Intervista a Daniele Giunta, (Parola agli artisti 3)

Nato ad Arona nel 1981, lavora con pittura e installazione,
DANIELE GIUNTA risponde alle nostre domande:

Cosa rende un artista affermato? il consenso della critica, il consenso del pubblico, o le vendite?

Un generale consenso degli addetti ai lavori, quindi anche degli artisti... e le vendite.

Potresti descrivere qual è la costruzione di una tua opera e i materiali che preferisci?

Per me è necessario fare tabula rasa. Nessuna costruzione, nessun progetto da riportare, niente storia, niente seguito.
In ambito installativo così come nella pratica pittorica (su seta) il mio approccio allo spazio è come un processo di osmosi e dopo un po' di tempo siamo in grado di intuire, così si genera. Tutto è imprevisto, seguito, esplorato e condotto. Una psicogenesi. Spesso c'è una seconda fase, più viscerale, in cui mi approprio fisicamente della psicogenesi avvenuta.

Potresti descrivere/sintetizzare in poche parole la tua ricerca artistica?

Il "posto" occupato dalle cose.
Il loro apparire e scomparire.
La trasformazione dell'esistere in vari stati.
Il mio lavoro è incentrato sul concetto di "potenziale": le potenzialità multiple di una data cosa, i diversi modi e direzioni in cui può esprimersi. Mi concentro in particolare sulle frequenze estreme: -ultraprofonde (sotterranee) -acute (ultraterrene).
Ricerco e utilizzo infinite microvariazioni proprio in prossimità dei poli estremi, come fossero quelle frequenze sonore che possono sfuggire al primo ascolto. Guardando con attenzione si può notare che nel nero c'è spesso un accenno di arcobaleno.

Arte è anche o sopratutto vernissage e mondanità?

può esserlo. Ma non per me.

Se dovessi spiegare l'arte contemporanea ad un bambino cosa diresti?

non si spiega, è solo un modo di stare al mondo.

Che musica ascolti?

farei prima a mandarti una foto della mia collezione... studio, spulcio e ascolto da quando ho 11 anni.. e suono da prima... è perché quello che mi da la musica non si può descrivere. forse il mio album preferito è Kid A dei Radiohead;
Jim Black con i suoi AlasNoAxis è il mio musicista preferito...il vero nuovo jazz.
Aggiungo questi: Knife, Sonic Youth, Blonde Redhead, Sigur Ros, Tortoise, Joy Division, Nick Cave, Portishead, NIN.
Ultimamente sto ascoltando molta elettronica, in particolare quella nord europea, scandinava e islandese.
C'è la musica classica e la classica contemporanea, che ascolto a fondo. Chopin, Tchaikovsky, Beethoven, come Morton Feldman, Terry Riley, Giacinto Scelsi, Toru Takemitsu, Penderecki, Arvo Part, Brian Eno.
Questo mese è uscito un'ottimo album, Fever Ray, il progetto solista di Karin Dreijer Andersson dei Knife.

Che libri leggi?

leggo saggi e letteratura. L'arte e la sua ombra di Mario Perniola. Trilogia della città di K. di Agota Kristof.

Cosa guardi in televisione?
un bel niente, non ce l'ho da anni. C'è internet. Ogni tanto chiedo espressamente ai miei amici aggiornamenti sulla "cultura televisiva"... un vero e proprio mondo che disprezzo per i suoi effetti.

Hai un colore preferito?
c'è un bianco con tutti i colori dentro.

Artista preferito?
Olafur Eliasson

Da Artista, potresti descriverci quale pensi essere il compito di un buon critico d’arte?
Far luce sul mio lavoro.

Leggi riviste d’arte? Quali?
leggo sì.

Cosa pensi della diffusione dell’arte attraverso le nuove tecnologie, il binomio arte/internet, aiuta o penalizza?

aiuta e penalizza, comunque ogni mezzo (vecchio, nuovo o da inventare), potenzialmente può essere utilizzato a proprio modo, forzato, "applicato". Per me è normale, è una questione di approccio.


[wrong crypt] 2008 inchiostro su seta 24x30cm n.127


[wrong crypt] 2008 inchiostro su seta 30x30cm n.137


Psicogenesi di un Mondo Iperboreo 2008 inchiostro su seta 135x200cm n.107

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