Non-luoghi fantascientifici e apocalittici, immersi in rarefatte e cupe atmosfere alla "Blade Runner". E' l'insolito contesto in cui si muovono, o meglio, vagano le "farboline", le ammiccanti e sexy aliene create da Massimo Quarta. Insieme ai "farbonauti", sono loro le protagoniste del mondo artistico - o meglio, del "farbo-mondo", creato dal pittore salentino che recentemente ha esposto nella collettiva itinerante "A modo suo", esposta alla E-lite Studio Gallery di Lecce e che dal 19 agosto "migrerà" in Sicilia al Castello della Baronessa di Carini in provincia di Palermo e a settembre alla Galleria Formaquattro di Bari.
Architrave tematico che sorregge la poetica della fantasia di Massimo Quarta è la critica al conformismo e all'omologazione della coscienza collettiva imposti dal sistema capitalista. E il dato concettuale della mancanza d'identità come progetto gettato e insieme aperto (di sartriana memoria) dell'individualità.
Ecco cosa il pittore Massimo Quarta ha riferito al cronista.
Qual è il fil-rouge che caratterizza il mondo parallelo da te creato, abitato dai Farbonauti?
Le "farboline" sono le protagoniste indiscusse della mia ricerca artistica: inventando queste creature sono riuscito ad individuare una cifra stilistica formale e sostanziale precisa, personale. Insieme ai "farbonauti", personaggi tridimensionali che ho inventato per "invadere" lo spazio, in particolare spazi comuni come ad esempio i centri commerciali, spazi urbani e naturali. In nome della fantasia come mezzo per scuotere la coscienza collettiva e contro l'appiattimento e l'omologazione del sistema.
I volti delle farboline e dei farbonauti sono privi di forma, eccetto una grande bocca che ricorda nell'espressione l'urlo di Munch: come mai questa scelta?
I volti senza forma e senza connotati precisi delle mie creature rappresentano una voluta mancanza d'identità, un progetto aperto in cui tutti si possono immedesimare, spostando l'attenzione sull'altro da noi stessi.
A proposito di libertà d'immedesimazione, poi, ricordo che una ragazza mi disse un giorno "Io sono la più farbolina di tutte". Un'affermazione simbolica, che conferma il carattere concettuale dei miei personaggi. La sexy farbolina ha infatti una valenza contraria alla visione della donna-oggetto usata dai mass-media, in cui l'identità viene omologata.
Cerco di esprimere un rapporto concettuale con questo bombardamento mediatico attraverso lo spiazzamento dato dalla rappresentazione di una totale mancanza d'identità dalla quale può derivare la libertà di immedesimazione.
Gli scenari su cui si stagliano le ammiccanti e sexy farboline sono spesso fantascientifico-apocalittici: un contrasto originale..
Si, quando dipingo il mio mondo di fantasia creo soprattutto sfondi notturni, apocalittici. Rappresento sostanzialmente dei non-luoghi, al confine tra il farbo-mondo e il mondo reale. E' una visione che io chiamo "impronta". E poi ci sono i "bulloni", ossia scenari che rappresentano spaccati del reale. In contrasto, appunto con la sensualità ammiccante delle farboline vaganti. E' proprio questo senso di spiazzamento che, a mio avviso, l'arte deve suscitare.
La fantasia al potere, dunque..
Si, sono dell'idea che la fantasia possa creare altro, possa apportare preziosi stimoli per dei cambiamenti nella coscienza collettiva. Riprendendo il discorso della mancanza di volto e dunque di identità nei miei personaggi, c'è da precisare che il concetto va applicato anche sui farbonauti. Quando sono nati, nel 1997, erano dei bozzoli giganti. I farbonauti sono creature viscerali, hanno a che fare più con i tagli di Fontana che col fumetto. E con una pittura bidimensionale etridimensionale. La voluta mancanza di identità costituisce appunto un dato concettuale che differenzia il mio mondo artistico dalla pop art avvicinandola maggiormente al concetto di interazione di Ivan Quaroni.
A mio avviso, l'unica cosa che non si vende e che può contrastare il sistema rimane, appunto, la fantasia.
Prossimi progetti?
Attualmente sto preparando una mostra sulle "Farbofotodigitalpainting": scelgo la foto di una ragazza e la trasformo in farbolina.Realtà e fantasia che interagiscono, o meglio, che vivono insieme.