Stupid Selfie.

Quello che manca sono gli strumenti d'interpretazione del mondo contemporaneo, e di riflesso anche dei suoi linguaggi artistici in mutazione permanente.

Il bagaglio dell'artista del secolo passato (suo malgrado conservatore e Accademico se incapace d'immergersi nel processo di mutazione in atto)? A frustrare la connessione e la relazione tra strumenti linguistici e sistemi differenti.

Straordinari sono gli artisti "Silver digital" (così sono etichettati gli artisti over 54 in grado di relazionarsi al 2.0 e le sue dinamiche), quando la loro età e le attività dei loro processi artistici on line li stimolano a allontanare idee e preconcetti stratificati sul distinguo tra arte e non arte.

Il linguaggio dell'arte contemporanea non è può essere "trade off" (sembra abbiano fallito tutte le pubblicità rivolte a un target giovane che contrapponevano la vita reale a quella virtuale, che partivano dallo spegnere il computer o lo smartphone per fare altro).

Un operazione artistica non può più passare da uno stato all'altro, l'unico stato possibile del linguaggio dell'arte presente è a prescindere dal media che utilizza l'artista "always on".

Contrapporre mondi, non ha più senso ed è un falso storico, la connessione web tra persone è uno strumento di relazione e stop, un aggiornamento è un aggiornamento e stop. Il distinguo tra reale e virtuale è figlio della generazione del secolo passato (quella da cui provengo).

L'amicizia Facebook è amicizia, una nuova idea d'amicizia da confermare o squalificare ma resta quella; la nozione che passa per Wikipedia è una nozione e nient'altro; lo stesso vale per l'operazione artistica senza più i limiti fisici dello spazio culturale e temporale galleristico o museale, se sia o meno arte in senso alto è questione del network a cui è destinata e si riferisce.

La rete, per la generazione di artisti che stanno arrivando in questo secolo, è la loro storia che circola, è il loro linguaggio che muta e si evolve, ma non è un fatto privato, in questo solo in questo, i linguaggi e la generazione di artisti del secolo passato possono essere utili.

Lo spazio virtuale e i social network di virtuale non ha già più un cazzo, è fatto di foto, nomi, cognomi, localizzazione e pensieri riconducibili al singolo. Le grandi multinazionali del web ci hanno censito tutto.

Non si tratta di scontrarsi o negare, ma si tratta di guidare nella fruizione e nell'operatività del linguaggio.

Gli artisti di questo secolo, di base, si stanno allontanando dall'aspetto materiale delle cose, fruiscono di un sistema più ricco determinato da loro, mettendo in discussione il concetto di paternità e proprietà di un linguaggio artistico, concetto che ha determinato tutto il mercato del secolo scorso.

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mimmo di caterino

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