La scommessa di Randolph e Mortimer


La storia di Una poltrona per due la conoscono anche i sassi: due fratelli riccastri di Filadelfia, Randolph e Mortimer Duke, fanno una scommessa correlata a un esperimento di sociologia applicata. Il motivo del contendere è questo: è l'ambiente che determina l'indole di un individuo, o c'è una predisposizione genetica in ciascuno di noi? Per esempio: i criminali nascono con l'indole di delinquere, oppure è il fatto di crescere in ambienti deprecabili che condiziona le loro vite?

Il film propende per questa seconda ipotesi (caldeggiata da Randolph Duke), ma in effetti la questione è da decenni ragion di contesa (vi dice nulla il nome Cesare Lombroso?)

 

Oggi vorrei applicare questo esperimento sulla base delle facezie di cui ci occupiamo di solito su questo blog. Ossia il fantastico, la narrativa e il cinema di genere etc etc.

Dai vecchi post ho capito molto di voi. Ho capito, per esempio, che in molti avete un background non dissimile dal mio. Certe passioni iniziano da piccoli e poi le si coltiva, magari diventendone parte attiva, vedi i vari fumettisti, scrittori etc etc.

E fu così che ciascuno di noi, un giorno di mooolti anni fa, incominciò a sfogliare gli Zagor dello zio, oppure a comprare i Librogame insieme al compagno di banco, oppure ancora a guardare i film horror di nascosto su Odeon TV. La scintilla iniziale può essere diversa, ma l'effetto deflagrante è il medesimo.

Da lì un poi abbiamo (scusate se mi permetto di esprimermi al plurale) spaziato nel tempo e tra i generi, chi dandosi da fare coi giochi di ruolo, chi leggendo la Fantacollana Nord, gli Urania, chi scrivendo sulle fanzine prima e sui blog poi, etc etc. Gli esempi sono davvero troppi per citarli tutti.

E se invece quel giorno – ipotetico ma non poi troppo – ci fossimo lasciati condizionare dal compagno di classe che voleva “iniziarci” alla banda dei motorini? E se invece che spendere tempo e mancette per i librogame e per i Dylan Dog avessimo ascoltato papà, iscrivendoci alla scuola di calcio del paese? Saremmo lo stesso così? La nostra indole sarebbe saltata fuori comunque?

 

Ribalto la domanda: avendone ipoteticamente il tempo e il modo, riuscireste a “convertire” un vostro amico a cui non frega nulla di fantascienza, horror, fumetti e via dicendo? Potreste cambiare le sue abitudini, anche se magari ha già 25, 30 o 40 anni? O forse se lui è così diverso da voi, magari appassionato di talent show, di discoteche e di Biscardi, è perché nel suo codice genetico era scritto un destino di questo tipo?

Postilla: ci sarebbe da discutere sull'eventualità di operare a una tale conversione. Io la concepirei più come un allargamento di vedute, del genere "io rispetto i tuoi interessi ma ti dimostro che anche i miei non sono solo stronzate, come invece pensi tu".
 

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