MiArt 2012 - recensione di Andrea Lacarpia

 

MiArt 2012

Milano, fieramilanocity, padiglione 3

 

Capita spesso di visitare le fiere d’arte vagando senza sosta tra gli stand, in cerca di nuove visioni, attratti da una e dall’altra trovata dell’artista di turno. Ne deriva, a fine visita, il tipico mal di testa dovuto alle troppe sollecitazioni, accompagnato da una sensazione di vuoto memonico. D’altronde si sa, le fiere sono principalmente finalizzate alla vendita e agli scambi interpersonali, non certo all’approfondimento delle tematiche dei singoli artisti o all’individuazione delle nuove tendenze. Ne deriva spesso, nelle fiere come nei musei e nelle gallerie, una “disneyzzazione” dell’arte da paese dei balocchi, come in un parco giochi dove il divertimento immediato sostituisce la riflessione, lo stile e la ricerca. MiArt 2012 si è inserito nel panorama delle fiere nazionali in modo differente, con un’immagine più soft e un minor numero di gallerie, in un ambiente rilassato nel quale tutto è ben studiato nei particolari, con un gusto estetico lineare che si palesa già dal logo utilizzato per quest’anno, dall’eleganza squisitamente retrò e contemporanea nello stesso tempo. Sicuramente una strategia di comunicazione non aggressiva, indirizzata ad un pubblico selezionato. Tra i vari stand prevale, come atmosfera generale, l’estetica degli anni tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ’70 del secolo scorso. La motivazione principale è sicuramente la presenza, in molti stand, di opere prodotte proprio nel periodo d’intenso rinnovamento culturale e sociale del ‘68, ma la sensazione che riporta a quegli anni si estende anche osservando le opere di molti dei giovani artisti rappresentati dalle gallerie d’arte contemporanea, tra i quali emerge una tendenza, tutta attuale, al rimaneggiamento degli schemi dell’arte astratta e concettuale, con fini però più estetici e formali, dai risultati spesso manieristi.

 

Non a caso all’interno della fiera è stata allestita una mostra separata dagli stand fieristici, ma comunque composta da artisti rappresentati da gallerie partecipanti al MiArt negli ultimi anni, nella quale il curatore Giorgio Verzotti ha riunito opere prodotte nel secolo scorso con quelle di artisti che operano nella contemporaneità, individuando una certa continuità nel segno della sperimentazione e dell’astrazione. Un’arte di tipologia analitica quindi, come afferma il titolo della mostra: “Segni e (non)sogni”. Una mostra interessante per la tematica e per la buona selezione di artisti, ma che sicuramente avrebbe avuto bisogno di uno spazio più vasto per essere fruita nel migliore dei modi e per non mimetizzarsi troppo tra gli stand commerciali. Oltre alle opere astratte negli stand della fiera è presente anche molta pittura aggressiva e gestuale, vagamente figurativa, alla quale pare si deleghi tutta l’introspezione che viene negata dalle operazioni aniconiche e concettuali. In particolare interessanti i dipinti selvaggi di Veres Szabolcs nello stand di Prometeo Gallery e le visioni oniriche di Eliezer Sonnenschein alla Jerome Zodo Contemporary, oltre a due sorprendenti dipinti recenti di Danilo Buccella, esposti dalla Room Galleria in uno stand che considero tra i meglio riusciti della fiera.

Ovviamente anche in questa fiera non mancano i leitmotiv di tutte le fiere: le star che oramai annoiano come David Lachapelle e Andres Serrano, il trash e il cattivo gusto come nello stand interamente dedicato a Giuseppe Veneziano e infine non possono mancare, per quanto riguarda il “moderno”, gli onnipresenti Mimmo Rotella e Arnaldo Pomodoro, dei quali il valore culturale è oramai oscurato dalla troppo costante presenza nei contesti fieristici ed espositivi.

 

Info:

Dal 13 al 15 aprile 2012

MiArt 2012 Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Catalogo Silvana Editoriale

Fieramilanocity, padiglione 3

Tel. +39 0249971

miart@fieramilano.it

www.miart.it

 

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