riporta a un tempo altro, è potenziata dall’utilizzo, da parte dell’artista, di titoli che riportano alla propria infanzia. Luoghi e persone che compaiono nelle opere, pur essendo anonime comparse, sono così riportati a una più calda dimensione intima, quasi sentimentale, come se fossero parte di un filmino di famiglia. L’allestimento, semplice ed efficace, presenta al centro della sala due televisori contrapposti, nei quali vengono presentati due video con inquadratura fissa, dai quali sono state tratte le fotografie allestite sulle pareti. Il primo video, dal titolo “Mi hanno mandato una volta in colonia e mi sono perso”, consiste nella ripresa del continuo passaggio di sconosciuti bagnanti in una spiaggia pubblica, ottenuto con la telecamera posta su un piccolo dosso, in modo da creare una netta divisione tra i passanti in primo piano e quelli più lontani. Lo spazio della spiaggia è diviso come in due strisce, monotone e quasi ipnotiche nel loro lento scorrere, mentre il mare è ridotto a un’esile striscia in lontananza. L’ambiente si trasforma costantemente per il passaggio di persone, perdendo la propria identità originaria. L’attenzione è rivolta ai passanti più che al paesaggio, che invece è il protagonista del video “Sono nato in casa”, dove Segaricci compone una successione d’immagini dove si alternano luoghi che sembrano abbandonati, poco attraenti nella loro cronica normalità, ma intriganti nel loro documentare scenari vissuti dall’artista e ad esso famigliari. Nel complesso la mostra di Segaricci suggerisce la possibilità di guardare le cose con semplicità e senza manipolazioni, pur mantenendo una certa poeticità, asciutta ma non fredda. L’uomo e l’ambiente vissuto e modificato dall’uomo sono i protagonisti, senza concessioni a simbologie o abbellimenti dei crudi dati oggettivi. Una mostra senza elementi di clamore, dall’estetica minimale, che ciononostante suscita una certa empatia nel visitatore, che può vedere nelle opere esposte dei frammenti di realtà dejà vu, scelti dall’artista con finalità concettuali, stimolando riflessioni sulla percezione del mondo e sulla sua trasposizione in termini di linguaggio.

 

Info:

Dal 25 gennaio al 3 marzo 2012

Fabrizio Segaricci, Dormi, chè domani arriva presto

Catalogo con intervista di Flavio Arensi e testo di Maurizio Coccia

Circoloquadro

Via Thaon di Revel 21 - Milano

Orario d’apertura: dal martedì al venerdì 15 – 19, o su appuntamento

info@circoloquadro.com

Tel +39 02 6884442

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