Domani, giovedi 13 Dicembre, inaugura nel grande spazio del Superground studio, Improbabili connessioni / Il trio Berra, mister Degrì e Elfo collabora insieme interagendo con lo spazio in una modo definito da uno dei tre (Luca de Gradi/mister Degrì) “anglosassone”, cioè senza premetidazione, calcolo, scopo determinato finale, ma anzi con casualità, libertà quasi totale.
Un lavoro fuori dagli schemi fatto di reti e, appunto, di connessioni. Connessioni improbabili, perchè partono da un punto di vista in comune e da un’idea base unitaria: realizzare un lavoro artistico che esula da quello generale, dal passato dei tre artisti all’opera. E connessioni probabili, perchè Thomas Berra, mister Degrì e Elfo hanno elementi in comune, a partire dalle idee e dal tangibile modo e l’ entusiasmo con cui le sviluppano. In mostra una rete fitta, fatta di … lo scoprirete. Una scusa per interagire tra loro, senza ostacoli, senza conflitti e senza confini, ma con complessi e ricercati intrecci, che creano un micromondo all’interno dello spazio ex industriale di Art Kitchen/Superground studio, grazie alla collaborazione dei ragazzi che lo gestiscono. Un luogo falsamente semplice da allestire e da vivere, in questo caso magicamente riempito da trasparenti barriere che d’impatto spiazzano lo spettatore, che è costretto a seguire il volere del trio. Cosa fare dunque ? Come interagire ? E’ una decisione del momento.
Un momento dato anche da immagini e parole, perchè gli artisti non hanno resistito a mostrare loro stessi. Dunque l’evento ha un secondo sviluppo, quello pittorico, fatto di grezzi disegni, frasi ironiche e sicuramente brillanti, immagini buttate li, ma per finta, perchè tutte hanno un rigore e un senso complesso. Ognuno si stacca un attimo dal groviglio interattivo creato in comune e riprende la sua strada. Thomas Berra disegna i “suoi” pinocchi, che sbucano sulla parete, e i suoi omini solitari, in grandi e piccole forme, con colori tenui, come chiusi in un mondo falsamente controllato, fatto anche di frasi. Degrì gioca su immagini del nostro immaginario e del nostro vissuto, da Mickey mouse a Pacman, ma capovolti, o comunque riletti con una chiave ironica, sicuramente non leggera, ma forte per impatto e significato. Ecco che Pacman diviene Punkman, con la cresta in testa, ecco che i colori sono più che un pop vivace, più che un “pensiero anglosassone”, sono una dimostrazione di forza e di essere al di sopra di alcune sovrastrutture. E poi Elfo, che riporta il suo stile concettuale della strada con irriverente ironia, e noi ridiamo, perchè quella irriverenza la condividiamo, dalla presa in giro di paris Hilton dalla limousine a “caga l’imu”, a elementi che già abbiamo condiviso da qualche parte.